domenica 30 agosto 2009

Perché credo che il 90% dei lettori di Zichichi non abbia una connessione internet

Docente emerito di Fisica superiore all'Università di Bologna, scienziato e fisico italiano, Antonino Zichichi è noto più per la divulgazione scientifica della domenica che non per l'importanza dei suoi ritrovati (atomo di antideuterio o antiatomo di deuterio, effetto leading, energia effettiva, etc...).
Antievoluzionista, proto-creazionista, (demo)cristiano e cattolico, strenuo sostenitore della non bisestilità degli anni 4000, 8000 e 12000, orbita nello spazio infinito con un asteroide a suo nome (3951 Zichichi).
Figura 1Inoltre giace impolverato nella mia Billy-betulla tra, ironia della sorte, Salomè di Oscar Wilde e La fragilità dell'assoluto di Slavoj Žižek, con Perchè io credo in Colui che ha fatto il mondo. Tra fede e scienza. Di Antonino Zichichi, per l'appunto.
Sì, perché quando non viene scambiato per il dottor Emmett "Doc" Brown , Antonino scrive. E scrive molto.
Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo sono 246 pagine di Foresta Amazzonica riciclata, duecentoquarantasei fitte fitte, intervallate solo qua e là da schemi dal dubbio valore filosofico. In specie (cit), perché in figura non compare Topolino?

Ma a parte le battute, il libro pone una domanda ed elude la risposta. Propone al contrario risposte a domande che non si pone, periferiche, laterali, alimentate da vecchie ruggini epistemiche e conti non saldati col vecchio pusher del CERN di Ginevra.
L’essenza del discorso si condensa sui significanti della massima:
Nata da un atto di Fede nel Creato, la Scienza non ha mai tradito suo Padre. Essa ha scoperto nell’Immanente – nuove leggi, nuovi fenomeni, inaspettate regolarità, senza però mai scalfire, anche in minima parte il Trascendente.

Che non è poi molto diverso dal dire che un Tavolo è un Tavolo*.
La trattazione è caratterizzata da una forma gelatinosa, proteiforme, colloidale più che rizomatica (questo è puro esercizio di estetica del linguaggio**, semplicemente non v’è logica) e alterna fasi di apparente lucidità a obiezioni antievoluzionistiche prive del minimo fondamento (l’evoluzione umana non è descritta da equazioni matematiche, pertanto non è accettabile), misurazioni al di fuori di ogni contesto (protosincrotoni da 28 miliardi di elettron volt) e sfiziosi (?) flashback dietro le quinte dei laboratori del Gran Sasso.
Il pensiero si sviluppa “a spaghetti”, e presenta somiglianze col flusso logico di un programma SNOBOL scritto all’apice di un attacco di diarrea. Per questo una sintesi è improponibile. Se non per liofilizzazione.
Emblematico è che non si spenda una parola su questo Dio, dandone per scontata la declinazione cristiano-cattolica, stereotipata da migliaia di anni di Sacra Romana Chiesa e quaranta di Giulio Andreotti, senza prendere in considerazione valide alternative, quali Magdi Allam, il gatto Sigmund o lo sciacquone del cesso di Paris Hilton.
Riprovevoli i ripetuti richiami alla buonanima di Galilei***, scomodato in quanto fondatore della scienza moderna, e credente.
Come dire, anche Feynman suonava il bongo. Embhè?
Ma a parte queste quattro sciocchezze, dettate più dal buon tempo che da altro, consiglio questo libro a Colui che ha fatto il mondo, ai cappadociani, a Eta Beta, e a tutti quelli che mi vogliono bene (purchè il primo non sia tra gli ultimi).

* La frase è così facilmente attaccabile, che il gioco non vale la candela.
** Che per altro lascio per compito ai lettori più diligenti
*** Si soprassede, tra le altre cose, sugli “screzi”, diciamo così, tra il fisico pisano e la curia vaticana.

venerdì 14 agosto 2009

Non dire falsa testimonianza

Avrei voluto intitolare questo post "Bugie cattoliche", ma sarebbe stato in fondo poco originale: non certo una novità, diciamo. Preferisco quindi intitolarlo con una delle "massime" tanto care alle alte sfere religiose, quando si tratti - ovviamente - di applicarle agli altri (premier ed altri politicanti esclusi).

