venerdì 25 dicembre 2009

giovedì 24 dicembre 2009

Le radici pagane dell'Europa

Quello sulle mitiche "radici cristiane dell'Europa" è uno dei ritornelli più frequenti dell'attualità politico-confessionale, soprattutto da quando il progetto di Costituzione Europea s'è orientato verso l'esclusione di riferimenti a tale mitologia.

Se ne parla tuttavia parecchio, generalmente dall'alto di scientificissime posizioni di fede, spesso più con l'intento di presentarsi come difensori della Fede (l'unica con la maiuscola :-)) mendicando l'appoggio politico delle gerarchie vaticane (piuttosto di bocca buona, tra l'altro, quando si tratta di concederlo).

C'è chi obietta che l'Europa moderna, quella che con un termine piuttosto sgradevole viene correntemente definita occidentale, affonda le radici di tale modernità nella Rivoluzione Francese, c'è chi ribatte che il substrato cristiano (o giudaico-cristiano, per chi con sprezzo del pericolo azzarda un'estensione del concetto al popolo deicida) è ad essa temporalmente precedente, non facendo altro che sottolineare la debolezza di qualunque discorso che basi la legittimazione di una presunta "origine" su basi meramente temporali. E' la solita questione: c'è chi sostiene che noi Lombardi avremmo origine celtiche, fissando per comodità e proprio tornaconto l'inizio della nostra storia in un preciso periodo storico, come se non bastasse fermarsi a tempi più recenti, od andare parecchio più indietro, per affermare (dio non voglia!) che le nostre origini sono romane, o che siamo tutti Africani.

Esemplare, in questo senso, è l'origine della festività che i cristiani festeggiano domani. Dopo lungo e faticoso peregrinare tra marzo, aprile e maggio, la nascita di Gesù (detto il Cristo) venne fissata, nel quarto secolo e.v., al 25 dicembre, andando così a sovrapporsi alla tradizionale festa pagana del "Sol Invictus": la festa cioè del sole che, tre giorni dopo il solstizio, riprende a salire nel cielo, a simboleggiare la rinascita della natura. Anche in questo caso, facendo un ulteriore passo indietro nel tempo, ci si imbatte però in un'origine ancora diversa della stessa ricorrenza: il mito della resurrezione (nulla di nuovo, no?) del dio egizio Osiride, cronologicamente collocata in corrispondenza dello stesso riferimento astronomico di cui sopra.

Ohibò: che la nostra cara, vecchia Europa, le cui radici giudaico-cristiane sono sotto gli occhi di tutti, si appresti a festeggiare una ricorrenza nientepopodimenoche egizia? O pagana?

Personalmente, da uomo di ragione e non di fede, preferisco rallegrarmi delle giornate che - per motivi astronomicamente noti e razionalmente spiegati - ricominciano ad allungarsi, limitandomi ad augurare a tutti i Cristiani un sereno Natale, ai Pagani una lieta festa del sol invictus, a chi segue la religione dell'Antico Egitto una buona resurrezione di Osiride, ed a tutti i miei liberi simili un ottimo 25 dicembre.

mercoledì 23 dicembre 2009

Coperte e panini

Chiaramente, l'ad di Trenitalia che suggerisce a chi debba viaggiare in treno di portare con sé coperte, panini ed acqua rappresenta una notevole uscita comica. Od un'ammissione di colpa ed impotenza che, in qualunque Paese minimamente civile, andrebbe di pari passo con le dimissioni di chi guida il servizio ferroviario nazionale.

Tuttavia Trenitalia pare aver deciso di superare se stessa, e sul suo servizio online di aggiornamento sui ritardi (e le cancellazioni, e le modifiche dei percorsi) dei treni consiglia... di non prendere il treno!!!

Non prendete il treno!

sabato 19 dicembre 2009

Santi subito!

Ecco una notizia dopo la quale è fin troppo facile sentirsi soddisfatti di non essere credenti, ed in particolar modo di non esserlo "all'italiana": cattolici.

A quanto pare, SS ha firmato il decreto che dà il primo via libera ufficiale alla beatificazione di due suoi predecessori: Karol Wojtyla, in arte Giovanni Paolo II, ed Eugenio Pacelli, aka Pio XII. Assai noto il primo, Papa mediatico e "markettaro" (nel senso del marketing) per eccellenza, del quale troppo spesso si tacciono talune frequentazioni quantomeno imbarazzanti, assai contestato il secondo, cui si rimprovera, durante la seconda guerra mondiale, un comportamento stile "non c'ero, e se c'ero dormivo (e se non dormivo comunque erano Ebrei)".

Così, giusto perché i credenti cattolici non hanno già motivi sufficienti per cui vergognarsi delle gerarchie vaticane...

mercoledì 16 dicembre 2009

Violenze diverse

Non tutte le violenze, evidentemente, si pesano con la stessa bilancia: dipende, molto, da chi è la persona offesa. Bilance ad personam?

Ci hanno detto "Potete morire"

Notre Dom de Milàn

Si parla - ovviamente - del Duomo di Milano lanciato in faccia al presidente del Consiglio: si parla di questo, in questi giorni, nei bar, nei supermercati, per strada.

Si condanna la violenza, senza se e senza ma come usa dire, e su questo tutti quanti d'accordo. Diverso è il discorso sul "clima di odio" che si pretende di eliminare con provvedimenti da stato di polizia: limitare la libertà di espressione, di manifestazione. Criticare il dissenso, venga da facebook o dal Presidente della Camera importa poco: è gettar benzina sul fuoco, recita la stampa di regime, non lo è evidentemente invece raccontare balle su una presunta regia che starebbe dietro al gesto di uno squilibrato, sulle radici di un gesto che affonderebbero negli ambienti che votano PD, gridare al partito dell'odio contro quello dell'amore, amore che - ovviamente - alla fine trionferà (come la "Bandiera Rossa" di buona memoria).

Ne parlano e ne scrivono in tanti, personalmente condivido, parola per parola, l'articolo di oggi di Concita De Gregorio.

Che c'entra il lancio di un modellino del Duomo con le leggi ad personam, l'immunità indispensabile, le leggi fatte a colpi di fiducia? Che c'entra con la stretta - paventata, per ora - sulla libertà d'espressione, col cambiare la Costituzione?

Verrebbe da dire che la prima cosa da cambiare dovrebbe essere il servizio d'ordine. Al secondo posto metterei il senso dello Stato di chi, vinte le elezioni, pretende di comandare anziché di governare, insultando gli avversari ("coglione chi non mi vota") per poi chiedersi "da dove viene tanto odio?".

L'odio non è violenza: non si può giustificare un atto violento, in democrazia, ma è più che legittimo chiedersi quali siano, sociologicamente, i motivi di un sentimento di odio che almeno la metà degli Italiani nutre nei confronti di una persona. Trovo che la risposta sia piuttosto semplice: è di questo che ci si dovrebbe preoccupare, non del folle gesto di una persona con problemi psichici. Chiediamoci se sia legittimo cavalcare un atto ingiustificabile per limitare le libertà personali dei cittadini, negare legittimità ad ogni minimo dissenso nei confronti del Capo (quasi che ricordargli l'esistenza di una Costituzione equivalesse ad armare di un altro modellino, diciamo per rimanere in tema una statua della Libertà), lasciare in secondo piano i problemi quotidiani dell'intero Paese.

Poi, per carità: stiamo tranquilli, ché l'amore alla fine vincerà. E sappiamo tutti a che cosa pensa, quando dice "amore"...

lunedì 14 dicembre 2009

Corona di spine

Fabrizio Corona, dopo la condanna per foto-ricatti a vip, afferma: "Mi vergogno di essere italiano".

Ci terrei a rassicurarlo: non si senta solo, molte persone se ne vergognano. Del fatto che egli sia italiano, voglio dire...

domenica 13 dicembre 2009

Piazza Fontana in salsa d'insetto

Che "Porta a Porta" sia una sorta di Zelig (nel senso del programma comico...) della politica e dell'attualità, è abbastanza evidente sia dall'impostazione della trasmissione (e del suo conduttore) relativamente ai temi trattati, sia dagli ospiti e dal loro talora singolare abbinamento.

Affinché non ci si faccia mancare niente, vi è persino un capocomico che, di tanto in tanto, tra un legittimo impedimento e l'altro, onora il padrone del salotto della sua presenza: a volte fornito di scrittoio in ciliegio con annesso contratto-spazzatura, altre lasciandosi tradire dall'emozione ed apostrofando l'incolpevole (in quel caso) insetto con l'onorifico titolo di "Dottor Fede".

Così, tra una puntatina a Garlasco ed una a Cogne, tra una serata sulla chirurgia plastica ed una sulla mitica (nel senso che fa parte del mito, più che della realtà) assoluzione di Andreotti dalle accuse di mafia, l'altra serà è andata in onda una puntata sulla strage di Piazza Fontana: quarant'anni ieri, ed ovviamene ancora nessuna verità.

Secondo la prassi consolidata di contrapporre pesci grossi a pesci piccoli, onde non lasciare dubbi sulla posizione (assai vicina al pavimento: del resto, diceva Montanelli, chi striscia non rischia d'inciampare) dell'insetto, erano stati invitati in trasmissione il Presidente dell'Associazione Familiari dele Vittime di Piazza Fontana ed il Ministro della Difesa Ignazio Larussa. Decisamente un curioso accostamento, un tantino imbarazzante - teoricamente - per il Ministro, non si sa se presente in qualità di rappresentante del Governo - e dunque in qualche modo in difesa dei "segreti di Stato" che aleggiano attorno alla storia di questa e di altre stragi - o del proprio personalissimo status di "ex fascista" (si può dire? diciamo appartenente ad un partito che ha le sue radici nell'MSI...), opposto per una perversa par-condicio a chi rappresenta i familiari delle vittime di quella che fu la prima delle stragi fasciste che insanguinarono il nostro Paese.

A questo punto è legittimo aspettarsi una puntata sulle stragi di Capaci e via D'Amelio, ospiti la sorella di Paolo Borsellino e Bernardo Provenzano, od una puntata su Calciopoli, ospiti il capo della Procura del CONI e Luciano Moggi.

Chissà perché, mi son tornate in mente le parole di De Gregori (la canzone è "Viva l'Italia"): "Viva l'Italia del 12 dicembre... l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda, come sempre...".

Mai nuda quanto in questi mesi, probabilmente.
http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_piazza_Fontana

giovedì 10 dicembre 2009

Ognuno ha le proprie croci...

