Movimento Family Day, si autodefiniscono i gruppi che, ripetutamente nel passato, l'ultima volta pochi mesi fa, si sono mobilitati per protestare contro l'idea, poi diventata legge, di dare un riconoscimento giuridico alle unioni tra persone dello stesso sessi.
Al di là della pretesa racchiusa nella scelta del nome, etichettare come unica famiglia possibile quella formata da un uomo, una donna e dai loro figli, pretesa che sarebbe stata ridicola già duemila anni fa, mi colpisce, sempre, ed un po' mi (dis)turba, l'idea che qualcuno possa pensare di manifestare non per ottenere un diritto, bensì per negare un diritto a qualcun altro.
Perché di questo si tratta: ché dare a persone dello stesso sesso la possibilità di un riconoscimento legale della loro unione nulla toglie a chi, eterosessuale, questa possibilità già ce l'ha.
L'idea, chiaramente, è la solita: le scelte personali di alcuni, dovute a personale convinzione o personalissima fede, dovrebbero valere, per legge, per tutti - il che è ovviamente assurdo in qualunque stato laico.
Quali siano, poi, queste convinzioni e questa fede, il cui primo fine sia quello di negare ad altri qualcosa che nulla toglie ad essi, sarebbe interessante conoscere - e chi conosce certe cose, si sa, poi le evita.
Davvero, siete il sale della terra: nel senso che, fosse per voi, su di essa non crescerebbe più nulla.