"Due strade trovai nel bosco, ed io scelsi la meno battuta: ed è per questo che sono diverso." [Robert Frost]
venerdì 25 dicembre 2009
giovedì 24 dicembre 2009
Le radici pagane dell'Europa
Quello sulle mitiche "radici cristiane dell'Europa" è uno dei ritornelli più frequenti dell'attualità politico-confessionale, soprattutto da quando il progetto di Costituzione Europea s'è orientato verso l'esclusione di riferimenti a tale mitologia.
Se ne parla tuttavia parecchio, generalmente dall'alto di scientificissime posizioni di fede, spesso più con l'intento di presentarsi come difensori della Fede (l'unica con la maiuscola :-)) mendicando l'appoggio politico delle gerarchie vaticane (piuttosto di bocca buona, tra l'altro, quando si tratta di concederlo).
C'è chi obietta che l'Europa moderna, quella che con un termine piuttosto sgradevole viene correntemente definita occidentale, affonda le radici di tale modernità nella Rivoluzione Francese, c'è chi ribatte che il substrato cristiano (o giudaico-cristiano, per chi con sprezzo del pericolo azzarda un'estensione del concetto al popolo deicida) è ad essa temporalmente precedente, non facendo altro che sottolineare la debolezza di qualunque discorso che basi la legittimazione di una presunta "origine" su basi meramente temporali. E' la solita questione: c'è chi sostiene che noi Lombardi avremmo origine celtiche, fissando per comodità e proprio tornaconto l'inizio della nostra storia in un preciso periodo storico, come se non bastasse fermarsi a tempi più recenti, od andare parecchio più indietro, per affermare (dio non voglia!) che le nostre origini sono romane, o che siamo tutti Africani.
Esemplare, in questo senso, è l'origine della festività che i cristiani festeggiano domani. Dopo lungo e faticoso peregrinare tra marzo, aprile e maggio, la nascita di Gesù (detto il Cristo) venne fissata, nel quarto secolo e.v., al 25 dicembre, andando così a sovrapporsi alla tradizionale festa pagana del "Sol Invictus": la festa cioè del sole che, tre giorni dopo il solstizio, riprende a salire nel cielo, a simboleggiare la rinascita della natura. Anche in questo caso, facendo un ulteriore passo indietro nel tempo, ci si imbatte però in un'origine ancora diversa della stessa ricorrenza: il mito della resurrezione (nulla di nuovo, no?) del dio egizio Osiride, cronologicamente collocata in corrispondenza dello stesso riferimento astronomico di cui sopra.
Ohibò: che la nostra cara, vecchia Europa, le cui radici giudaico-cristiane sono sotto gli occhi di tutti, si appresti a festeggiare una ricorrenza nientepopodimenoche egizia? O pagana?
Personalmente, da uomo di ragione e non di fede, preferisco rallegrarmi delle giornate che - per motivi astronomicamente noti e razionalmente spiegati - ricominciano ad allungarsi, limitandomi ad augurare a tutti i Cristiani un sereno Natale, ai Pagani una lieta festa del sol invictus, a chi segue la religione dell'Antico Egitto una buona resurrezione di Osiride, ed a tutti i miei liberi simili un ottimo 25 dicembre.
Se ne parla tuttavia parecchio, generalmente dall'alto di scientificissime posizioni di fede, spesso più con l'intento di presentarsi come difensori della Fede (l'unica con la maiuscola :-)) mendicando l'appoggio politico delle gerarchie vaticane (piuttosto di bocca buona, tra l'altro, quando si tratta di concederlo).
C'è chi obietta che l'Europa moderna, quella che con un termine piuttosto sgradevole viene correntemente definita occidentale, affonda le radici di tale modernità nella Rivoluzione Francese, c'è chi ribatte che il substrato cristiano (o giudaico-cristiano, per chi con sprezzo del pericolo azzarda un'estensione del concetto al popolo deicida) è ad essa temporalmente precedente, non facendo altro che sottolineare la debolezza di qualunque discorso che basi la legittimazione di una presunta "origine" su basi meramente temporali. E' la solita questione: c'è chi sostiene che noi Lombardi avremmo origine celtiche, fissando per comodità e proprio tornaconto l'inizio della nostra storia in un preciso periodo storico, come se non bastasse fermarsi a tempi più recenti, od andare parecchio più indietro, per affermare (dio non voglia!) che le nostre origini sono romane, o che siamo tutti Africani.