[caption id="attachment_1718" align="alignleft" width="320" caption="Fonte: ilmanifesto.it"]vignetta_20091201[/caption]

mercoledì 9 dicembre 2009

Libertà

"Senza libertà illimitata di stampa e di riunione, senza libera lotta di opinioni, la vita muore in ogni istituzione pubblica. La libertà riservata ai partigiani del governo non è libertà. La libertà è sempre e soltanto di chi la pensa diversamente."

[Rosa Luxemburg, 1918]

martedì 8 dicembre 2009

...che fu tutto, e lo fu invano...

Filosofo, naturalista,
maestro d'arme e rime, musicista,
viaggiatore ascensionista,
istrione ma non ebbe claque,
amante anche, senza conquista,
qui giace Ercole Savignano Cirano de Bergerac
che fu tutto, e lo fu invano…
Ma io vado, pardon, non posso far attendere.
Visto il raggio di luna che mi è venuto a prendere?
Non voglio il vostro appoggio, null'altro che le piante.
Lei viene. Già mi sento di marmo raggelante,
inguantato di piombo.
Ah, poiché ella è in cammino,
andrò a incontrar la sua falce col mio destino.
Voi che dite? Non serve? Lo so, bella scoperta.
Perché battersi solo se la vittoria è certa?
È più bello quando è inutile, tra scoppi di scintille.


Chi sono tutti quelli? Ah, ma siete mille e mille.
Ah, sì, vi riconosco, nemici miei in consesso.
Menzogna, Codardia, Doppiezza, Compromesso…
Lo so che alla fin fine voi mi darete il matto.
Che importa, io mi batto, io mi batto, io mi batto!
Ah! Voi mi strappate tutto, l'alloro e la rosa.
Servitevi. Malgrado voi, mi resta un'altra cosa che è mia.
E quando a sera entrerò in quel di Dio,
spazzerà il mio saluto l'azzurro sfavillìo
e offrirò, con l'orgoglio che mai macchiai né macchio,
l'indomita purezza del mio pennacchio.

[Edmond Rostand, da Cyrano de Bergerac]

lunedì 7 dicembre 2009

Pensiero stupendo

Tra tutte le immagini e le parole del grandioso No-B-Day, che s'è tenuto a Roma sabato scorso con un'enorme partecipazione popolare, questa immagine, proveniente dal sito web de "la Repubblica", mi è parsa particolarmente azzeccata e divertente:

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domenica 6 dicembre 2009

Diciassette (più una)

Il calcio è lo sport di squadra con meno regole - diciassette - e si dice che questo sia il suo bello.

C'è poi la diciottesima, non ufficiale, che se hai la maglia bianconera i rigori contro non esistono.

Il bello del calcio, davvero.

giovedì 3 dicembre 2009

Compagno Manganello

Non so se faccia più ridere un primo ministro tanto certo di essere innocente da essere disposto a sterminare migliaia di processi pur di bloccare i propri, un presidente della Camera che si fa "beccare" fuori-onda a sostenere cose su cui ogni persona di buon senso non può che concordare (vincere le elezioni significa avere il diritto (aggiungo: ed il dovere) di governare, non godere di una qualche immunità totale) od un ministro (Scajola: lo stesso Scajola che, anni fa, da Ministro degli Interni, definì "un rompicoglioni" una persona che si lamentava per essere stata privata della scorta. La persona in questione fu poi uccisa in un attentato) che commenta che "il Presidente della Camera è fuori dalla linea del partito".

Certo, mettere il buon senso ed un normale principio democratico fuori dalla linea del partito è un'uscita niente male, ma la mia preferenza personale va alle parole di Gianfranco Fini (lo stesso Fini del "mai più con Berlusconi", salvo poi tornare all'ovile in cambio d'una poltrona pochi mesi dopo), sempre più in versione poliziotto buono. Compagno Manganello, lo chiamano in molti: ed è più o meno il senso di quello che intendo quando dico che prima o poi ce lo troveremo come segretario o quantomeno come alleato del PD, e finirà che lo voteremo.

Davvero, non so cosa faccia più ridere, di tutte queste cose.

A volte davvero si ride per non piangere.

sabato 28 novembre 2009

Opposti assolutismi

Qualche giorno fa ho avuto modo, grazie ad un post sulla bacheca di Facebook di una mia grande amica, di imbattermi in questo articolo, dal titolo Come sono nati i Testimoni di Geova (nel senso di come è nato il movimento, di com'è nata la religione: non nel senso di come nascano le singole persone che di esso fanno parte :-) ).

L'argomento - come nasce una religione, come si sviluppa... qual è la scintilla, per così dire - è interessante di per sé: interessante tanto come fenomeno sociologico e sociopolitico, quanto dal punto di vista della cosiddetta cultura generale. L'aspetto che maggiormente ha colpito la mia attenzione, tuttavia, consiste nel fatto che a raccontare l'origine di un movimento religioso sia, nel caso specifico dell'articolo linkato sopra, un articolo pubblicato in un contenitore (culturacattolica.it) i cui contenuti e la cui linea sono ispirati - dichiaratamente, sin dal nome - ad un altro movimento religioso.

Così mi sono immerso nella lettura, non lo nego, con la divertita sensazione di essere nelle stesse condizioni di una persona che, appassionata di ciclismo più che di calcio, si accinga a leggere un articolo scritto da uno juventino allo scopo di parlare delle recenti stagioni trionfali dell'Inter...

Non ho dovuto attendere molto per trovare traccia di ciò che, in qualche modo, costituiva l'oggetto della mia ricerca: una sorta di scontro tra opposti assolutismi, di crociata, di ottusa applicazione agli altri di pesi e misure che mai si applicherebbero a se stessi. Si procurò [il fondatore dei Testimoni di Geova, ndr] quindi una Bibbia e, senza la guida di alcuno, si mise a leggerla e ad interpretarla. [...] Il difetto principale di Russel fu di LEGGERE LA BIBBIA DA INESPERTO e di interpretare cervelloticamente testi che avrebbero richiesto ben altra preparazione scientifica per essere compresi. Sin qui, nulla di particolarmente sensazionale: in fondo, è dai tempi della Controriforma che la Chiesa Cattolica batte il chiodo della sua presunta esclusiva nell'interpretazione delle cosiddette Sacre Scritture. Ma ciò che segue sarebbe degno del Nobel del doppiopesismo, se esistesse qualcosa di simile: La mancanza del più elementare senso della misura lo portò inoltre a propagandare con sbalorditiva sicurezza le proprie fantasie bibliche come se fossero parola di Dio. Cioè in pratica: se qualcuno manca di senso della misura (o meglio: del più elementare senso della misura), rischia di arrivare al punto di propagandare come certezze le proprie fantasie, come fossero parola di Dio!!! La qual cosa è evidentemente considerata, dall'autore dell'articolo, una proterva assurdità, qualora non riguardi un uomo biancovestito (scarpe alla voce "Prada"), la cui pretesa infallibilità è com'è noto razionalmente provata, e non rischia pertanto di ricadere sotto la voce "Mancanza del più elementare senso della misura".

Ora. Non mi interessa in alcun modo discutere dell'infallibilità di Sua Santità (espressione spesso utilizzata come esempio di "Senso della misura") né delle convinzioni dei Testimoni di Geova: vivo beatamente la mia vita di ateo col rispetto di chi non pretende di imporre le proprie convinzioni agli altri e la serenità di chi può interessarsi a queste ultime senza essere emotivamente coinvolto. Trovo tuttavia estremamente significativo, nel contesto dell'epico ed eterno scontro di ogni giorno tra assolutismo e relativismo (scontro generalmente montato e temuto dai primi, e di scarsissimo interesse per i secondi, se non in un'ottica di pura difesa del proprio territorio), che uno scontro tra opposti assolutismi riveli con disarmante ingenuità come funziona un assolutismo: si parte dal presupposto di avere ragione e, forti di questo postulato, non si può che dedurne il torto degli altri; si criticano negli altri comportamenti e metodi assolutamente accettabili per quanto riguarda la propria parte (ancora una volta, in funzione del postulato secondo cui si ha ragione, dunque non si agisce per "mancanza del più elementare senso della misura" bensì in umile ossequio alla Verità).

E' il genere di cose per cui la mia vita di non credente prosegue un po' più felice di prima, con una piacevole e serena sensazione di libertà e di leggerezza. Si è soliti dire che cane non mangia cane, ma varrebbe forse la pena di precisare che la cosa vale solo tra cani della stessa razza. Poterlo fare con la noncuranza divertita del sentirmi - mai come in questo caso - il gatto della situazione è una di quelle cose per cui, citando Woody Allen, potrei scherzare sulla cosa dicendo che ringrazio dio ogni giorno di avermi fatto ateo...

PS: a chi, dalla lettura dell'articolo sopra indicato, venisse voglia di approfondire i meccanismi (politici e sociali) che stanno dietro alla nascita di una religione, consiglio la lettura del bel libro "Inchiesta sul cristianesimo - Come si costruisce una religione", di Corrado Augias e Remo Citati, che racconta, basandosi su precisi riscontri storici e letterari, di come si possa individuare nel cosiddetto San Paolo il vero fondatore del Cristianesimo, rendendo ancor più significativo il tono di superiore derisione con il quale l'articolo di Cultura Cattolica ricorda che i seguaci di Russel lo consideravano "il più grande uomo vissuto dopo San Paolo": quando si dice i corsi e ricorsi della Storia...

venerdì 20 novembre 2009

Natale bianco

No, non è un refuso: non avevo intenzione di scrivere "Bianco Natal", bensì esattamente quello che ho scritto: "Natale bianco". Non bianco nel senso della neve, infatti: bianco nel senso del colore della pelle.

E' la brillante idea di sindaco ed assessori di un paese del bresciano, subito imitati (non c'era dubbio: nulla è tanto facile da imitare quanto il razzismo) dai colleghi di altri comuni: per festeggiare degnamente le ricorrenze cattoliche, passare al setaccio le case del paese per individuare eventuali extracomunitari col permesso di soggiorno scaduto. Un rastrellamento, in qualche modo. "Perché per me il Natale è il simbolo della tradizione cristiana", spiega l'assessore (crociato?) alla sicurezza. Che prosegue: "Questa gente [i cittadini che protestano, ndr] dov'era, domenica scorsa? Io a Brescia, dal Papa". Più cattolico di così, si muore.

