Non si parlava di "Festa dei nonni", quando ero ragazzino. L'hanno inventata dopo, forse, o forse semplicemente non aveva ancora preso piede.
Ora c'è la festa ma, nel mio caso, mancano ormai i nonni. Mi sentivo fortunato, alla fine delle medie, perché ne avevo ancora quattro - cosa non frequentissima al tempo tra i miei coetanei. Poi nel giro di quattro anni scarsi ne ho persi tre e solo la mia nonna paterna, che se n'è andata tre anni fa alla tenera età di novantacinque anni, mi ha visto - tanto per dire - diplomato, laureato, sposato, con figli.
Mi è capitato spesso di pensare a che cosa gli altri nonnni avrebbero detto di me, delle mie scelte, della mia famiglia, in generale dell'adulto che sono diventato - e del quale, forse, hanno intravisto qualcosa, nel bambino che hanno conosciuto.
Non sono incline a pensare in termini di un qualche "aldilà": per quanto mi riguarda l'unica eternità sta nel ricordo che si lascia. Eppure a volte penso che, per fare ancora due chiacchiere con i miei nonni, non sarebbe poi male scoprire che mi sbaglio...