Il Papa, nella recente trasferta statunitense, ha chiesto scusa per i (numerosi, soprattutto negli USA) casi di pedofilia nel clero, dicendo di vergognarsi profondamente.
Ben vengano le richieste di scuse, anche se la Chiesa Cattolica, dal papato precedente a quello attuale, ha abituato il mondo a clamorose richieste di scusa per le cose più turpi (le decine di milioni di morti in Sud America, il silenzio per l'Olocausto), scuse che fanno venir voglia di dir "Sì ok, e pensarci prima ?". Quando ero piccolo i miei mi dicevano che spesso quando ci si scusa è troppo tardi... tuttavia credo sia apprezzabile, in ogni caso, chi chiede scusa.
Ancor più apprezzabile sarebbe se collaborasse con la legislazione dei Paesi nei quali i casi di pedofilia si sono verificati, invece di avanzare richiesta di immunità in quanto Capo di Stato, immunità per altro concessa dagli Stati Uniti. Ma in fondo... non si può avere tutto, no ? Tra qualche decina d'anni un altro Papa, magari uno che non indossi scarpe di Prada, chiederà scusa anche per questo...
Di bello c'è che non sono l'unico a pensarla così...
"Due strade trovai nel bosco, ed io scelsi la meno battuta: ed è per questo che sono diverso." [Robert Frost]
mercoledì 30 aprile 2008
Prove generali di Regime
Il sindaco di Alghero proibisce di cantare "Bella ciao" alla manifestazione del 25 aprile.
Il sindaco di Milano non partecipa alla manifestazione del 25 aprile.
La nuova giunta comunale di Nave (BS) proibisce lo svolgimento della tradizionale festa del Primo maggio.
E poi qualcuno dice che esagero a parlare di regime...
Il sindaco di Milano non partecipa alla manifestazione del 25 aprile.
La nuova giunta comunale di Nave (BS) proibisce lo svolgimento della tradizionale festa del Primo maggio.
E poi qualcuno dice che esagero a parlare di regime...
Roma, città chiusa
Dunque: il nuovo sindaco di Roma è Gianni Alemanno, del Partito Dei Ladri (anzi: di AN, come ha orgogliosamente rivendicato Gianfranco Calabraghino Fini, quello che "mai il mio partito si scioglierà in quello di Berlusconi", tanto per dire...), eletto con i voti del pupillo dell'erede del duce (Calabraghino, pupillo di Almirante), con i voti della nipotina del duce e con i voti di chi del duce si sente un po' l'erede ("La Destra" di Storace, nemmeno invitato ai festeggiamenti... che ingratitudine...): proprio una cosa della quale andare fieri, come Italiani. Mi è tornato in mente l'incipit de "Le ultime lettere di Jacopo Ortis": Il sacrificio della nostra patria è consumato: tutto è perduto; e la vita non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia.
E' proprio questa la sensazione, di qualche cosa di infamante per tutto il Paese. I fascisti che tornano al potere, su scala locale come su scala nazionale: è proprio vero che non s'impara mai niente. Che vergogna...
E' proprio questa la sensazione, di qualche cosa di infamante per tutto il Paese. I fascisti che tornano al potere, su scala locale come su scala nazionale: è proprio vero che non s'impara mai niente. Che vergogna...
giovedì 24 aprile 2008
A volte ritornano...
Evocata ieri, rieccola qui: la cordata italiana per Alitalia. Cioè. Non solo italiana. E con l'aiuto dello Stato.
Ama il capitalismo, il cavaliere d'Italia (il nano, non l'uccello). Ma solo quando gli fa comodo. E' questa la cosa che trovo irritante... Io - lo sanno tutti - non vedo particolarmente di buon occhio il modello economico capitalista. Diciamo che proprio non mi piace. Trovo però che, se lo si sceglie, od anche solo si accetta di vivere in una società che bene o male lo ha scelto, si dovrebbe pretendere un coerente rispetto di tutte le implicazioni che la scelta comporta: niente aiuti di Stato alle società, niente monopoli od oligopoli... nemmeno quando questo conviene, politicamente od economicamente, al presidente del consiglio ed ai suoi amici (od agli amici degli amici). Così mi irritano, profondamente, questioni come quella del cosiddetto prestito ponte dello Stato perché la cordata italiana possa comperare Alitalia (pare di rivedere la storia delle Autostrade, costruite con i soldi dello Stato ed affidate a privati) o come l'ormai consolidato discorso sull'evitare l'allargamento dell'offerta televisiva al pubblico, che danneggerebbe il cavalier nano e dunque non s'ha da fare... discorsi sui quali l'UE vigila, richiama, critica... inascoltata, come sempre. Ed a pagare le multe inflitte allo Stato italiano siamo, come sempre, in ultima analisi, noi cittadini...