In ogni caso: la simpatica iniziativa si concluderà, trionfalmente, il giorno di Natale. Natale bianco, appunto.

sabato 14 novembre 2009

Con filiale devozione

Ci sono persone - si sa - alle quali piace parlare anche a nome degli altri. Anche quando sanno che gli "altri" non sono necessariamente d'accordo con loro.

Ci sono persone alle quali piace - piace molto - parlare a nome di tutti.

Nulla di particolarmente grave nella vita normale: si parla, ci si spiega, si chiarisce.

Gravissimo invece quando a comportarsi in questo modo - addirittura a vietare parole, spiegazioni, chiarimenti dissonanti - sono le istituzioni.

Succede, di tanto in tanto. In certi contesti succede spesso. E' successo, nella mia città, non molti giorni fa. Domenica 8 novembre era prevista, da queste parti, una visita di Sua Santità Giuseppe Ratzinger. Se ne potrebbe parlare a lungo: ho sentito ferventissimi credenti lamentarsi per il disprezzo manifestato dal protocollo vaticano nei confronti delle suore la cui comunità sarebbe stata visitata da SS, che di recente ne ha santificato il fondatore, senza nemmeno incontrare le religiose che in essa vivono; ho toccato con mano i disagi, per i cittadini, che una visita del genere comporta: strade bloccate e transennate per l'intera giornata, migliaia di tombini sigillati, nei giorni precedenti l'evento, a spese della collettività, "per ragioni di sicurezza"; ho verificato come, curiosamente, visita privata significhi che SS non si sarebbe concesso più di tanto all'adorazione dei fedeli, ma non che i disagi, gli sconvolgimenti del traffico, le spese di organizzazione non sarebbero stati pubblici. Se ne potrebbe parlare a lungo, ma sarebbe un po' un andare fuori tema.

Mi preme invece notare che da settimana la città era tappezzata da enormi manifesti (il classico 6x3 lanciato da Berlusconi, ed imitato poi da epigoni di ogni livello) sui quali compariva un'enorme figura di SS a braccia semiallargate (posa assai divina, lo ammetto). A fianco, colossale, la scritta - a caratteri maiuscoli - "Brescia accoglie il Papa". Ora: la scritta sarebbe potuta essere anche solo leggermente diversa - I fedeli (dando per scontata l'equazione fedeli = cattolici, se il contesto è quello di una visita papale) bresciani accolgono il Papa, L'amministrazione comunale accoglie il Papa - e si sarebbe trattato di un'affermazione tutto sommato vera, ma soprattutto scevra da qualunque prepotenza. Prepotenza che, invece, è piuttosto evidente nella formulazione scelta: evidente perché si tratta, a tutti gli effetti, di parlare a nome di tutti (aggiungo: senza essere, su un argomento del genere, in alcun modo titolati a farlo) ben sapendo di parlare anche a nome di chi nei confronti della visita papale non nutriva interesse né entusiasmo.

Stessa cosa nei dintorni. Comune di Concesio, meta della visita di JR in quanto paese natale del suo predecessore Paolo VI. Pochi giorni prima dell'evento compare, su una rotonda della strada che attraversa il paese, un'enorme sagoma di SS con la scritta (da brividi) "Concesio accoglie il Papa con filiale devozione". Uh.

La gravità della cosa non sta però solo nel parlare a nome di chi non è d'accordo con ciò che si dice: sta anche - purtroppo - nell'impedire qualunque manifestazione di pensiero dissonante. Un mio giovane concittadino, tanto per dire, aveva creato su Facebook un gruppo, denominato "NON TUTTA Brescia accoglie il Papa": manifestazione di una propria opinione, senza alcuna prepotente volontà di attribuirla anche ad altri. Risultato: il ragazzo in questione è stato convocato in questura per accertamenti, ed il gruppo su Facebook forzatamente cancellato.

Non voglio volare di fantasia sulla filiale devozione con la quale il pericoloso libero pensatore può essere stato trattato dalle forze dell'ordine. Mi limito a constatare che ogni avvenimento di questo genere ci riconsegna una società un po' meno libera e, dunque, un po' più povera.

venerdì 6 novembre 2009

L'Europa è libera, l'Italia no

Tutta l'Italia strepita per la sentenza della Corte Europea secondo la quale la presenza del crocifisso nella aule delle scuole pubbliche costituisce una discriminazione nei confronti dei non credenti e dei credenti di religioni diverse da quelle cristiane. Soprattutto l'Italia "politica", ovviamente: si fa a gara ad essere "più papisti del Papa" (il quale già di suo parecchio papista è). Dal massone Berlusconi al dubbioso Bersani, passando per il "celtico" Bossi (quello, tanto per dire, che anni fa tuonava contro i "vescovoni", e partecipa annualmente a cerimonie in onore del "dio Po" (nel senso del fiume)).

Tutti ne parlano, ma ben pochi tentano di farlo superando il preconcetto di mitiche radici cristiane dell'Europa (tutte da dimostrare: ma anche se fosse? Radici cristiane non significa necessariamente imporre un simbolo cristiano a chi cristiano non è... o sbaglio?) o l'entusiasmo di chi ragiona con la spada crociata piuttosto che ragionando sul merito delle cose.

Notevoli eccezioni, pur da punti di vista diversi, sono - direi al solito - Corrado Auguas e Marco Travaglio: il primo spiega perché la sentenza della Corte, oltre ad essere in linea con quanto ci si poteva aspettare, rappresenta una garanzia per tutti ed un segno di rispetto nei confronti di un simbolo religioso che la politica servile (e con essa le alte sfere religiose...) presenta alla stregua di una nota folkloristica, pur di trovare un appiglio per imporne la presenza; il secondo, con il consueto cipiglio, sottolinea le contraddizioni di molti di quelli che Scalfari definirebbe "atei devoti", per poi notare come, entrando nel merito, sarebbe sufficiente considerare il crocifisso come simbolo di uguaglianza e di gratuità dei comportamenti, per sottolinearne il potenziale valore universale e salvarlo dalle contese da osteria (o da parrocchia).

Personalmente mi sento più vicino alla posizione di Augias, soprattutto quando conclude: L'Europa ci guarda e, con il voto unanime dei suoi giudici, ci aiuta.

Segnalo infine un terzo articolo sull'argomento, scritto su "La Stampa" da Michele Ainis. Articolo che si conclude con un'osservazione (Se una religione è forte, se ha fede nella sua capacità di suscitare fede, non ha bisogno di speciali protezioni) che condivido in pieno (ne ho già scritto in passato) e che, per come la vedo io, rappresenta in qualche modo la constatazione che un certo modo di fare religione sia frutto, principalmente, della consapevolezza del proprio incessante ed inesorabile arretramento nella società: constatazione che rappresenta, per il futuro, una promessa ed un speranza.

mercoledì 4 novembre 2009

Non farlo nel mio nome

Quattro novembre, anniversario della fine (per l'Italia) della Prima Guerra Mondiale e, da qualche anno, Festa delle Forze Armate. La mia città - suppongo non solo la mia città - è tappezzata di manifesti celebrativi, colori biancorossoeverdi ed una scritta azzurra: "Grazie ragazzi".

Ogni volta che ne vedo uno, penso alla canzone "Il mio nemico", di Daniele Silvestri:

[...] e se non hai morale
e se non hai passione
se nessun dubbio ti assale
perché la sola ragione che ti interessa avere
è una ragione sociale
ma soprattutto se hai qualche dannata guerra da fare
non farla nel mio nome
non farla nel mio nome
che non hai mai domandato la mia autorizzazione
se ti difenderai non farlo nel mio nome
che non hai mai domandato la mia opinione


Datemi dell'anti-italiano ("insulto" che va molto di moda ultimamente), ma non considerate un manifesto del genere come se fosse fatto anche nel mio nome... d'accordo?

martedì 3 novembre 2009

L'opzione mancante

La Corte Europea di Strasburgo sentenzia a favore della rimozione dei crocifissi dalle aule scolastiche. La politica italiana, quasi all'unisono, tuona contro la Corte: le sentenze, è noto, si rispettano solo quando si è d'accordo.

La CEI parla di "sentenza ideologica", il sito de la Repubblica propone il classico sondaggio "Sei d'accordo?". Personalmente, sono molto colpito dalle quattro opzioni proposte: accanto agli ovvi "Sì" e "No" ed al classico "Non so", trova spazio un favoloso "Non sono credente, ma non ritengo il crocefisso in aula una "violazione della libertà di religione degli alunni"". Mi colpisce in particolare la mancanza dell'opzione duale: "Sono credente, ma ritengo il crocifisso in aula una "violazione della libertà di religione degli alunni"". Mi viene da pensare che gli estensori del sondaggio ritengano tale opzione insensata, come se fosse scontato che ad un credente (a proposito: credente non significa necessariamente cristiano) la presenza di un simbolo religioso non possa sembrare un'imposizione nei confronti di chi credente non è. E mi dispiace, perché conosco invece molti credenti (credenti sinceri, non i soliti credenti di comodo della politica nostrana) che avrebbero risposto, senza alcun dubbio, scegliendo l'opzione mancante...

sondaggio_crocifisso

domenica 1 novembre 2009

Sul comodino

Breve (si fa per dire) elenco dei miei libri sul comodino di queste settimane (o mesi od anni). Non sul comodino in senso fisico (non tutti, o per lo meno non tutti contemporaneamente), ma tutti in corso di lettura. A spizzichi e bocconi, contendendosi il (poco) tempo disponibile per la lettura, questi libri mi stanno accompagnando, alcuni da mesi, alcuni da due giorni, e mi accompagneranno... insieme a tutti quelli che ad essi si aggiungeranno.

giovedì 29 ottobre 2009

Ancora

Ancora una volta, voglio segnalare un articolo di Concita De Gregorio, direttrice de "l'Unità". Perché descrive molto bene la situazione in cui ci troviamo, le condizioni in una persona sta cercando di ridurre il proprio Paese per salvarsi dai suoi problemi con la giustizia. Scrive la De Gregorio: Chiunque abbia a cuore l'Italia deve reagire adesso. Prima che la struttura dello Stato venga giù come un palazzo durante un terremoto. Dopo si potrà solo piangere. I comunisti e tutti gli altri: il danno sarà uguale per tutti. Non aspettiamo le macerie, coraggio.

Davvero: dopo, si potrà solo piangere...

sabato 24 ottobre 2009

Perché votero per Ignazio Marino

Domani voterò alle primarie del Partito Democratico, ho scritto qualche giorno fa. Meritandomi, per questo, una citazione, quattro "critiche" ed una mezza promessa.