Esemplare, in questo senso, è l'origine della festività che i cristiani festeggiano domani. Dopo lungo e faticoso peregrinare tra marzo, aprile e maggio, la nascita di Gesù (detto il Cristo) venne fissata, nel quarto secolo e.v., al 25 dicembre, andando così a sovrapporsi alla tradizionale festa pagana del "Sol Invictus": la festa cioè del sole che, tre giorni dopo il solstizio, riprende a salire nel cielo, a simboleggiare la rinascita della natura. Anche in questo caso, facendo un ulteriore passo indietro nel tempo, ci si imbatte però in un'origine ancora diversa della stessa ricorrenza: il mito della resurrezione (nulla di nuovo, no?) del dio egizio Osiride, cronologicamente collocata in corrispondenza dello stesso riferimento astronomico di cui sopra.
Ohibò: che la nostra cara, vecchia Europa, le cui radici giudaico-cristiane sono sotto gli occhi di tutti, si appresti a festeggiare una ricorrenza nientepopodimenoche egizia? O pagana?
Personalmente, da uomo di ragione e non di fede, preferisco rallegrarmi delle giornate che - per motivi astronomicamente noti e razionalmente spiegati - ricominciano ad allungarsi, limitandomi ad augurare a tutti i Cristiani un sereno Natale, ai Pagani una lieta festa del sol invictus, a chi segue la religione dell'Antico Egitto una buona resurrezione di Osiride, ed a tutti i miei liberi simili un ottimo 25 dicembre.
mercoledì 23 dicembre 2009
Coperte e panini
Chiaramente, l'ad di Trenitalia che suggerisce a chi debba viaggiare in treno di portare con sé coperte, panini ed acqua rappresenta una notevole uscita comica. Od un'ammissione di colpa ed impotenza che, in qualunque Paese minimamente civile, andrebbe di pari passo con le dimissioni di chi guida il servizio ferroviario nazionale.
Tuttavia Trenitalia pare aver deciso di superare se stessa, e sul suo servizio online di aggiornamento sui ritardi (e le cancellazioni, e le modifiche dei percorsi) dei treni consiglia... di non prendere il treno!!!
Tuttavia Trenitalia pare aver deciso di superare se stessa, e sul suo servizio online di aggiornamento sui ritardi (e le cancellazioni, e le modifiche dei percorsi) dei treni consiglia... di non prendere il treno!!!
lunedì 21 dicembre 2009
sabato 19 dicembre 2009
Santi subito!
Ecco una notizia dopo la quale è fin troppo facile sentirsi soddisfatti di non essere credenti, ed in particolar modo di non esserlo "all'italiana": cattolici.
A quanto pare, SS ha firmato il decreto che dà il primo via libera ufficiale alla beatificazione di due suoi predecessori: Karol Wojtyla, in arte Giovanni Paolo II, ed Eugenio Pacelli, aka Pio XII. Assai noto il primo, Papa mediatico e "markettaro" (nel senso del marketing) per eccellenza, del quale troppo spesso si tacciono talune frequentazioni quantomeno imbarazzanti, assai contestato il secondo, cui si rimprovera, durante la seconda guerra mondiale, un comportamento stile "non c'ero, e se c'ero dormivo (e se non dormivo comunque erano Ebrei)".
Così, giusto perché i credenti cattolici non hanno già motivi sufficienti per cui vergognarsi delle gerarchie vaticane...
A quanto pare, SS ha firmato il decreto che dà il primo via libera ufficiale alla beatificazione di due suoi predecessori: Karol Wojtyla, in arte Giovanni Paolo II, ed Eugenio Pacelli, aka Pio XII. Assai noto il primo, Papa mediatico e "markettaro" (nel senso del marketing) per eccellenza, del quale troppo spesso si tacciono talune frequentazioni quantomeno imbarazzanti, assai contestato il secondo, cui si rimprovera, durante la seconda guerra mondiale, un comportamento stile "non c'ero, e se c'ero dormivo (e se non dormivo comunque erano Ebrei)".
