Si parla molto di Primarie, in questo periodo ed in questi giorni: quelle del centrodestra, certo, che sembra più che altro di assistere allo spettacolo del circo, e quelle del centrosinistra, in programma domani. Con
cinque supereroi pronti a contendersi la leadership di coalizione - no, davvero: ma chi ha avuto un'idea del genere?
Andrò a votare, benché sia abbastanza sicuro di non riconoscermi appieno nella meravigliosa carta d'intenti cerchiobottista che mi faranno sottoscrivere. Ma andrò a votare, perché in un candidato mi riconosco più che negli altri e, benché le prospettive di coalizione (se non elettorale, di governo) più probabili puzzino di fregatura (leggi: Casini), mi sembra un modo per poter dire che, comunque, ad evitarla ho provato.
Puppato e Tabacci, d'accordo: un po' per fare numero, un po' per le quote rosa, un po' perché Tabacci in fondo è simpatico - dote rara tra i democristiani.
E poi Bersani, Renzi, Vendola.
Io voterò per Vendola, che quasi di certo non vincerà ma che mi sembra l'unico politico, al momento, che porti avanti in modo esplicito e senza imbarazzanti equilibrismi terminologici alcune posizioni che, per mutuare un'espressione tanto cara ai fautori di uno Stato Etico, costituiscono per me dei principi non negoziabili.
La nostra Costituzione ci dichiara tutti uguali, senza distinzione - ad esempio - di razza o religione o abitudini sessuali: ma ho sentito solo Vendola dirsi favorevole al matrimonio tra omosessuali, lo stesso matrimonio che già esiste per le coppie eterosessuali, con gli stessi doveri e gli stessi diritti, tra cui quello di adottare dei figli.
Ho sentito solo Vendola parlare chiaramente di diritti dell'individuo, a proposito dei matrimoni, certo, ma anche a proposito della medievale legge 40 sulla procreazione assistita o del cosiddetto testamento biologico.
Ho sentito solo Vendola parlare in modo netto e deciso di abolire i regali di Stato a Santa Romana Chiesa - gli edifici commerciali che non pagano l'IMU, lo smantellamento della scuola pubblica in favore di quelle confessionali...
Ho sentito solo Vendola parlare, a proposito della crisi in cui il nostro sistema economico versa da anni, di soluzioni che non siano, sempre, autoreferenziali: il sistema dimostra di non funzionare e la soluzione si cerca, sempre, nel sistema, in genere facendone pagare i costi a chi dall'impostazione del sistema non ha tratto alcun vantaggio.
Voterò dunque Vendola, ma mi pongo il problema di chi preferirei, tra i due candidati "papabili" per la vittoria finale.
Mi dicono: voterò Renzi perché voglio un rinnovamento della dirigenza del PD, perché voglio che D'Alema vada fuori dalle palle.
Faccio notare che, a questo scopo, tanto varrebbe votare Vendola, il quale governa la Puglia nonostante D'Alema (basti pensare alla storia delle primarie che l'hanno designato candidato governatore) e, rispetto all'attuale dirigenza del PD, rappresenta una novità ideologica ben maggiore di quella costituita dal sindaco di Firenze.
Mi rispondono: è vero, ma Renzi, se sarà il candidato del centrosinistra, avrà più probabilità di vincere le elezioni.
Forse è vero, ma: è un motivo sufficiente per votarlo?
In fondo, è lo stesso motivo per cui tante persone (e parzialmente io stesso) hanno votato, in passato, per Walter MaAnche Weltroni, o si sono turate il naso votando coalizioni allargate all'Udeur di Mastella: vi abbiamo votati, ma ce la pagherete.
E' stato un successo? Non mi pare proprio.
Il cambiamento è Vendola, non certo Renzi. Renzi potrà essere anche il più bravo a vincere, il più pronto a guardare le telecamere o ad usare Facebook. Ma lo scopo non dev'essere vincere, per come la vedo io: lo scopo dev'essere governare per cambiare le cose - per cambiare qualcosa.
Da questo punto di vista Renzi rappresenta, esattamente come Bersani, la solita Italia.
Ma tra i due? Per chi mi sento di fare il tifo?
A Bersani sono probabilmente più vicino dal punto di vista ideologico. E penso che sia il miglior segretario del PD (DS, PDS...) che io abbia visto all'opera: più che per meriti proprio, perché la concorrenza è formata da D'Alema, Fassino, Weltroni, Franceschini. Penso sia una persona competente e, per quel che ne posso sapere, una brava persona. Certo, il supereroe col toscano non l'avevamo proprio mai visto...
Ma non sono certo di volermi ritrovare, tra cinque anni (cinque: nella migliore delle ipotesi, e forse non la più probabile), a chiedermi quale sia il candidato dalemiano e quale quello weltroniano, ad interrogarmi su quali indicazioni dia la Bindi o che cosa pensi Enrico Letta: ho - abbiamo - già dato, da questo punto di vista. Diciamo per quindici anni buoni.
Una vittoria di Renzi, forse, nonostante tutto il fastidio che il personaggio mi suscita e nonostante tutta la distanza che mi divide da un certo tipo di impostazione populista e grillina, della serie "fanno tutti schifo", ribalterebbe il tavolo: lasciando forse spazio, per il futuro, a qualcosa di diverso - con il rischio concreto, tuttavia, che, in questo spazio, trovino ambiente favorevole le peggiori inclinazioni della solita Italia.
Voterò dunque per Nichi Vendola - voterò per, e non contro qualcosa o qualcuno: per un'idea di politica economica alternativa al montismo imperante, per un'idea di società che non discrimini la diversità e non tenti di imporre l'etica per decreto, per l'idea che lo Stato debba fare lo Stato e la Chiesa stare al posto suo.
Perché la scelta, davvero, è questa: la solita Italia, oppure Vendola.