E voterò (ovviamente, dirà che mi conosce) per Ignazio Marino.

Premessa: ho ascoltato con interesse il confronto ufficiale tra i tre candidati, nonché la simpatica intervista "tripla" mandata in onda a "Le iene". Mi sono fatto l'idea che si tratti tutto sommato di tre brave persone: diverse, a volte in disaccordo, ma tre brave persone. Questo non è poco, se si pensa alla loro controparte politica. E dovrebbe essere motivo di fiducia per il futuro (non sto pensando, ahimè!, ad un futuro prossimo. Ma al futuro dei nostri figli, forse, sì).

Avevo un pregiudizio favorevole nei confronti di Marino: homo novus, senza legami con il passato del PD (o dei DS, o del PdS, o della Margherita). Di se stesso dice "darei fastidio a Berlusconi perché non potrebbe rinfacciarmi di essere mai stato comunista né democristiano". Ora, lungi da me il giudicare negativamente il passato comunista di qualcuno (giudicherei, in fondo, il mio presente): ma senza dubbio si tratta di una novità assoluta, nella politica italiana. Qualcuno che arriva dalla società civile, da un mondo nel quale ci si fa strada per merito più che per conoscenze, appoggi, amici degli amici.

Il confronto ufficiale mi ha lasciato una sensazione fastidiosa nei confronti di Bersani: come se gli desse fastidio l'idea del confronto, l'idea della scelta affidata alla gente più che agli apparati di partito. Corrente D'Alema, appunto. Non era a suo agio, e si vedeva. Trovo sia il suo limite più grande: ottimo economista, ma con l'aspetto di uno che è un po' sempre scazzato, se mi passate il termine. Sensazione per contro spazzata via dall'intervista delle Iene, che mi ha fatto ritrovare un Bersani vitale, spiritoso, talvolta incline a prendersi in giro (qui, non lo nascondo, la corrente D'Alema si vede ben poco). Alla fin fine, le critiche più grandi che mi sento di fargli sono due: trovo che sarebbe un ottimo ministro (lo è stato, lo sarà), ma come Presidente del Consiglio vorrei qualcuno un po' meno pragmatico ed un po' più incline a portare avanti idee e - qualche volta - sogni.

Franceschini ad un primo sguardo sembra il candidato ideale: più simpatico di Marino (che l'aria da professorone fatica un po' a perderla...), più a suo agio di Bersani al centro del confronto politico. Ma è inguaribilmente veltroniano, con l'utopia del Partito Democratico solo al comando, nell'eterno ripetersi di una folle e sfrenata corsa verso l'annichilimento. E la sua simpatia suona stonata ed un po' forzata già la seconda volta che lo ascolti: a volte una battuta di troppo, a volte troppo sopra le righe. La terza volta che lo senti parlare ti chiedi come hai fatto, la prima, a trovarlo simpatico. Discreto attore, ma non da oscar: in una parola, democristiano.

Marino ha, ai miei occhi, il pregio - grande - di non aver paura a parlare per idee più che per equilibrismi politici. anche quando le sue idee sono meno politicamente corrette di quanto siano (e lo sono molto) diffuse tra la gente. Sì alle unioni civili per gli omosessuali, no ad un'assistenza sanitaria privilegiata per i politici, no agli interventi delle gararchie ecclesiastiche nella politica italiana, sì alla liberalizzazione delle droghe leggere, sì alle adozioni per i single. Avrei apprezzato anche un sì deciso alle adozioni per gli omosessuali, ma non si può avere tutto.

Voterò per Ignazio Marino, dunque: perché il suo è l'unico Partito Democratico per il quale, in questo momento, sono disposto a promettere di votare.

Perché è nuovo alla politica, è giovane (bisogna dire che, rispetto al vecchio avversario, uno qualunque dei tre sarebbe una ventata di gioventù), dei giovani e nuovi ha l'entusiasmo, la forza ed in qualche modo anche un briciolo di arroganza.

lunedì 19 ottobre 2009

Perché voterò alle Primarie del PD

E' la notizia di attualità politica più "calda" di questa settimana: domenica 25 ottobre si vota per le Primarie del Partito Democratico, allo scopo di eleggerne il segretario. Non sono certo l'elettore tipico del Partito in questione: l'ho votato (parzialmente) nel 2008, in qualche modo avevo sperato portasse una ventata di novità nella politica italiana e ne sono rimasto (ne ho già scritto) piuttosto deluso.

Qualche giorno fa ho seguito tuttavia con interesse il confronto tra i tre candidati alla segretaria, confronto trasmesso via web sulla TV in streaming del PD. L'ho seguito perché sono convinto della bontà della scelta di recarmi alle Primarie per esprimere il mio voto: convinto nonostante la mia "storia elettorale", certo più "rossa" delle posizioni medie del "rosa" PD, convinto nonostante mio il recente (amministrative 2009) voto "di protesta" all'Italia dei Valori.

Al di là dell'interesse che sempre ha un confronto come quello andato in onda venerdì scorso, e che è possibile rivedere qui ,
trovo valga la pena spendere due parole sui motivi per i quali - ne sono convinto - vale la pena di investire mezz'ora del proprio tempo, domenica, per recarsi ai seggi allestiti dal PD.

Per prima cosa, sono convinto che avere la possibilità di scegliere i proprio rappresentanti, nelle istituzioni ma anche alla guida in un grande movimento politico, sia sempre una cosa positiva: esercitare una qualche influenza sulla scelta degli "attori" della politica del proprio Paese, in questo senso, è a mio modo di vedere un'importante occasione di democrazia, indipendentemente dalle proprie convinzioni (arrivo ad affermare che prenderei in considerazione l'idea di andare a votare anche alle Primarie del PdL, se si trattasse di un partito politico e non di un movimento padronale - se, cioè, vi fosse una qualche possibilità, per i suoi elettori ma più in generale per gli Italiani, di influire sulla scelta della sua linea politica o della sua leadership).
In secondo luogo, in una congiuntura politica nella quale qualcuno rivendica l'investitura popolare come un sacro crisma più forte di qualunque limite costituzionale, contrappeso istituzionale, decenza politica e personale, trovo sia importante dare un chiaro segnale che la società italiana, la gente comune, le persone per bene non stanno tutte e sempre con il più forte. Dare un segnale inequivocabile della voglia di reimpossessarsi di una politica negli ultimi anni sempre più schiacciata su problemi e questioni strettamente personali (personali sempre della stessa persona, tra l'altro): in questo senso, sono fermamente convinto che ogni voto in più, domenica, sarà un punto a sfavore di chi ha mostrato di intendere la politica come un contesto nel quale perseguire i propri interessi, secondo una vecchia e stantia logica di vuota retorica e pericolosi personalismi, ed un punto a favore dell'idea che le scelte, tutte le scelte, debbano arrivare dal basso.
Infine, da probabile elettore di partiti potenzialmente alleati del PD, trovo ragionevole avere una preferenza sul tipo di leadership che nel PD vorrei, nell'ottica dei rapporti tra il più grande partito di opposizione italiano e la mia "area politica" di riferimento. Preferenza che mi sento di andare, domenica, ad esprimere. Preferenza della quale parlerò, nei prossimi giorni, in un altro post...

PS: sono graditi, in questo caso più che mai, commenti...

venerdì 16 ottobre 2009

Santo subito

[caption id="attachment_1652" align="alignnone" width="389" caption="Per non dimenticare..."]Per non dimenticare...[/caption]

mercoledì 14 ottobre 2009

Parole

Mi viene in mente la canzone "Parole" di Guccini: chi sia Voltaire mi dite? Va be', dopo ve lo spiego"...

Segnalo questo post, non potendo che condividerne la conclusione: Quando abbiamo perso la retta via, François?

venerdì 9 ottobre 2009

Più alto che onesto

"Lei al solito è più bella che intelligente", ha detto - stizzito -  il presidente del Consiglio  ad una senatrice dell'opposizione che gli faceva notare la gravità di quanto andava affermando durante il suo intervento telefonico ad una puntata speciale (ci mancherebbe) di "Porta a Porta". Non scriverò del significato - insultante - di tale frase, né della composta ed intelligente reazione dell'interessata (ne parla la direttrice dell'Unità, ed al suo editoriale vi rimando). Il senso ultimo è ovviamente il criterio di valutazione della donna dominante nella cultura (si fa per dire) berlusconiana.

Vorrei però riflettere sulla gravità del fatto che un presidente del Consiglio in carica offenda pubblicamente e gratuitamente qualcuno la cui unica mancanza era stata di non pensarla come lui, e di dirlo senza paura.

Forse non è troppo abituato a questo, il piccolo statista: a sentirsi contestato (vedi i fermi di polizia rivolti a chi, mercoledì sera, lo contestava), a non sentirsi dare ragione. Prima la Consulta, poi persino una donna (una donna!) che si permette di dargli contro: e lui, cavaliere con molta infamia e nuovamente senza Lodo, più alto che onesto, non c'ha visto più...

giovedì 8 ottobre 2009

Senza infamia e senza Lodo

Soprattutto senza Lodo, direi.

Grazie alla Corte Costituzionale, che ha giudicato incostituzionale una legge ordinaria che pretendeva di sospendere i processi delle quattro più alte cariche dello Stato (e soprattutto della più bassa, i cui avvocati si sono infatti presentati di fronte alla Corte come difensori del Lodo in esame). Indipendentemente dal reato contestato: se infatti per i reati legati alle funzioni la protezione c'è già (ed è legge costituzionale), il Lodo avrebbe avuto l'effetto di evitare alle quattro alte cariche in questione (ma soprattutto alla più bassa) i processi per reati comuni. Se ad esempio il Presidente della Repubblica fosse stato accusato di sfruttamento della prostituzione, od il Presidente del Senato di corruzione, se il Presidente della Camera fosse stato accusato di falso in bilancio (ok, il falso in bilancio è stato derubricato ed è perseguibile ora solo per querela di parte: ma immaginiamo che la querela ci fosse, ok?)... in casi come questo, per reati che nulla hanno a che fare con lo svolgimento di una funzione istituzionale, i tre Presidenti in questione (alte cariche che ovviamente non hanno alcuna pendenza del genere! La più bassa invece...) sarebbero stati "salvi" per tutta la durata (per altro reiterabile) della loro carica.