Così, giusto perché i credenti cattolici non hanno già motivi sufficienti per cui vergognarsi delle gerarchie vaticane...
giovedì 17 dicembre 2009
Accenti grossolani
L'accento acuto e l'accento greve...
mercoledì 16 dicembre 2009
Violenze diverse
Non tutte le violenze, evidentemente, si pesano con la stessa bilancia: dipende, molto, da chi è la persona offesa. Bilance ad personam?
Ci hanno detto "Potete morire"
Ci hanno detto "Potete morire"
Notre Dom de Milàn
Si parla - ovviamente - del Duomo di Milano lanciato in faccia al presidente del Consiglio: si parla di questo, in questi giorni, nei bar, nei supermercati, per strada.
Si condanna la violenza, senza se e senza ma come usa dire, e su questo tutti quanti d'accordo. Diverso è il discorso sul "clima di odio" che si pretende di eliminare con provvedimenti da stato di polizia: limitare la libertà di espressione, di manifestazione. Criticare il dissenso, venga da facebook o dal Presidente della Camera importa poco: è gettar benzina sul fuoco, recita la stampa di regime, non lo è evidentemente invece raccontare balle su una presunta regia che starebbe dietro al gesto di uno squilibrato, sulle radici di un gesto che affonderebbero negli ambienti che votano PD, gridare al partito dell'odio contro quello dell'amore, amore che - ovviamente - alla fine trionferà (come la "Bandiera Rossa" di buona memoria).
Ne parlano e ne scrivono in tanti, personalmente condivido, parola per parola, l'articolo di oggi di Concita De Gregorio.
Che c'entra il lancio di un modellino del Duomo con le leggi ad personam, l'immunità indispensabile, le leggi fatte a colpi di fiducia? Che c'entra con la stretta - paventata, per ora - sulla libertà d'espressione, col cambiare la Costituzione?
Verrebbe da dire che la prima cosa da cambiare dovrebbe essere il servizio d'ordine. Al secondo posto metterei il senso dello Stato di chi, vinte le elezioni, pretende di comandare anziché di governare, insultando gli avversari ("coglione chi non mi vota") per poi chiedersi "da dove viene tanto odio?".
L'odio non è violenza: non si può giustificare un atto violento, in democrazia, ma è più che legittimo chiedersi quali siano, sociologicamente, i motivi di un sentimento di odio che almeno la metà degli Italiani nutre nei confronti di una persona. Trovo che la risposta sia piuttosto semplice: è di questo che ci si dovrebbe preoccupare, non del folle gesto di una persona con problemi psichici. Chiediamoci se sia legittimo cavalcare un atto ingiustificabile per limitare le libertà personali dei cittadini, negare legittimità ad ogni minimo dissenso nei confronti del Capo (quasi che ricordargli l'esistenza di una Costituzione equivalesse ad armare di un altro modellino, diciamo per rimanere in tema una statua della Libertà), lasciare in secondo piano i problemi quotidiani dell'intero Paese.
Poi, per carità: stiamo tranquilli, ché l'amore alla fine vincerà. E sappiamo tutti a che cosa pensa, quando dice "amore"...
Si condanna la violenza, senza se e senza ma come usa dire, e su questo tutti quanti d'accordo. Diverso è il discorso sul "clima di odio" che si pretende di eliminare con provvedimenti da stato di polizia: limitare la libertà di espressione, di manifestazione. Criticare il dissenso, venga da facebook o dal Presidente della Camera importa poco: è gettar benzina sul fuoco, recita la stampa di regime, non lo è evidentemente invece raccontare balle su una presunta regia che starebbe dietro al gesto di uno squilibrato, sulle radici di un gesto che affonderebbero negli ambienti che votano PD, gridare al partito dell'odio contro quello dell'amore, amore che - ovviamente - alla fine trionferà (come la "Bandiera Rossa" di buona memoria).
Ne parlano e ne scrivono in tanti, personalmente condivido, parola per parola, l'articolo di oggi di Concita De Gregorio.
Che c'entra il lancio di un modellino del Duomo con le leggi ad personam, l'immunità indispensabile, le leggi fatte a colpi di fiducia? Che c'entra con la stretta - paventata, per ora - sulla libertà d'espressione, col cambiare la Costituzione?
Verrebbe da dire che la prima cosa da cambiare dovrebbe essere il servizio d'ordine. Al secondo posto metterei il senso dello Stato di chi, vinte le elezioni, pretende di comandare anziché di governare, insultando gli avversari ("coglione chi non mi vota") per poi chiedersi "da dove viene tanto odio?".
