Festa della Repubblica: una delle due feste nazionali legate alla storia italiana, bella e irrinunciabile come un 25 aprile, per dirla con gli Offlaga Disco Pax.
Ne ho parlato con mia figlia, affascinata - come tutti lo siamo stati, a nove anni - dall'idea di avere - o, meglio, che l'Italia abbia avuto, in passato - un re ed una famiglia reale.
Al di là dell'attualità, che ha visto i soliti noti, sedicenti patrioti che in Europa votano contro gli aiuti al nostro paese, violare qualunque indicazione anti- contagio ed anti-assembramento, perché va bene legge, ordine e sicurezza, ma solo quando sono loro a dirlo, a parte l'attualità, dicevo, abbiamo parlato dei re di ieri e dei relativi discendenti di oggi - ci fosse bisogno di un motivo per non essere monarchici, rileggetevi la recente querelle tra rami della famiglia Savoia e rispettivi sostenitori sull'appassionante tema le figlie di Emanuele Filiberto hanno diritto ad entrare in linea di successione?
Non affaticatevi il cervello, sostenitori di questo o di quel discendente di ex casata regnante: chi se ne frega è l'unica risposta, dato che la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale.
Ho ricordato un'altra cosa, alle mie figlie: settantaquattro anni di Repubblica, certo. Ma anche settantaquattro anni dalla prima occasione in cui le donne, in Italia, ebbero diritto di voto: mia nonna, per dire, aveva trentasette anni e sino ad allora mai aveva potuto votare. Ora lo diamo per scontato, ma nel passato del nostro paese monarchia, diritto divino a governare e ventennio fascista vollero dire anche che solo chi portava i pantaloni era considerato degno di prender parte alla vita pubblica...
Viva la Repubblica, una volta di più.
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