La sentenza di ieri ("sentenza di diritto e non di politica", l'avevano definita in mattinata i legali del premier: salvo poi avallare in serata la tesi della "Corte di sinistra") non porterà alle dimissioni di Berlusconi, né sarebbe giusto: il pudore non è questione di diritto, bensì politica. Essa ribadisce però che nemmeno Berlusconi è - può essere - completamente al di sopra della Legge, come scrive - bene, ma non è una novità - Concita De Gregorio su l'Unità. Ed è una sentenza per il bene di tutti, indubbiamente. Perché, cito testualmente, "La nostra Costituzione è nata dalla Resistenza: è stata scritta per tutti, anche per quelli che alla Resistenza non hanno partecipato. Ieri come oggi".

Bossi e Berlusconi, al mattino, parlavano di elezioni anticipate in caso di bocciatura del Lodo, come se un'eventuale vittoria elettorale avesse qualcosa a che fare con il rispetto delle regole fondamentali di uno Stato o con il privilegio di non rispettare le Leggi. In serata, la parola d'ordine era già diventata "andiamo avanti sino a fine legislatura": ulteriore prova - come se ce ne fosse stato bisogno - che a volte si parla per dare aria ai denti, senza nessuna intenzione reale di rispettare le proprie promesse.

Nel pomeriggio, poche ore prima della sentenza, Bossi, Ministro della Repubblica, parlava di portare in piazza il popolo (si presume guidato dalle ronde padane, rigorosamente in tenuta verde pisello) in caso di bocciatura del Lodo, parlava di guerra in caso di stop al federalismo. Un Ministro che parla di rivolta e guerra civile: vi prego, trovatemi qualcosa di simile in una qualunque delle (avrei voluto scrivere "altre", ma non ce l'ho fatta) democrazie del pianeta. Forse ha ragione il proverbio, a parole sceme si oppongono orecchie sorde. Ma un Ministro che dice una cosa del genere non può essere semplicemente liquidato come una persona che pronuncia parole in libertà: si tratta di affermazioni gravissime, indipendentemente dal seguito che avranno o non avranno. Non scommetterei comunque sulla seconda possibilità: il regime sta implodendo, il premier sta uscendo di testa (tra prostitute, voli di Stato per le escort di compagnia, processi, impotenza certificata ad ergersi oltre la Costituzione...) e tutto può succedere...

mercoledì 7 ottobre 2009

Super pares

Dunque è stata ufficializzato: Silvio Berlusconi è più uguale degli altri, esattamente come i maiali ne "La fattoria degli animali" di Orwell. Come tale, è da ritenersi superiore alle legge.

Primus super pares, secondo il suo avvocato (il suo avvocato, notare: la Consulta deve decidere della costituzionalità di una legge, e tale legge viene "difesa" dall'avvocato di un particolare imputato, tanto per non lasciar dubbi su chi sia l'unico beneficiario di tale legge, ma così evidentemente ad personam): un ministro, appunto, più uguale degli altri.

Del resto, che tra la famosa, letteraria fattoria ed il nostro Paese le analogie fossero fin troppe era evidente da anni (e ne avevo già scritto). Da ieri sappiamo che è venuto a mancare persino il pudore nell'ammetterlo.

martedì 6 ottobre 2009

Tristemente

Mi dicono che il Santopadre, tanto per non perdere l'abitudine di preoccuparsi di cose che non lo riguardano (a meno che non si voglia accettare il principio che tutto lo riguarda: nel qual caso, sarà felice di sapere che ieri sera ho comperato il latte e che generalmente mi scarico con una certa regolarità), ha affermato (ché non è uso a suggerire né a discutere: Egli afferma) che il rifiuto di Dio porta tristezza ed insoddisfazione.

Ora. Lusingato per l'interesse ma, al di là dell'osservazione meramente formale che il capo di una confessione religiosa potrebbe non sapere molto dello stato d'animo di un ateo, vorrei rassicurare il Pastore tedesco: da quando - una dozzina d'anni fa - ho posto fine alle regolari frequentazioni di cerimonie religiose, prendendo atto del mio sentirle qualcosa di esclusivamente superstizioso e vuoto, la mia vita emotiva e spirituale è sensibilmente migliorata. Mi sento meglio, in poche parole: più felice, più consapevole di me stesso, dei miei rapporti con il mondo, con la realtà, con le altre persone. Più libero.

Badate bene: non sto dicendo che la mia posizione sia quella giusta (orribile termine che un relativista lascia volentieri ai molti assolutisti), né è mia intenzione sostenere che viva peggio (o sia più triste) chi crede in dio di chi si ritiene libero pensatore. Sto dicendo che questa è la mia posizione, e come tale è quella giustaperme. Sto dicendo che l'affermazione del Sommopontefice nel mio caso non è valida e che, trattandosi - ovviamente - di un'affermazione assoluta ed assolutista, non essendo valida in almeno un caso non lo è in generale (poiché non può essere assoluta e dunque, visto l'estensore, non ha senso di essere).

In sostanza, questa è la differenza tra pensare relativo ed affermare assoluto: nel secondo caso si affermano le proprie posizioni come universalmente valide, nel primo si sostiene la propria libertà di avere posizioni personali: con tutto il bagaglio di riflessione, razionalità, rispetto per la diversità che questo comporta. Bagaglio scomodo e problematico, forse, se paragonato all'affermazione assoluta di una presunta Verità: ma bagaglio che sento visceralmente mio, e che tutto mi rende, tranne che triste. E mai mi spingerebbe a permettermi di affermare in modo assoluto che chi la pensa diversamente da me, benché sotto un'eventuale apparenza di vita facile, è in realtà triste ed insoddisfatto.

PS: meriterebbe forse un commento la frase testuale "Chi nega Dio e non rispetta l'uomo sembra avere vita facile, ma sotto la superficie in queste persone c'è tristezza e insoddisfazione" (attribuita al Santopadre nell'articolo linkato), ma l'associazione tra negare dio e non rispettare l'uomo è tanto debole logicamente e tanto lontana dalla storia degli ultimi due millenni (si pensi al rispetto per l'uomo mostrato da chi ha colonizzato il Sud America profondamente credendo in quel Dio in nome del quale Ratzinger parla) da indurmi a soprassedere...

sabato 3 ottobre 2009

Dov'è la vittoria?

Già, davvero: dov'è la vittoria, in tutti i sentitissimi minutidisilenzio, nelle trasmissioni o nelle manifestazioni commemorative che accompagnano, regolarmente, la morte di un soldato in guerra?

Perfettamente d'accordo con questo articolo, che vi invito a leggere.

giovedì 1 ottobre 2009

Un po' di poesia....

LENTAMENTE MUORE



Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca o colore dei vestiti, chi non rischia,
chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i
piuttosto che un insieme di emozioni;
emozioni che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti agli errori ed ai sentimenti!
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
chi rinuncia ad inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia e pace in sè stesso.
Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di
gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare!
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di
una splendida felicità

(Martha Medeiros)

mercoledì 30 settembre 2009

Politicamente scorretto

Sabato 26 settembre

Mia cognata, indicando i due sportelli sotto il lavandino di cucina: "Scusa, dov'è la spazzatura?"

Io: "A destra, dov'è giusto* che stia!"

Ieri, martedì 29 settembre

Mio papà, a pranzo (ridacchiando...): "Oggi è il compleanno di Berlusconi..."

Io: "Sì, speriamo sia l'ultimo!"

A volte essere politicamente scorretti significa semplicemente dire quello che (molti) altri stanno pensando...

Note:

* Sono profondamente convinto che termini come giusto e sbagliato vadano (quasi) sempre evitati. In questo caso (che pure potrebbe essere una delle situazioni in cui non evitarli...), il senso è quello di "luogo di pertinenza".

lunedì 28 settembre 2009

Rovinabambini!

E' noto che cosa io pensi delle generalizzazioni: spero di non trovarmi mai anche solo a giudicare persone e contesti specifici sulla sola base della loro appartenenza ad una qualche, presunta categoria.

Ancora una volta, probabilmente, una forma di (notoriamente pericolosissimo) relativismo.

A qualcuno non importa invece nulla di procedere per generalizzazioni: sembra anzi che singoli e precisi casi concreti non siano nemmeno presi in considerazione... soprattutto quando riguardano gli amici. Di che cosa sto parlando? Be', date un'occhiata qui... c'è chi l'ha già scritto, molto meglio di me!

venerdì 25 settembre 2009

Secondi Fini

Due parole - poiché l'argomento, mi pare, lo merita - sulla seconda vita del Presidente della Camera (seconda, o terza, o decima, dirà qualcuno: vedete un po' voi la numerazione che preferite).

Gianfranco non è più di destra, ha scritto "Il Giornale" del presidente del Consiglio, ennesimo episodio dell'attuale strategia di attacco contro tutto e contro tutti portata avanti dall'informazione (si fa per dire...) del regime.

Andrà a finire che dovremo votarlo, quando sarà diventato Segretario del PD, scherzavo qualche tempo fa con alcuni colleghi. Qualcuno potrebbe obiettare che non è obbligatorio, a sinistra, votare per il PD: perfettamente d'accordo, ma l'idea era divertente. Anche se è piuttosto imbarazzante trovarsi a fare considerazioni paragonabili a quelle de "Il Giornale" (non che spostarsi verso le posizioni del PD significhi necessariamente non essere più di destra, in realtà: anche se per il Nano il genericissimo concetto di comunista non ammette distinzioni), soprattutto in questo periodo.

Personalmente trovo curioso essermi scoperto a pensare a Gianfranco Fini come ad una sorta di possibile freno al potere ed alle recenti nervosissime follie del Nano: tuttavia è difficile non riconoscere come quella del Presidente della Camera sia stata l'unica voce che "da destra" (Feltri perdonerà) si sia fatta sentire, nell'ultimo anno, in difesa di concetti tanto astratti quanto poco di moda (da quella parte) come democrazia, ruolo del Parlamento, laicità dello Stato. Forse ha ragione chi sostiene che ricoprire una carica istituzionale faccia bene a "loro" (penso al Casini che si staccò dal Capo) e male a "noi" (penso al Bertinotti vagamente "berlusconiano" nel criticare la magistratura che indagava su membri della "casta"). Io non so bene che pensare: ho ben vivo il ricordo degli ultimi mesi del 2007, i "mai più con Berlusconi" ed i "ci si dovrà occupare di televisioni e conflitto d'interessi" da parte di Fini, poi finiti nell'umiliante calata di braghe che ha riportato l'allora leader di AN al servizio del Nano... perché questa volta dovrebbe essere diverso? Staremo a vedere, certo è che Fini non è un politico della cui parola e della cui sincerità sia tanto facile fidarsi...

martedì 22 settembre 2009

Mistero Boffo

Ha occupato le cronache delle passate settimane la vicenda del direttore dell'Avvenire, Dino Boffo, che ha rassegnato le proprie dimissioni dopo gli attacchi de "Il Giornale", quotidiano del presidente del Consiglio.