L'odio non è violenza: non si può giustificare un atto violento, in democrazia, ma è più che legittimo chiedersi quali siano, sociologicamente, i motivi di un sentimento di odio che almeno la metà degli Italiani nutre nei confronti di una persona. Trovo che la risposta sia piuttosto semplice: è di questo che ci si dovrebbe preoccupare, non del folle gesto di una persona con problemi psichici. Chiediamoci se sia legittimo cavalcare un atto ingiustificabile per limitare le libertà personali dei cittadini, negare legittimità ad ogni minimo dissenso nei confronti del Capo (quasi che ricordargli l'esistenza di una Costituzione equivalesse ad armare di un altro modellino, diciamo per rimanere in tema una statua della Libertà), lasciare in secondo piano i problemi quotidiani dell'intero Paese.
Poi, per carità: stiamo tranquilli, ché l'amore alla fine vincerà. E sappiamo tutti a che cosa pensa, quando dice "amore"...
lunedì 14 dicembre 2009
Corona di spine
Fabrizio Corona, dopo la condanna per foto-ricatti a vip, afferma: "Mi vergogno di essere italiano".
Ci terrei a rassicurarlo: non si senta solo, molte persone se ne vergognano. Del fatto che egli sia italiano, voglio dire...
Ci terrei a rassicurarlo: non si senta solo, molte persone se ne vergognano. Del fatto che egli sia italiano, voglio dire...
domenica 13 dicembre 2009
Piazza Fontana in salsa d'insetto
Che "Porta a Porta" sia una sorta di Zelig (nel senso del programma comico...) della politica e dell'attualità, è abbastanza evidente sia dall'impostazione della trasmissione (e del suo conduttore) relativamente ai temi trattati, sia dagli ospiti e dal loro talora singolare abbinamento.
Affinché non ci si faccia mancare niente, vi è persino un capocomico che, di tanto in tanto, tra un legittimo impedimento e l'altro, onora il padrone del salotto della sua presenza: a volte fornito di scrittoio in ciliegio con annesso contratto-spazzatura, altre lasciandosi tradire dall'emozione ed apostrofando l'incolpevole (in quel caso) insetto con l'onorifico titolo di "Dottor Fede".
Così, tra una puntatina a Garlasco ed una a Cogne, tra una serata sulla chirurgia plastica ed una sulla mitica (nel senso che fa parte del mito, più che della realtà) assoluzione di Andreotti dalle accuse di mafia, l'altra serà è andata in onda una puntata sulla strage di Piazza Fontana: quarant'anni ieri, ed ovviamene ancora nessuna verità.
Secondo la prassi consolidata di contrapporre pesci grossi a pesci piccoli, onde non lasciare dubbi sulla posizione (assai vicina al pavimento: del resto, diceva Montanelli, chi striscia non rischia d'inciampare) dell'insetto, erano stati invitati in trasmissione il Presidente dell'Associazione Familiari dele Vittime di Piazza Fontana ed il Ministro della Difesa Ignazio Larussa. Decisamente un curioso accostamento, un tantino imbarazzante - teoricamente - per il Ministro, non si sa se presente in qualità di rappresentante del Governo - e dunque in qualche modo in difesa dei "segreti di Stato" che aleggiano attorno alla storia di questa e di altre stragi - o del proprio personalissimo status di "ex fascista" (si può dire? diciamo appartenente ad un partito che ha le sue radici nell'MSI...), opposto per una perversa par-condicio a chi rappresenta i familiari delle vittime di quella che fu la prima delle stragi fasciste che insanguinarono il nostro Paese.
A questo punto è legittimo aspettarsi una puntata sulle stragi di Capaci e via D'Amelio, ospiti la sorella di Paolo Borsellino e Bernardo Provenzano, od una puntata su Calciopoli, ospiti il capo della Procura del CONI e Luciano Moggi.
Chissà perché, mi son tornate in mente le parole di De Gregori (la canzone è "Viva l'Italia"): "Viva l'Italia del 12 dicembre... l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda, come sempre...".
Mai nuda quanto in questi mesi, probabilmente.
Affinché non ci si faccia mancare niente, vi è persino un capocomico che, di tanto in tanto, tra un legittimo impedimento e l'altro, onora il padrone del salotto della sua presenza: a volte fornito di scrittoio in ciliegio con annesso contratto-spazzatura, altre lasciandosi tradire dall'emozione ed apostrofando l'incolpevole (in quel caso) insetto con l'onorifico titolo di "Dottor Fede".
