Non è un insulto: è la trascrizione di quanto si sente gridare ad un noto ministro dopo l'esibizione di comportamenti... diciamo... da ventennio!
Video istruttivo...
"Due strade trovai nel bosco, ed io scelsi la meno battuta: ed è per questo che sono diverso." [Robert Frost]
giovedì 31 marzo 2011
Giustizia breve (e ridateci Craxi)
'Sta storia del processo breve, quand'anche non fosse esplicitamente portata avanti con il solo fine di salvare le chiappe (flaccide?) ad un singolo, senza preoccupazione alcuna per lo sfascio che indurrà nella Giustizia e nella sicurezza del Paese, mi farebbe in ogni caso pensare ad una cosa: che stabilire una durata massima oltre la quale un processo non è più valido è un po' come stabilire per legge che i treni devono viaggiare in orario. E se un treno supera, che so, i 10' di ritardo... il treno scompare!
Del resto, quando l'unico modo di salvarsi il culo dai propri problemi giudiziari consiste, ancora una volta, nel deformare legislazione e giurisdizione a proprio favore, forti del potere mediatico e conseguentemente politico di cui si dispone, non è certo la logica ad ispirare le proprie azioni.
Così siamo tornati a ciò da cui tutto - per quanto riguarda i miei ricordi di vita politica - era cominciato: le monetine, lanciate a Craxi prima, ad uno dei tirapiedi del suo erede ieri. Ed il confronto si pone con agghiacciante chiarezza: Craxi, in situazione analoga, si rese latitante scappando all'estero, ma non tentò di deformare Legge ed Istituzioni a suo uso personale... che avrei in qualche modo ripianto Craxi, no, questo proprio non l'avrei mai pensato...
Del resto, quando l'unico modo di salvarsi il culo dai propri problemi giudiziari consiste, ancora una volta, nel deformare legislazione e giurisdizione a proprio favore, forti del potere mediatico e conseguentemente politico di cui si dispone, non è certo la logica ad ispirare le proprie azioni.
Così siamo tornati a ciò da cui tutto - per quanto riguarda i miei ricordi di vita politica - era cominciato: le monetine, lanciate a Craxi prima, ad uno dei tirapiedi del suo erede ieri. Ed il confronto si pone con agghiacciante chiarezza: Craxi, in situazione analoga, si rese latitante scappando all'estero, ma non tentò di deformare Legge ed Istituzioni a suo uso personale... che avrei in qualche modo ripianto Craxi, no, questo proprio non l'avrei mai pensato...
martedì 29 marzo 2011
La madre degli idioti
Dice un vecchio motto che "la madre degli idioti è sempre incinta": non conosco la persona, ma quando leggo di esternazioni come questa non può non tornarmi in mente questo detto... Fosse vero quel che crede De Mattei, in ogni caso, sarebbe interessante conoscere l'opinione di mons. Fisichella circa l'eventualità di procedere ad una contestualizzazione...
lunedì 28 marzo 2011
Santi e navigatori
Ricevo da Matteo la segnalazione di questo post, a proposito dell'attualissima tematica dei migranti che arrivano via mare sulle coste di Lampedusa. Ci si interroga su come dar loro accoglienza (salvo i Leghisti, che ovviamente se mai sono in grado d'interrogarsi s'interrogano al massimo su come affondarne i barconi...), su come "smaltire" l'afflusso di persone ripartendolo tra le varie regioni d'Italia se non tra i diversi paesi della Comunità Europea. Interessanti le motivazioni sulla base delle quali alcuni politici italiani negano la collaborazione delle istituzioni che guidano: i santi, evidentemente, valgono più dei naviganti....
giovedì 10 marzo 2011
Abissi d'acciaio
Isaac Asimov compare nei "ringraziamenti" della mia tesi di laurea. Da tempo non leggevo qualcosa di suo, ma è bastato aprire "Abissi d'acciaio" per ritrovare il vecchio feeling con l'autore di science fiction più famoso di sempre. Un romanzo, quello che sto leggendo, che, al di là della componente fantascientifica, della quale Asimov era maestro, andrebbe letto per l'attualissima descrizione delle problematiche connesse al confronto con l'Altro, Altro che nel testo in questione è un robot, ma che nella vita - e nella politica - di ogni giorno può benissimo essere una persona con la pelle di un colore diverso da quello della nostra, il fedele di una religione diversa da quella delle nostre presunte radici, il tifoso di una squadra "avversaria"...
domenica 6 marzo 2011
giovedì 3 marzo 2011
Scuola pubblica, scuole private
Ho già scritto un post molto simile a questo: era l'ottobre del 2008, e le cose da allora sono decisamente peggiorate.
Ho ritrovato la stessa citazione su un bel blog di informazione: doveroso mi pare riportarla, in tutta la sua attualità.
«Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci).
Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private»
[Piero Calamandrei, 11/02/1950]
Ho ritrovato la stessa citazione su un bel blog di informazione: doveroso mi pare riportarla, in tutta la sua attualità.
«Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci).
Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private»
[Piero Calamandrei, 11/02/1950]
mercoledì 2 marzo 2011
La vita è un ringraziamento
Qualcuno sostiene che la parte migliore di una tesi di laurea sono, sempre, i ringraziamenti. Lo erano certo nella mia, per il resto piuttosto noiosa e di assai poco conto.
A volte succede poi che i ringraziamenti ci riguardino: è successo a me, di recente, per quanto riguarda la tesi di un ragazzo che ha svolto il tirocinio finale della laurea triennale presso il mio datore di lavoro.
Francesco, decisamente troppo buono, mi dedica un intero capoverso, scrivendo:
Un sentito, e dovuto, ringraziamento va all’Ing. Pietro Martinelli, che per sei mesi mi ha seguito e supportato (soprattutto sopportato!), dimostrando disponibilità e pazienza infinita: senza i suoi consigli non avrei mai terminato, e neanche cominciato, il tirocinio.
Lo ringrazio a mia volta, per l'ottimo "allievo" che è stato e per l'ottimo collega che ora è diventato, con un divertito ringraziamento per i suoi "studi" sui cast della morte e sui limiti di dimensione degli array :-).
A volte succede poi che i ringraziamenti ci riguardino: è successo a me, di recente, per quanto riguarda la tesi di un ragazzo che ha svolto il tirocinio finale della laurea triennale presso il mio datore di lavoro.
Francesco, decisamente troppo buono, mi dedica un intero capoverso, scrivendo:
Un sentito, e dovuto, ringraziamento va all’Ing. Pietro Martinelli, che per sei mesi mi ha seguito e supportato (soprattutto sopportato!), dimostrando disponibilità e pazienza infinita: senza i suoi consigli non avrei mai terminato, e neanche cominciato, il tirocinio.
Lo ringrazio a mia volta, per l'ottimo "allievo" che è stato e per l'ottimo collega che ora è diventato, con un divertito ringraziamento per i suoi "studi" sui cast della morte e sui limiti di dimensione degli array :-).
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