In breve: scrive il Giornale che, in passato, Boffo sarebbe stato condannato ad un'ammenda per aver molestato, telefonicamente, la moglie del suo amante. Boffo non smentisce di aver pagato l'ammenda, specificando di averlo fatto per concludere velocemente la vicenda, e che la cosa non è da intendersi come un'ammissione di colpa: il telefono da cui partivano le telefonate moleste, infatti, sarebbe stato in uso ad un'altra persona (utilizzatore finale, mi verrebbe da dire... :-) ).

Il Boffo, aggiunge il Giornale, sarebbe stato attenzionato (mi congratulo per l'orrendo neologismo) dalla Polizia di Stato per le sue note frequentazioni omosessuali (il ministro dell'Interno smentisce, e non vedo perché dovrei credere a Feltri e non a Maroni).

Di conseguenza, conclude l'arguto giornale di regime, il direttore de l'Avvenire è l'ultimo a potersi permettere di dare giudizi da censore sulla libertina vita del presidente del Consiglio (e proprietario, casualmente, del "quotidiano" in questione).

Alcune considerazioni:  nessuno l'ha detto, ma se fosse vero (cosa che non credo) che la polizia di Stato è solita "attenzionare" soggetti in base alle loro frequentazioni ed abitudini sessuali, be', sarebbe questo, penso, l'aspetto più preoccupante dell'intera vicenda.

Non stupiscono il livore e la tattica del giornale diretto da Feltri: attaccare a testa bassa chi critica il Capo, screditandolo diffondendo dicerie e sospetti, non necessariamente confortati da prove.

Stupisce, eventualmente, che un'associazione potente e prudente come la CEI abbia commesso l'ingenuità di scegliere, come direttore del proprio quotidiano, una persona con una (possibile) macchia nel proprio passato, dal punto di vista dei rapporti con la giustizia.

Stupisce, ancora, trovare un omosessuale (ammesso che lo sia) a dirigere il quotidiano di un'associazione notoriamente ben poco aperta nei confronti di quelle che definisce deviazioni: ma stupisce positivamente, in questo caso.

Resta infine valida la considerazione che, nel nostro ordinamento, chi abbia contratto debiti con la giustizia e li abbia pagati è un cittadino come tutti gli altri, con gli stessi diritti ed i medesimi doveri. Libero di dirigere un quotidiano ultraconservatore senza essere tacciato di poca credibilità per il proprio passato, libero di sollevare critiche morali nei confronti di chiunque, a maggior ragione se questo chiunque, a proposito dei propri debiti con la giustizia, non dà certo esempi di chiarezza e di volontà di risoluzione...

PS: tentare di screditare qualcuno rivelandone l'omosessualità: sembra di attaccare il re cercando di essere più realisti di lui...

venerdì 11 settembre 2009

Nuoto nel pomeriggio

"Nuoto nel pomeriggio" è il titolo di un blog cui collabora un collega. Blog insolito, profondo, ed insolitamente profondo (nonché profondamente insolito: il che, forse, è tra queste la qualità che preferisco). Il suo manifesto recita, testualmente: Offritegli occhi, cuore e orecchie. Siate opportuni. Di Nuoto nel pomeriggio non rimarrà nemmeno la polvere.

Sarò sincero: ciò che più mi ha colpito, nel suddetto manifesto, è il punto numero quattro: Nuoto nel pomeriggio difende le api, la solidarietà e Alvaro Recoba. Dunque difende la socialità, la solidarietà, modo particolare e schierato - scelta netta senza se e senza ma, come usa dire - di essere sociali, e l'inutilità eletta a merito, ad arte, cioé a qualcosa che tutto è, tranne che inutile. Come Alvaro Recoba, forse il miglior sinistro mai visto in campo (dimenticate il destro: meglio il mio, e giocavo in porta non perché fossi bravo con le mani), appendice quasi autonoma del calciatore meno sistematicamente calciatore che noi interisti ricordiamo (e ne abbiamo visti tanti: avete presente Jonk?). Arte pura ed inutile, ma utile proprio perché arte. Quindi... senza difficoltà offrirò a questo blog occhi, cuore ed orecchi. Con la speranza di essere opportuno, e la consapevolezza di essere, fondamentalmente, polvere in potenza.

domenica 6 settembre 2009

Fini chi? Bagnasco chi?

Chi conta davvero nella Chiesa? Che cosa dobbiamo aspettarci dallo scontro - di forma ma non di interessi - tra Chiesa Cattolica e governo?

Questo interessante articolo di Eugenio Scalfari prova a dare qualche risposta...

venerdì 4 settembre 2009

Batti, Fantozzi!

"In tutte e tre le cause sono state sollevate eccezioni di costituzionalità e quindi la decisione è stata sospesa in attesa che la Corte Costituzionale si esprimi".

[la Repubblica, 04/09/2009, Articolo sul Lodo Alfano]

giovedì 3 settembre 2009

Censura

Segnalo a tutti, non senza preoccupazione per l'Italia che verrà, questo editoriale della direttrice de l'Unità, dal significativo titolo "Se non può comprare".

Come sappiamo, colui che indegnamente ci governa sta tentando di mettere a tacere le poche voci di dissenso rimaste nella stampa italiana con una campagna di richieste di risarcimento in sede civile, risarcimento preteso come conseguenza di una linea politica non allineata e dunque non gradita, risarcimento che nulla ha a che vedere con una qualche volontà di fornire, ai cittadini ed agli elettori, informazione e verità.

Leggetelo, potrebbe essere uno degli ultimi... :-(

domenica 30 agosto 2009

Perché credo che il 90% dei lettori di Zichichi non abbia una connessione internet

Docente emerito di Fisica superiore all'Università di Bologna, scienziato e fisico italiano, Antonino Zichichi è noto più per la divulgazione scientifica della domenica che non per l'importanza dei suoi ritrovati (atomo di antideuterio o antiatomo di deuterio, effetto leading, energia effettiva, etc...).
Antievoluzionista, proto-creazionista, (demo)cristiano e cattolico, strenuo sostenitore della non bisestilità degli anni 4000, 8000 e 12000, orbita nello spazio infinito con un asteroide a suo nome (3951 Zichichi).
Figura 1Inoltre giace impolverato nella mia Billy-betulla tra, ironia della sorte, Salomè di Oscar Wilde e La fragilità dell'assoluto di Slavoj Žižek, con Perchè io credo in Colui che ha fatto il mondo. Tra fede e scienza. Di Antonino Zichichi, per l'appunto.
Sì, perché quando non viene scambiato per il dottor Emmett "Doc" Brown , Antonino scrive. E scrive molto.
Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo sono 246 pagine di Foresta Amazzonica riciclata, duecentoquarantasei fitte fitte, intervallate solo qua e là da schemi dal dubbio valore filosofico. In specie (cit), perché in figura non compare Topolino?

Ma a parte le battute, il libro pone una domanda ed elude la risposta. Propone al contrario risposte a domande che non si pone, periferiche, laterali, alimentate da vecchie ruggini epistemiche e conti non saldati col vecchio pusher del CERN di Ginevra.
L’essenza del discorso si condensa sui significanti della massima:
Nata da un atto di Fede nel Creato, la Scienza non ha mai tradito suo Padre. Essa ha scoperto nell’Immanente – nuove leggi, nuovi fenomeni, inaspettate regolarità, senza però mai scalfire, anche in minima parte il Trascendente.

Che non è poi molto diverso dal dire che un Tavolo è un Tavolo*.
La trattazione è caratterizzata da una forma gelatinosa, proteiforme, colloidale più che rizomatica (questo è puro esercizio di estetica del linguaggio**, semplicemente non v’è logica) e alterna fasi di apparente lucidità a obiezioni antievoluzionistiche prive del minimo fondamento (l’evoluzione umana non è descritta da equazioni matematiche, pertanto non è accettabile), misurazioni al di fuori di ogni contesto (protosincrotoni da 28 miliardi di elettron volt) e sfiziosi (?) flashback dietro le quinte dei laboratori del Gran Sasso.
Il pensiero si sviluppa “a spaghetti”, e presenta somiglianze col flusso logico di un programma SNOBOL scritto all’apice di un attacco di diarrea. Per questo una sintesi è improponibile. Se non per liofilizzazione.
Emblematico è che non si spenda una parola su questo Dio, dandone per scontata la declinazione cristiano-cattolica, stereotipata da migliaia di anni di Sacra Romana Chiesa e quaranta di Giulio Andreotti, senza prendere in considerazione valide alternative, quali Magdi Allam, il gatto Sigmund o lo sciacquone del cesso di Paris Hilton.
Riprovevoli i ripetuti richiami alla buonanima di Galilei***, scomodato in quanto fondatore della scienza moderna, e credente.
Come dire, anche Feynman suonava il bongo. Embhè?
Ma a parte queste quattro sciocchezze, dettate più dal buon tempo che da altro, consiglio questo libro a Colui che ha fatto il mondo, ai cappadociani, a Eta Beta, e a tutti quelli che mi vogliono bene (purchè il primo non sia tra gli ultimi).

* La frase è così facilmente attaccabile, che il gioco non vale la candela.
** Che per altro lascio per compito ai lettori più diligenti
*** Si soprassede, tra le altre cose, sugli “screzi”, diciamo così, tra il fisico pisano e la curia vaticana.

venerdì 14 agosto 2009

Non dire falsa testimonianza

Avrei voluto intitolare questo post "Bugie cattoliche", ma sarebbe stato in fondo poco originale: non certo una novità, diciamo. Preferisco quindi intitolarlo con una delle "massime" tanto care alle alte sfere religiose, quando si tratti - ovviamente - di applicarle agli altri (premier ed altri politicanti esclusi).

