"Due strade trovai nel bosco, ed io scelsi la meno battuta: ed è per questo che sono diverso." [Robert Frost]
lunedì 30 gennaio 2006
Info B
Questa mattina ho tenuto la prima esercitazione, per quest'anno, del corso di Fondamenti di Informatica B, presso la "mia" università... Al solito, molto emozionante entrare in un'aula in cui centottanta "matricole" aspettano di sentirti raccontare cose che probabilmente trovano molto poco divertenti... strano trovarsi in mezzo a tanta gente che, volente o nolente, ti dedica un po' di attenzione... insomma, una bella esperienza... condita temo da fin troppa propensione al cabaret da parte mia...
venerdì 27 gennaio 2006
Le "due B"
Dopo due intere settimane senza scrivere nulla, poche righe per riportare due delle uscite più divertenti degli ultimi giorni...
L'omino bianco (avrà sbagliato candeggio ???) tedesco dona all'umanità grata la sua prima enciclica (si dice "papa lungo, papa corto", potrebbe essere anche l'ultima...)... trovo veramente spaziale che in essa si sostenga che la chiesa non debba intervenire nella politica... Sparate come questa non andrebbero nemmeno commentate - ognuno è libero di scrivere e dire quello che gli pare, ma in genere la coerenza è cosa apprezzata -, tuttavia mi permetto di avanzare un paio di dubbi: è lo stesso omino bianco che qualche settimana prima tuonava contro l'ipotesi di riconoscimenti ufficiali alle famiglie omosessuali od alle coppie di fatto ? Lo stesso che ha fatto campagna elettorale contro una consultazione elettorale di uno stato che, in fin dei conti, lo ospita ? E poi: mi viene da pensare che l'omino nero Ruini e l'omino bianco Maledetto si parlino poco... i fortunati cattolici non hanno appena avuto precise indicazioni sui criteri con i quali scegliere per chi votare alle prossime elezioni politiche ?
Sullo stesso piano, in lizza per il premio "le racconti che sembrano vere", metterei il nostro amato (non Amato: quello era il precedente !) presidente operaio (ma anche presidente massaia, presidente calciatore, presidente beauty-farm, e chi più ne ha più ne metta), il quale afferma con solennità e fiero cipiglio di odiare il fatto di comparire in televisione... anche in questo caso, direi che la cosa si commenta da sè...
L'omino bianco (avrà sbagliato candeggio ???) tedesco dona all'umanità grata la sua prima enciclica (si dice "papa lungo, papa corto", potrebbe essere anche l'ultima...)... trovo veramente spaziale che in essa si sostenga che la chiesa non debba intervenire nella politica... Sparate come questa non andrebbero nemmeno commentate - ognuno è libero di scrivere e dire quello che gli pare, ma in genere la coerenza è cosa apprezzata -, tuttavia mi permetto di avanzare un paio di dubbi: è lo stesso omino bianco che qualche settimana prima tuonava contro l'ipotesi di riconoscimenti ufficiali alle famiglie omosessuali od alle coppie di fatto ? Lo stesso che ha fatto campagna elettorale contro una consultazione elettorale di uno stato che, in fin dei conti, lo ospita ? E poi: mi viene da pensare che l'omino nero Ruini e l'omino bianco Maledetto si parlino poco... i fortunati cattolici non hanno appena avuto precise indicazioni sui criteri con i quali scegliere per chi votare alle prossime elezioni politiche ?
Sullo stesso piano, in lizza per il premio "le racconti che sembrano vere", metterei il nostro amato (non Amato: quello era il precedente !) presidente operaio (ma anche presidente massaia, presidente calciatore, presidente beauty-farm, e chi più ne ha più ne metta), il quale afferma con solennità e fiero cipiglio di odiare il fatto di comparire in televisione... anche in questo caso, direi che la cosa si commenta da sè...
venerdì 13 gennaio 2006
Castelli di rabbia
Che sia davvero come dice Alessandro Baricco ?
... forse, sempre, e per tutti, altro non è mai, lèggere, che fissare un punto per non essere sedotti, e rovinati, dall'incontrollabile strisciare via del mondo. Non si leggerebbe, nulla, se non fosse per paura. O per rimandare la tentazione di un rovinoso desiderio a cui, si sa, non si saprà resistere. Si legge per non alzare lo sguardo verso il finestrino, questa è la verità. Un libro aperto è sempre la certificazione della presenza di un vile - gli occhi inchiodati su quelle righe per non farsi rubare lo sguardo dal bruciore del mondo - le parole che a una ad una stringono il fragore del mondo in un imbuto opaco fino a farlo colare in formine di vetro che chiamano libri - la più raffinata delle ritirate, questa è la verità. Una sporcheria. Però: dolcissima ... lèggere è una sporcheria dolcissima. Chi può capire qualcosa della dolcezza se non ha mai chinato la propria vita, tutta quanta, sulla prima riga della prima pagina di un libro ? No, quella è la sola e più dolce custodia di ogni paura - un libro che inizia ...