Così, tra una puntatina a Garlasco ed una a Cogne, tra una serata sulla chirurgia plastica ed una sulla mitica (nel senso che fa parte del mito, più che della realtà) assoluzione di Andreotti dalle accuse di mafia, l'altra serà è andata in onda una puntata sulla strage di Piazza Fontana: quarant'anni ieri, ed ovviamene ancora nessuna verità.
Secondo la prassi consolidata di contrapporre pesci grossi a pesci piccoli, onde non lasciare dubbi sulla posizione (assai vicina al pavimento: del resto, diceva Montanelli, chi striscia non rischia d'inciampare) dell'insetto, erano stati invitati in trasmissione il Presidente dell'Associazione Familiari dele Vittime di Piazza Fontana ed il Ministro della Difesa Ignazio Larussa. Decisamente un curioso accostamento, un tantino imbarazzante - teoricamente - per il Ministro, non si sa se presente in qualità di rappresentante del Governo - e dunque in qualche modo in difesa dei "segreti di Stato" che aleggiano attorno alla storia di questa e di altre stragi - o del proprio personalissimo status di "ex fascista" (si può dire? diciamo appartenente ad un partito che ha le sue radici nell'MSI...), opposto per una perversa par-condicio a chi rappresenta i familiari delle vittime di quella che fu la prima delle stragi fasciste che insanguinarono il nostro Paese.
A questo punto è legittimo aspettarsi una puntata sulle stragi di Capaci e via D'Amelio, ospiti la sorella di Paolo Borsellino e Bernardo Provenzano, od una puntata su Calciopoli, ospiti il capo della Procura del CONI e Luciano Moggi.
Chissà perché, mi son tornate in mente le parole di De Gregori (la canzone è "Viva l'Italia"): "Viva l'Italia del 12 dicembre... l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda, come sempre...".
Mai nuda quanto in questi mesi, probabilmente.
http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_piazza_Fontana
giovedì 10 dicembre 2009
Ognuno ha le proprie croci...
[caption id="attachment_1718" align="alignleft" width="320" caption="Fonte: ilmanifesto.it"][/caption]
mercoledì 9 dicembre 2009
Libertà
"Senza libertà illimitata di stampa e di riunione, senza libera lotta di opinioni, la vita muore in ogni istituzione pubblica. La libertà riservata ai partigiani del governo non è libertà. La libertà è sempre e soltanto di chi la pensa diversamente."
[Rosa Luxemburg, 1918]
[Rosa Luxemburg, 1918]
martedì 8 dicembre 2009
...che fu tutto, e lo fu invano...
Filosofo, naturalista,
maestro d'arme e rime, musicista,
viaggiatore ascensionista,
istrione ma non ebbe claque,
amante anche, senza conquista,
qui giace Ercole Savignano Cirano de Bergerac
che fu tutto, e lo fu invano…
Ma io vado, pardon, non posso far attendere.
Visto il raggio di luna che mi è venuto a prendere?
Non voglio il vostro appoggio, null'altro che le piante.
Lei viene. Già mi sento di marmo raggelante,
inguantato di piombo.
Ah, poiché ella è in cammino,
andrò a incontrar la sua falce col mio destino.
Voi che dite? Non serve? Lo so, bella scoperta.
Perché battersi solo se la vittoria è certa?
È più bello quando è inutile, tra scoppi di scintille.
Chi sono tutti quelli? Ah, ma siete mille e mille.
Ah, sì, vi riconosco, nemici miei in consesso.
Menzogna, Codardia, Doppiezza, Compromesso…
Lo so che alla fin fine voi mi darete il matto.
Che importa, io mi batto, io mi batto, io mi batto!
Ah! Voi mi strappate tutto, l'alloro e la rosa.
Servitevi. Malgrado voi, mi resta un'altra cosa che è mia.
E quando a sera entrerò in quel di Dio,
spazzerà il mio saluto l'azzurro sfavillìo
e offrirò, con l'orgoglio che mai macchiai né macchio,
l'indomita purezza del mio pennacchio.