Ho avuto modo di intravedere, qualche tempo fa, una copertina di "Famiglia cristiana", settimanale che certo non leggo abitualmente ma con le cui posizioni, non mi dispiace dirlo, spesso mi sono trovato d'accordo. In questo caso, tuttavia, non ho potuto fare a meno di notare la bugia bellamente sbattuta in prima pagina, con un titolo (che rimandava ad un articolo "di spicco", assolutamente da non perdere) che recitava "RU486: la pillola della morte che aggira la legge 194". Ora: definire una pillola abortiva "pillola della morte" è senza dubbio una scelta colorita, altrettanto indubbiamente una scelta opinabile (ritenere che sia "vita" quella di un embrione prima che sia trascorso un certo numero di settimane dal concepimento è questione assolutamente di fede, nel senso che ci si può credere o no, la Scienza dice certe cose, le diverse religioni ne dicono altre, in genere diverse tra loro), ma è una scelta pienamente legittima: nulla che si discosti dalla linea che ci si aspetta da una pubblicazione del genere.

Scrivere invece che l'utilizzo di tale pillola "aggira la legge 194" è una palese falsità, dal momento che tale legge regolamente i casi in cui sia lecito, per una donna, ricorrere all'Interruzione Volontaria di Gravidanza, definendo termini temporali precisi, e l'utilizzo a tal fine di una pillola in luogo di un intervento chirurgico nulla cambia di questa regolamentazione e di questa tempistica.  Semplicemente, rende la procedura meno invasiva per la donna, sia dal punto di vista fisico sia da quello psicologico: il vero motivo, in fondo, per cui la nuova possibilità è tanto invisa alla Chiesa Cattolica ed ai suoi tirapiedi...

martedì 11 agosto 2009

La Storia si ripete

Leggo notizie come questa, e non posso non pensare che la Storia si ripete. Mi torna in mente una poesia di Bertolt Brecht: si riferisce alla società tedesca che corre verso il nazismo, ma i razzismi sono poi un po' tutti uguali, e questo testo rimane dunque tristemente attuale. Poco importa se sia davvero di Brecht, alla fine: conta quello che dice, contano le paurose analogie con il nostro Paese, oggi, quasi ottant'anni dopo.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.

sabato 8 agosto 2009

Maroni

Quando si dice "un nome, un destino". E' noto che cosa si intenda per "maroni", dalle mie parti... in linea con questo significato, alla ferrea determinazione dell'illustre ministro (e dei sentimenti razzisti che nella sua base elettorale altrettanto ferreamente lo sostengono) dobbiamo le nuove leggi razziali del nostro Paese. Come se le prime non fossero bastate, come se la Storia non avesse insegnato niente... nomen omen, davvero...

Appunto

"I giornali continuano a dire che odio le donne - sottolinea poi il capo del governo -. Se c'è qualcosa che adoro sono le donne, anche ministre". Soprattutto sotto la scrivania...

martedì 4 agosto 2009

Fiato alle trombe

Altra occasione persa per non coprirsi di ridicolo, da parte delle alte sfere vaticane e soprattutto della parte politica che dei valori cristiani (ma cristiano significa esclusivamente cattolico, in Italia) dice di farsi portatrice. Tra una sosta e l'altra nel letto grande, s'intende.

La questione è piuttosto nota: l'Agenzia Italiana per il Farmaco ha approvato in via definitiva l'utilizzo della pillola abortiva RU486. Pillola utilizzata da anni in tutta Europa e negli USA al posto del "tradizionale" intervento chirurgico. In poche parole, non cambia di una virgola la legislazione italiana sul tema dell'aborto: semplicemente, si rende disponibile un modo meno invasivo e doloroso di praticare lo stesso, esattamente negli stessi termini (legali) nei quali è possibile praticare quello chirurgico.

Perché la Chiesa Cattolica (e di conseguenza certa politica serva) sia contraria (e non manchi, al solito piuttosto sguaiatamente e rumorosamente, di farlo sapere, con la prepotenza che le è solita) è probabilmente implicito nelle parole "meno invasivo e doloroso". Davvero sembra abbia ragione chi fa dell'ironia sull'improvviso esternare, dopo mesi di imbarazzato silenzio, delle alte sfere religiose: Fisichella: "La Chiesa non tacerà". Il silenzio sulle escort serviva a prendere fiato.

E' piuttosto avvilente, ma questa è la realtà della nostra politica.

venerdì 24 luglio 2009

Mandanti

"Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri."

[Paolo Borsellino, magistrato, morto come tanti altri per aver combattuto la mafia e le sue inflitrazioni nella politica]

giovedì 23 luglio 2009

Di Luca

Di Luca, vincitore del Giro d'Italia 2007, commenta così la notizia della sua positività a due controlli antidoping effettuati durante il Giro 2009: "Se le controanalisi confermeranno la positività smetterò di correre".

Ora, da un punto di vista puramente logico la suddetta proposizione sta in piedi benissimo. Dal punto di vista connotativo, tuttavia, vale la pena di chiarirla: se le controanalisi confermeranno la positività, Di Luca smetterà di correre, ma non per scelta propria, o comunque non solo: smetterà perché verrà condannato ad un paio di anni di squalifica, e dopo la squalifica probabilmente non riprenderà, essendo oggi trentatreenne...

mercoledì 22 luglio 2009

Utilizzatore finale

Pare che al "nostro" (si fa per dire) Presidente del Consiglio, ormai noto utilizzatore finale (secondo una felice espressione del suo avvocato-parlamentare) di prostitute, piaccia farlo senza preservativo: fedele anche nelle piccole cose, a quanto pare, alle modernissime indicazioni di Santa Romana Chiesa.

Immagino la felicità - polso permettendo - del Santo Padre, nell'apprendere di tali preferenze.

E già immagino una campagna moralizzatrice col volto del Presidente del Consiglio: dopo il feto eversivo che dichiara "Io non voto" (al referendum di qualche anno fa...), il nonnetto arzillo che afferma "Io non uso il preservativo".

"Non sono un santo", afferma oggi quello stesso nonnetto: grazie, non che ci fosse bisogno che lo dicesse esplicitamente, in effetti...

Tutta questa storia mi ricorda, sistematicamente, un profetico monologo di Sabina Guzzanti di un po' di tempo fa: è il Viagra che farà l'opposizione... che sia finalmente arrivato il momento? Certo più in basso di così l'immagine del nostro Paese non è mai stata... ma - si sa - al peggio non v'è mai limite...

sabato 18 luglio 2009

Priorità

Ieri pomeriggio la home page de "la Repubblica

[caption id="attachment_1567" align="alignnone" width="300" caption="Priorità"]Priorità[/caption]

" si presentava così: giusto per dare un'idea della priorità data, nel nostro Paese, alle notizie...

venerdì 17 luglio 2009

Diplomazie

Interessante commento su come funziona certa diplomazia...

Vacanze

Il Papa si rompe un polso. Alla prossima diventerà cieco...

"Al momento il Papa si trova ancora nel reparto di radiologia, sotto stretta sorveglianza delle forze dell'ordine".

Hanno paura che rubi qualcosa?

giovedì 9 luglio 2009

Non lasciateci soli!

Un gruppo di cittadini italiani ha acquistato una pagina sul più importante quotidiano nazionale al fine di rivolgere un appello ai capi di Stato e di governo stranieri riuniti in Italia per il G8: a questo appello mi sento di aderire, viste le condizioni in cui versano le libertà individuali e di informazione nel nostro Paese...

"La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure"

[Costituzione Italiana, art. 21]

"Bisognerebbe non avere ogni giorno sinistra e media che cantano la canzone del disfattismo e del catastrofismo. Anche voi dovreste operare, anzi dovreste fare di più: non date più pubblicità a chi si comporta così"
[Silvio Berlusconi, 13 giugno 2009]

Chi è incostituzionale, la Costituzione od il presidente del Consiglio?

martedì 7 luglio 2009

C'eravamo tanto amati...

Si erano tanto amati, il Nano di Arcore e la "Santa" Sede: ma ieri, con solo qualche mese di ritardo sull'opinione pubblica, mons. Crociata (nomen omen!) se ne esce così, a definire libertinaggio gaio e irresponsabile l'insieme di fatti che va emergendo attorno alla figura del presidente del consiglio. Forse ha ragione chi parla di un imminente caduta dell'illustre statista: questo spiegherebbe la fuga dalla nave che affonda anche dei più fedeli (ed interessati) sostenitori.

A me tuttavia tutto questo suona molto come le parole di Fini del novembre 2007: Mai più con Berlusconi, Mai più insieme, Berlusconi con me ha chiuso. Come poi siano andate le cose, come la sete di potere sia più forte della dignità e porti al calabraghismo che ora tutti riconoscono al presidente della Camera, è cosa nota.

Resta da vedere se, in questo caso, a calare saranno i pantaloni di Papi (piuttosto avvezzi a scivolare via, si dice) o le pie tonache dei suoi amici di ieri...

lunedì 6 luglio 2009

Senti chi parla

Leggo con piacere che il Santo Padre - noto solo oggi che l'appellativo "padre" è forse poco adatto per una persona che (contronatura direbbero "loro") ha scelto di far voto di celibato e di perseguire la castità - ha preso nettamente posizione a favore della sicurezza sul lavoro, perché si verifichino il meno possibile quelle morti bianche che come una piaga da sempre affliggono il nostro Paese. In questi giorni se ne parla dopo l'incidente alla stazione di Viareggio, ed il tema sembra di colpo stare a cuore a tutti: al di là di questo, è importante, ed in qualche modo bello, che per una volta parli di principi anche chi è solito occuparsi di singoli provvedimenti di governo, benché il suo ruolo sia quello di esprimersi, appunto, per principi.

Poi uno di riflette un po', e ricorda che le attività commerciali (ad esempio quelle turistiche) di proprietà della Chiesa Cattolica in territorio italiano godono (si fa per dire) di minori vincoli rispetto ad analoghe attività di proprietà laica (il che spiega ad esempio la possibilità di praticare, quasi sempre, prezzi ben più bassi). Tra tali minori vincoli, è utile ricordare, sono inclusi quelli legati alla sicurezza dei dipendenti sul luogo di lavoro (in buona compagnia con una serie di altri doveri nei confronti dei lavoratori, ad esempio norme anti-precariato...). Come dire: chi consiglia (giustamente) di combattere le morti bianche è a capo di un'organizzazione che anche sulle scarse garanzie di sicurezza ai propri dipendenti costruisce la propria forza commerciale ed economica... da che pulpito viene la predica...

venerdì 3 luglio 2009

Quelli che

Quelli che arrivano con un attimo di ritardo: il Vaticano si dice dispiaciuto per l'approvazione definitiva del ddl sicurezza, che introduce nella nostra legislazione alcuni punti al limite della negazione dei diritti umani. Posto che un mondo in cui la Chiesa Cattolica non metta il naso negli affari di uno Stato laico non si vedrà mai, almeno dalle nostre parti, viene naturale chiedersi: e lo dicono adesso, dopo che il ddl è stato approvato? E com'è che quando governava il centrosinistra o quando il popolo doveva esprimersi su un referendum gli interventi erano invece sempre anticipati, fino all'illegale esortazione a non recarsi a votare?