... forse, sempre, e per tutti, altro non è mai, lèggere, che fissare un punto per non essere sedotti, e rovinati, dall'incontrollabile strisciare via del mondo. Non si leggerebbe, nulla, se non fosse per paura. O per rimandare la tentazione di un rovinoso desiderio a cui, si sa, non si saprà resistere. Si legge per non alzare lo sguardo verso il finestrino, questa è la verità. Un libro aperto è sempre la certificazione della presenza di un vile - gli occhi inchiodati su quelle righe per non farsi rubare lo sguardo dal bruciore del mondo - le parole che a una ad una stringono il fragore del mondo in un imbuto opaco fino a farlo colare in formine di vetro che chiamano libri - la più raffinata delle ritirate, questa è la verità. Una sporcheria. Però: dolcissima ... lèggere è una sporcheria dolcissima. Chi può capire qualcosa della dolcezza se non ha mai chinato la propria vita, tutta quanta, sulla prima riga della prima pagina di un libro ? No, quella è la sola e più dolce custodia di ogni paura - un libro che inizia ...
mercoledì 11 gennaio 2006
Grazie Fabrizio
Sette anni fa, come oggi, moriva Fabrizio De Andrè.
Era una giornata fredda di gennaio, probabilmente: come quella di oggi, certo, ma più fredda per il fatto che ci lasciava un grande della musica italiana.
Il primo ricordo nitido che ho di una canzone di Fabrizio risale a più di vent'anni fa, ad una calda sera d'estate in un paese della riviera veneta: mia mamma che canta "La guerra di Piero" a me ed a mia sorella, io che piango, forse perchè ero un bambino e la canzone è triste, forse perchè già allora tendevo a comportarmi, in certe situazioni, come una fontana... o forse, semplicemente, perchè il protagonista della canzone si chiama quasi come me, e fa una fine triste, che ho però sempre considerato una fine "bella". Ed è questa forse un po' la costante delle canzoni di De Andrè, il loro riuscire ad essere, spesso, dolci, ciniche, tristi e divertenti allo stesso tempo: e sempre profonde, sempre canzoni che ti lasciano come un senso di vuoto quando finiscono.
Ho ascoltato le canzoni di Fabrizio fin da bambino, ricordo la prima volta che ho ascoltato un suo album per intero (si trattava del primo volume del concerto con la PFM, inizio anno 1979... non avevo nemmeno un anno, ai tempi, eppure è musica che sento mia come poche altre), la persona che me l'aveva prestato... ho iniziato a cercare tutto ciò che Fabrizio ha scritto e cantato quando ormai lui non c'era più... ed è questo il più grande rimpianto che mi rimane, quello di non aver mai assistito ad un suo concerto. Ma qualcosa di quello che sono, nel bene e nel male, lo devo anche a lui, alla sua musica ed alle sue parole... e dunque, grazie Fabrizio, per avermi insegnato "la mia distanza dalle stelle", per avermi fatto capire che spesso forza e fragilità, in una persona, sono solo due facce della stessa medaglia... e per aver reso il mondo un posto un po' migliore.
Era una giornata fredda di gennaio, probabilmente: come quella di oggi, certo, ma più fredda per il fatto che ci lasciava un grande della musica italiana.
Il primo ricordo nitido che ho di una canzone di Fabrizio risale a più di vent'anni fa, ad una calda sera d'estate in un paese della riviera veneta: mia mamma che canta "La guerra di Piero" a me ed a mia sorella, io che piango, forse perchè ero un bambino e la canzone è triste, forse perchè già allora tendevo a comportarmi, in certe situazioni, come una fontana... o forse, semplicemente, perchè il protagonista della canzone si chiama quasi come me, e fa una fine triste, che ho però sempre considerato una fine "bella". Ed è questa forse un po' la costante delle canzoni di De Andrè, il loro riuscire ad essere, spesso, dolci, ciniche, tristi e divertenti allo stesso tempo: e sempre profonde, sempre canzoni che ti lasciano come un senso di vuoto quando finiscono.
Ho ascoltato le canzoni di Fabrizio fin da bambino, ricordo la prima volta che ho ascoltato un suo album per intero (si trattava del primo volume del concerto con la PFM, inizio anno 1979... non avevo nemmeno un anno, ai tempi, eppure è musica che sento mia come poche altre), la persona che me l'aveva prestato... ho iniziato a cercare tutto ciò che Fabrizio ha scritto e cantato quando ormai lui non c'era più... ed è questo il più grande rimpianto che mi rimane, quello di non aver mai assistito ad un suo concerto. Ma qualcosa di quello che sono, nel bene e nel male, lo devo anche a lui, alla sua musica ed alle sue parole... e dunque, grazie Fabrizio, per avermi insegnato "la mia distanza dalle stelle", per avermi fatto capire che spesso forza e fragilità, in una persona, sono solo due facce della stessa medaglia... e per aver reso il mondo un posto un po' migliore.
lunedì 2 gennaio 2006
Buon anno !
Per inaugurare degnamente il nuovo anno, ecco due nuove gallerie fotografiche: la prima riporta alcune immagini scattate nella zona di casa mia dopo la bella nevicata di mercoledì 28 dicembre, mentre la seconda raccoglie le fotografie scattate a cavallo di Capodanno a Pieve di Bono, a casa di Nicola... buona visione a tutti... ed ovviamente BUON ANNO !!!
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