Ho avuto modo di intravedere, qualche tempo fa, una copertina di "Famiglia cristiana", settimanale che certo non leggo abitualmente ma con le cui posizioni, non mi dispiace dirlo, spesso mi sono trovato d'accordo. In questo caso, tuttavia, non ho potuto fare a meno di notare la bugia bellamente sbattuta in prima pagina, con un titolo (che rimandava ad un articolo "di spicco", assolutamente da non perdere) che recitava "RU486: la pillola della morte che aggira la legge 194". Ora: definire una pillola abortiva "pillola della morte" è senza dubbio una scelta colorita, altrettanto indubbiamente una scelta opinabile (ritenere che sia "vita" quella di un embrione prima che sia trascorso un certo numero di settimane dal concepimento è questione assolutamente di fede, nel senso che ci si può credere o no, la Scienza dice certe cose, le diverse religioni ne dicono altre, in genere diverse tra loro), ma è una scelta pienamente legittima: nulla che si discosti dalla linea che ci si aspetta da una pubblicazione del genere.

Scrivere invece che l'utilizzo di tale pillola "aggira la legge 194" è una palese falsità, dal momento che tale legge regolamente i casi in cui sia lecito, per una donna, ricorrere all'Interruzione Volontaria di Gravidanza, definendo termini temporali precisi, e l'utilizzo a tal fine di una pillola in luogo di un intervento chirurgico nulla cambia di questa regolamentazione e di questa tempistica.  Semplicemente, rende la procedura meno invasiva per la donna, sia dal punto di vista fisico sia da quello psicologico: il vero motivo, in fondo, per cui la nuova possibilità è tanto invisa alla Chiesa Cattolica ed ai suoi tirapiedi...

martedì 11 agosto 2009

La Storia si ripete

Leggo notizie come questa, e non posso non pensare che la Storia si ripete. Mi torna in mente una poesia di Bertolt Brecht: si riferisce alla società tedesca che corre verso il nazismo, ma i razzismi sono poi un po' tutti uguali, e questo testo rimane dunque tristemente attuale. Poco importa se sia davvero di Brecht, alla fine: conta quello che dice, contano le paurose analogie con il nostro Paese, oggi, quasi ottant'anni dopo.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.

sabato 8 agosto 2009

Maroni

Quando si dice "un nome, un destino". E' noto che cosa si intenda per "maroni", dalle mie parti... in linea con questo significato, alla ferrea determinazione dell'illustre ministro (e dei sentimenti razzisti che nella sua base elettorale altrettanto ferreamente lo sostengono) dobbiamo le nuove leggi razziali del nostro Paese. Come se le prime non fossero bastate, come se la Storia non avesse insegnato niente... nomen omen, davvero...

Appunto

"I giornali continuano a dire che odio le donne - sottolinea poi il capo del governo -. Se c'è qualcosa che adoro sono le donne, anche ministre". Soprattutto sotto la scrivania...

martedì 4 agosto 2009

Fiato alle trombe

Altra occasione persa per non coprirsi di ridicolo, da parte delle alte sfere vaticane e soprattutto della parte politica che dei valori cristiani (ma cristiano significa esclusivamente cattolico, in Italia) dice di farsi portatrice. Tra una sosta e l'altra nel letto grande, s'intende.

La questione è piuttosto nota: l'Agenzia Italiana per il Farmaco ha approvato in via definitiva l'utilizzo della pillola abortiva RU486. Pillola utilizzata da anni in tutta Europa e negli USA al posto del "tradizionale" intervento chirurgico. In poche parole, non cambia di una virgola la legislazione italiana sul tema dell'aborto: semplicemente, si rende disponibile un modo meno invasivo e doloroso di praticare lo stesso, esattamente negli stessi termini (legali) nei quali è possibile praticare quello chirurgico.

Perché la Chiesa Cattolica (e di conseguenza certa politica serva) sia contraria (e non manchi, al solito piuttosto sguaiatamente e rumorosamente, di farlo sapere, con la prepotenza che le è solita) è probabilmente implicito nelle parole "meno invasivo e doloroso". Davvero sembra abbia ragione chi fa dell'ironia sull'improvviso esternare, dopo mesi di imbarazzato silenzio, delle alte sfere religiose: Fisichella: "La Chiesa non tacerà". Il silenzio sulle escort serviva a prendere fiato.

E' piuttosto avvilente, ma questa è la realtà della nostra politica.