Risposta: perché i politici di destra rispettano molto poco i valori della Chiesa, ma le danno un sacco di soldi. Ed allora: formale critica "ritardata", concreto profittare dei generosi privilegi concessi.

Quelli che fanno schifo, fondamentalmente.

martedì 30 giugno 2009

Notizie di serie B

Siamo un Paese in cui i telegiornali raccontano che tutto va bene, narrano della cagnetta smarrita e ritrovata, del vip al mare od in montagna (in genere al mare), delle trattative su questo o quel calciatore, della vacanze del Pontefice o della velina di turno (la velina: il turn-over dei pontefici disgraziatamente è piuttosto basso) ... e dimenticano, tra le tante, tra quelle sugli scandali sessuali legati al capo del governo e quelle sui nuovi poveri, travolti da una crisi economica che non esiste, notizie come questa, che molto dicono dell'intolleranza che un certo modo di fare politica gridando al "diverso" ed al "nemico" genera nella società.

sabato 27 giugno 2009

Fontana...

D'accordo, io sarò malizioso: ma qualcuno di voi metterebbe una cosa del genere nel proprio giardino? :-)

Fontana osè

giovedì 25 giugno 2009

Ecclesia casta et meretrix

Da giorni, parlando con amici e conoscenti, sottolineo come la Chiesa Cattolica Apostolica Romana sia colta da quasi totale afonia quando si tratti di sollevare rilievi morali nei confronti di chi è ad essa legato da forti vincoli di interesse e di potere: sempre pronti a parlare per dire "No!" al rispetto per la dignità ed i diritti individuali delle persone (che, è bene ricordarlo, non sono tutte, e sono sempre meno, credenti, anche in un Paese tradizionalmente cattolico come l'Italia), sempre incapaci di sussurrare alcunché a proposito della morale e dell'etica dei potenti, anche quando queste stridano nel modo più evidente con quella "ufficiale" di Santa Romana Chiesa.

Ma - è cosa nota - il sottoscritto è un convinto relativista, più propenso a riverire la logica e la coerenza che non all'ossequio verso i Difensori della (propria) Verità. E poi: ateo, apostata e fiero di esserlo, notoriamente anticlericale, dichiaratamente comunista.

Così... è interessante notare come io non sia solo, come all'interno della Chiesa stessa cresca un senso di fastidio e di disapprovazione per l'infinito amore per il Potere - e per chi lo rappresenta - dimostrato ogni giorno di più tra i dirigenti della più ricca organizzazione del mondo (ovviamente senza scupo di lucro :-)!). Non sono solo, mi è chiaro quando ne parlo con parenti, amici e conoscenti che, a differenza di me, sono credenti e spesso praticanti. Mi è chiaro, una volta di più, dopo aver letto questa bella lettera di un sacerdote genovese, che scrive al presidente della CEI manifestando tutta la rabbia ed il disgusto di quella che definirei Chiesa della gente (e che in qualche modo ritengo sia, in fondo, la vera Chiesa, alla quale - serve dirlo? - non si rivolge in alcun modo il mio anticlericalismo).

venerdì 19 giugno 2009

Potere per il potere

"I governanti autoritari non sopportano un’opposizione attiva. Coloro che criticano l’insindacabilità del potere, coloro che denunciano il nepotismo, coloro che osano proporre candidati alternativi vanno incontro a un mare di guai"

[Ralf Dahrendorf]

giovedì 18 giugno 2009

L'Italia chiamò

Polemiche ed imbarazzo per questo video, nel quale il ministro per il turismo, Michela Littoria Brambilla, pare lasciarsi andare, sul finire dell'inno nazionale, ad un braccio teso di sapore lievemente fascisteggiante. "Stavo solo salutando la folla", si giustifica il ministro delle libertà: ma nessuno nega che quello romano, per quanto odioso, sia in effetti un saluto.

In ogni caso, chiunque può giudicare, dedicando pochi secondi a guardare qui. Personalmente, sono molto colpito dal perfetto sincronismo tra il culmine "ritmico" dell'inno ed il gesto - assolutamente istintivo, a mio avviso - della Brambilla: sincronismo invero piuttosto sospetto, quasi fosse frutto di reiterata abitudine...

mercoledì 17 giugno 2009

Progetto

"Contro di me è in atto un progetto eversivo", è la cantilena che ultimamente va molto nelle esternazioni dell'anziano signore che ci "governa" (con licenza parlando). Stretto all'angolo tra scandali di gossip ("frequenta minorenni", ha rivelato la futura ex moglie, e pare che qualche fatto lo dimostri), candidature discutibili (poi ritirate e negate, con grande scorno delle interessate), la condanna di un avvocato corrotto, secondo la sentenza, dal Nostro (il quale non è al momento perseguibile, grazie ad una delle tante leggi salva Papi approvate dalla sua maggioranza), l'ometto di Arcore tenta di uscirne, al solito, ribaltando ogni prospettiva ed alzando la voce.

Minaccia anche elezioni anticipate: per parte mia, sono già pronto con la scheda elettorale in mano.

Si tende a non dare peso ad esternazioni di questo genere, come fossero solo lo sfogo incoerente di un anziano signore travolto da situazioni da lui stesso provocate e turbato da un risultato elettorale che auspicava plebiscitario ed ha rappresentato invece un arretramento.

In realtà, non sono certo che sorvolare sia l'approccio corretto: in fondo, chi da anni guida una maggioranza che ha fatto di tutto per opporsi, con leggi, provvedimenti, esternazioni, all'equilibrio democratico ed al rispetto degli altri poteri (solo per citare due casi, basti pensare a come si sono scatenati contro sentenze definitive della Magistratura a proposito del sistema radiotelevisivo e della vicenda di Eluana Englaro), del termine eversione è probabilmente uno dei più grandi esperti mondiali: se lo dice lui, dunque, qualche motivo di preoccupazione c'è... in fondo, su certi argomenti decisamente Berlusconi merita rispetto: dire che questo video spiega molto bene il perché!

giovedì 11 giugno 2009

La fine del'informazione

Con la legge sulle intercettazioni in via di approvazione da parte di chi ha molto da nascondere, il nostro Paese sarà un po' meno democratico e molto meno sicuro di prima.

Del resto, non ci si può aspettare che voglia agevolare il lavoro delle Forze dell'Ordine o della Magistratura chi da un quindicennio abbondante non fa altro che sottrarsi al loro controllo: chi non ha nulla da nascondere, l'ho già scritto altre volte, non ha nulla da temere dalle indagini della Polizia o dalle domande dei giornali. Chi da nascondere, evidentemente, ha molto, si dà da fare come può: questa legge ne é un esempio.

Dato che sono gli ultimi giorni nei quali godremo di un qualche diritto ad essere informati, ecco alcuni esempi di Quello che sui giornali non leggeremo più... piuttosto educativo e chiarificatore, no?

lunedì 8 giugno 2009

Fotomontaggi

Due giorni fa si è sposata mia sorella: ricambiando quanto ricevuto in occasione del nostro matrimonio, Cristina ed io abbiamo realizzato alcuni fotomontaggi da esporre attorno alle abitazioni degli sposi, nonché nei dintorni del luogo in cui s'è celebrato il matrimonio. Protagonisti, ovviamente, i due nubendi.

Ecco dunque - sulla scorta delle prese in giro rivolte nelle ultime settimane a Nicola con la collaborazione di Marco - che cosa può accadere quando agli sposi viene lanciato il riso: com'è noto, evitare di toglierlo dalla confezione (rigorosamente sotto vuoto...) non comporta che vantaggi: non rimane polvere sulle mani, si può mirare con più precisione, si dispone di una gittata maggiore, il prete fa meno fatica a pulire il sagrato della chiesa, potendosi limitare a raccogliere le confezioni, anziché doverne scopare il contenuto... infine (suggerisce la mamma dello sposo) non si rischia di sporcare il vestito (scuro) dello sposo.

[caption id="attachment_1522" align="alignnone" width="150" caption="Il riso fa male..."]Il riso fa male...[/caption]

In secondo luogo, ecco qui un piccolo adattamento della nota filastrocca de "Il Signore degli Anelli", contestualizzata per l'occasione matrimoniale e dedicata a due noti amanti delle saghe fantasy:

[caption id="attachment_1523" align="alignnone" width="150" caption="Due anelli per sposarli"]Due anelli per sposarli[/caption]

Infine, sulla scia di un tormentone che impazza da qualche settimana nella rete a seguito di noti, squallidi fatti di cronaca politico-geriatrica, ecco il brindisi più invidiato del momento:

[caption id="attachment_1525" align="alignnone" width="150" caption="Brinda con Papi!"]Brinda con Papi![/caption]

A proposito di quest'ultima immagine, è doveroso commentare con una piccola "cronaca": alcuni vicini di casa, non troppo inclini all'umorismo (ma per comprendere l'umorismo serve intelligenza, e gli elettori del noto brindatore non hanno, mediamente, nell'intelligenza il loro tratto più spiccato, fatte salve ovviamente gradevoli eccezioni), si sono lamentati per l'affissione del bridisi "reale", sostenendo che offenderebbe gli sposi (che invece, indipendentemente dalle loro idee politiche, si son detti molto divertiti) e che comunque offenderebbe loro nelle loro idee.

Ora, perché gli elettori di un anziano signore dovrebbero essere meno offesi dal saperlo frequentare una minorenne che da un fotomontaggio che su tale fatto gioca, è cosa che non mi so spiegare. Mi consola pensare che nessun invitato, di sinistra o di destra che fosse, ha dato mostra di non divertirsi per lo scherzo, tutto sommato piuttosto innocente.

Tanti auguri dunque ai due sposini, con l'auspicio che il sorriso di questi (simpatici?) fotomontaggi li accompagni sempre nella loro vita!

PS: un doveroso grazie a Cristina che ha realizzato i fotomontaggi:  fosse stato per me, sarebbero rimasti solo un abbozzo di idea.