[Edmond Rostand, da Cyrano de Bergerac]
maestro d'arme e rime, musicista,
viaggiatore ascensionista,
istrione ma non ebbe claque,
amante anche, senza conquista,
qui giace Ercole Savignano Cirano de Bergerac
che fu tutto, e lo fu invano…
Ma io vado, pardon, non posso far attendere.
Visto il raggio di luna che mi è venuto a prendere?
Non voglio il vostro appoggio, null'altro che le piante.
Lei viene. Già mi sento di marmo raggelante,
inguantato di piombo.
Ah, poiché ella è in cammino,
andrò a incontrar la sua falce col mio destino.
Voi che dite? Non serve? Lo so, bella scoperta.
Perché battersi solo se la vittoria è certa?
È più bello quando è inutile, tra scoppi di scintille.
Chi sono tutti quelli? Ah, ma siete mille e mille.
Ah, sì, vi riconosco, nemici miei in consesso.
Menzogna, Codardia, Doppiezza, Compromesso…
Lo so che alla fin fine voi mi darete il matto.
Che importa, io mi batto, io mi batto, io mi batto!
Ah! Voi mi strappate tutto, l'alloro e la rosa.
Servitevi. Malgrado voi, mi resta un'altra cosa che è mia.
E quando a sera entrerò in quel di Dio,
spazzerà il mio saluto l'azzurro sfavillìo
e offrirò, con l'orgoglio che mai macchiai né macchio,
l'indomita purezza del mio pennacchio.
[Edmond Rostand, da Cyrano de Bergerac]
lunedì 7 dicembre 2009
Pensiero stupendo
Tra tutte le immagini e le parole del grandioso No-B-Day, che s'è tenuto a Roma sabato scorso con un'enorme partecipazione popolare, questa immagine, proveniente dal sito web de "la Repubblica", mi è parsa particolarmente azzeccata e divertente:
domenica 6 dicembre 2009
Diciassette (più una)
Il calcio è lo sport di squadra con meno regole - diciassette - e si dice che questo sia il suo bello.
C'è poi la diciottesima, non ufficiale, che se hai la maglia bianconera i rigori contro non esistono.
Il bello del calcio, davvero.
C'è poi la diciottesima, non ufficiale, che se hai la maglia bianconera i rigori contro non esistono.
Il bello del calcio, davvero.
giovedì 3 dicembre 2009
Compagno Manganello
Non so se faccia più ridere un primo ministro tanto certo di essere innocente da essere disposto a sterminare migliaia di processi pur di bloccare i propri, un presidente della Camera che si fa "beccare" fuori-onda a sostenere cose su cui ogni persona di buon senso non può che concordare (vincere le elezioni significa avere il diritto (aggiungo: ed il dovere) di governare, non godere di una qualche immunità totale) od un ministro (Scajola: lo stesso Scajola che, anni fa, da Ministro degli Interni, definì "un rompicoglioni" una persona che si lamentava per essere stata privata della scorta. La persona in questione fu poi uccisa in un attentato) che commenta che "il Presidente della Camera è fuori dalla linea del partito".
Certo, mettere il buon senso ed un normale principio democratico fuori dalla linea del partito è un'uscita niente male, ma la mia preferenza personale va alle parole di Gianfranco Fini (lo stesso Fini del "mai più con Berlusconi", salvo poi tornare all'ovile in cambio d'una poltrona pochi mesi dopo), sempre più in versione poliziotto buono. Compagno Manganello, lo chiamano in molti: ed è più o meno il senso di quello che intendo quando dico che prima o poi ce lo troveremo come segretario o quantomeno come alleato del PD, e finirà che lo voteremo.
Davvero, non so cosa faccia più ridere, di tutte queste cose.
A volte davvero si ride per non piangere.
Certo, mettere il buon senso ed un normale principio democratico fuori dalla linea del partito è un'uscita niente male, ma la mia preferenza personale va alle parole di Gianfranco Fini (lo stesso Fini del "mai più con Berlusconi", salvo poi tornare all'ovile in cambio d'una poltrona pochi mesi dopo), sempre più in versione poliziotto buono. Compagno Manganello, lo chiamano in molti: ed è più o meno il senso di quello che intendo quando dico che prima o poi ce lo troveremo come segretario o quantomeno come alleato del PD, e finirà che lo voteremo.
Davvero, non so cosa faccia più ridere, di tutte queste cose.
A volte davvero si ride per non piangere.
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