martedì 30 giugno 2020

Una pin-bar per domarli


Post un po' nerd: in un mondo sempre più web-centrico, la lista delle webapp che utilizziamo più frequentemente definisce, in un certo senso, se non il nostro modo di essere... be', almeno il nostro modo di pensare la nostra quotidianità.
Ecco quindi l'idea di commentare, brevemente, il contenuto della pin-bar del mio profilo di Chrome: la lista delle webapp che si riaprono ogni volta che apro il browser.

Comunicazione: GMail, Telegram, WhatsApp
Notizie: The Old Reader
Organizzazione: Google Keep, Google Calendar
Musica: Amazon Prime Music, YouTube
Sport: Garmin Connect
Altro: Blogger



Abbastanza nerd, in effetti - ma non abbastanza da escludere lo sport ;-) ...

E voi - che cosa avete nella vostra pin-bar?

domenica 28 giugno 2020

Acqua di montagna, acqua di città

Acquedotto di montagna vs. acquedotto di città: quando un cubetto di ghiaccio dice più di mille parole... 

martedì 16 giugno 2020

Due cose che ho imparato dal coronavirus

Breve elenco, in ordine sparso, di cose che ho imparato - che molti di noi hanno imparato - nei mesi di convivenza col Coronavirus, tra lockdown più o meno severo e timide riaperture.

  • a lavare le mani: voglio dire, se non abbiamo imparato dopo mesi di video, interviste, schede su quanto sia importante farlo e farlo bene... be', abbiamo capito perché il virus in questione ci ha ridotti così (impara l'arte e mettila da parte)
  • lavorare da casa è possibile: c'è chi, come me, aveva la possibilità di farlo almeno per la metà del tempo indipendentemente dal lockdown; ma tanti sono stati forzati a farlo e si è finito per scoprire che, guarda un po' 😱, funziona - non è un danno per le aziende, non è un danno per l'economia (da non dimenticare)
  • il mio lavoro mi rende un privilegiato: vedi punto precedente, che ovviamente non vale per tutti; per gli altri, mi aspetterei un sostegno dalle istituzioni più che una corsa a riaprire tutto in tempi brevissimi - ma ne parliamo dopo (senso di colpa)
  • la socialità è sopravvalutata: tutti a disperarsi per l'obbligo di distanziamento sociale, l'astinenza da aperitivi ed uscite serali, la mancanza di contatto umano sul lavoro - e poi tutti sorprendentemente sopravvissuti, sfruttando la tecnologia per rimanere vicini, sfrondando forse un po' i rami meno essenziali della propria socialità, e fondamentalmente anche godendosi un po' di solitudine e la compagnia dei propri familiari più vicini (nessun uomo è un isola ma forse un po' anche)
  • la corsa all'evento online: davvero, e metto in prima fila quelli che fanno il mio mestiere: avete un po' rotto, con questa patetica corsa a saltare sul treno del lockdown per raccontare di quanto siete bravi a continuare a lavorare e ad organizzare eventi, discussioni, tavole rotonde, e poi post, tweet, retweet, e podcast e conferenze on air... (il troppo stroppia)
  • la sanità privata fa più vittime di quella pubblica: incredibile come il pensare la sanità in ottica business prima che in ottica di servizio renda problematico gestire emergenze e picchi come quelli dei mesi scorsi - Lombardia prima in classifica, ancora una volta e non certo nella classifica più ambita, quella delle vittime da Covid-19 (eccellenze della sanità lombarda - ma dove?)
  • riavviare l'economia (Riaprire! Riaprire tutto!) sembra più importante che scongiurare una recrudescenza dell'epidemia - tra l'altro, dopo che i ritardi iniziali nel chiudere tutto, soprattutto in certe zone, sono stati tra le cause principali delle stragi dei mesi passati. Anche in questo caso, Lombardia in prima fila (i più ricchi del cimitero)
  • la madre degli idioti è sempre incinta: che cos'altro concludere, dopo aver visto le immagini di piazzale Arnaldo (a Brescia) affollata di persone senza mascherina, intente a placare l'astinenza da aperitivo, nel primo venerdì sera di riapertura? (quelli che il virus sono fatti degli altri
  • baci e abbracci: tutti quelli (non molti) che non ho scambiato fuori sono stati ampiamente compensati dal vivere ogni minuto della giornata fianco a fianco con mia moglie e le nostre bimbe; se mai torneremo ad una completa normalità, tutto questo mi mancherà
E poi tante altre, che al momento non mi vengono in mente e forse non meritano particolare primo piano, ma senza dubbio mi porterò dentro.

martedì 2 giugno 2020

2 giugno

Festa della Repubblica: una delle due feste nazionali legate alla storia italiana, bella e irrinunciabile come un 25 aprile, per dirla con gli Offlaga Disco Pax.
Ne ho parlato con mia figlia, affascinata - come tutti lo siamo stati, a nove anni - dall'idea di avere - o, meglio, che l'Italia abbia avuto, in passato - un re ed una famiglia reale.
Al di là dell'attualità, che ha visto i soliti noti, sedicenti patrioti che in Europa votano contro gli aiuti al nostro paese, violare qualunque indicazione anti- contagio ed anti-assembramento, perché va bene legge, ordine e sicurezza, ma solo quando sono loro a dirlo, a parte l'attualità, dicevo, abbiamo parlato dei re di ieri e dei relativi discendenti di oggi - ci fosse bisogno di un motivo per non essere monarchici, rileggetevi la recente querelle tra rami della famiglia Savoia e rispettivi sostenitori sull'appassionante tema le figlie di Emanuele Filiberto hanno diritto ad entrare in linea di successione?
Non affaticatevi il cervello, sostenitori di questo o di quel discendente di ex casata regnante: chi se ne frega è l'unica risposta, dato che la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale.

Ho ricordato un'altra cosa, alle mie figlie: settantaquattro anni di Repubblica, certo. Ma anche settantaquattro anni dalla prima occasione in cui le donne, in Italia, ebbero diritto di voto: mia nonna, per dire, aveva trentasette anni e sino ad allora mai aveva potuto votare. Ora lo diamo per scontato, ma nel passato del nostro paese monarchia, diritto divino a governare e ventennio fascista vollero dire anche che solo chi portava i pantaloni era considerato degno di prender parte alla vita pubblica...
Viva la Repubblica, una volta di più.

Equipe 84