Ama il capitalismo, il cavaliere d'Italia (il nano, non l'uccello). Ma solo quando gli fa comodo. E' questa la cosa che trovo irritante... Io - lo sanno tutti - non vedo particolarmente di buon occhio il modello economico capitalista. Diciamo che proprio non mi piace. Trovo però che, se lo si sceglie, od anche solo si accetta di vivere in una società che bene o male lo ha scelto, si dovrebbe pretendere un coerente rispetto di tutte le implicazioni che la scelta comporta: niente aiuti di Stato alle società, niente monopoli od oligopoli... nemmeno quando questo conviene, politicamente od economicamente, al presidente del consiglio ed ai suoi amici (od agli amici degli amici). Così mi irritano, profondamente, questioni come quella del cosiddetto prestito ponte dello Stato perché la cordata italiana possa comperare Alitalia (pare di rivedere la storia delle Autostrade, costruite con i soldi dello Stato ed affidate a privati) o come l'ormai consolidato discorso sull'evitare l'allargamento dell'offerta televisiva al pubblico, che danneggerebbe il cavalier nano e dunque non s'ha da fare... discorsi sui quali l'UE vigila, richiama, critica... inascoltata, come sempre. Ed a pagare le multe inflitte allo Stato italiano siamo, come sempre, in ultima analisi, noi cittadini...
mercoledì 23 aprile 2008
sCordata
Ricordate Berlusconi, e la cordata italiana per salvare Alitalia ? Come per incanto, dal giorno successivo a quello delle elezioni politiche non se n'è più sentito parlare. La cordata scordata. Amnesia post-elettorale ? Facile spararle grosse e poi dimenticarsene... a volte mi capita di pensare che il grande handicap della sinistra italiana rispetto a questa "destra" sia l'incapacità morale di spararle abbastanza grosse da far più rumore dell'avversario. Una sorta di questione morale, in fondo: incapacità di essere abbastanza bugiardi per vincere. Bugiardi sì, ma non abbastanza.
Ricordate Ronaldinho, quasi sicuro al Milan ? Ricordate anche qual era il giorno di cotanto annuncio ? Il giorno delle elezioni. Avete sentito Berlusconi e Galliani qualche giorno fa ? Ronaldinho al Milan ? Probabilmente no, costa troppo.
Spararle grosse, appunto. Fare rumore. Promettere, senza mantenere. Finché gli elettori di destra saranno contenti di essere presi per i fondelli in questo modo, il gioco continuerà.
Ricordate Ronaldinho, quasi sicuro al Milan ? Ricordate anche qual era il giorno di cotanto annuncio ? Il giorno delle elezioni. Avete sentito Berlusconi e Galliani qualche giorno fa ? Ronaldinho al Milan ? Probabilmente no, costa troppo.
Spararle grosse, appunto. Fare rumore. Promettere, senza mantenere. Finché gli elettori di destra saranno contenti di essere presi per i fondelli in questo modo, il gioco continuerà.
giovedì 17 aprile 2008
mercoledì 16 aprile 2008
Nelle mani di Bossi
Nelle mani di Bossi: nel bene e nel male.
Siamo (intendo: noi persone che viviamo, lavoriamo, costruiamo il nostro futuro in Italia) nelle mani di Bossi. Non è una sensazione particolarmente rassicurante.
Siamo nelle mani di Bossi in due sensi diversi: nel bene e (soprattutto) nel male.
Nel bene, perché la dipendenza da Bossi costituisce forse l'unica possibilità (oltre alla signora con la falce, naturalmente) che il quarto governo Berlusconi non duri cinque anni, che per cinque anni non possa fare definitivamente, del nostro Paese, tutto ciò che gli pare, come fosse (ma forse in parte è) Sua proprietà.
Nel male, perché la condotta del futuro governo Berlusconi sarà schiacciata sulle posizioni, spesso razziste e xenofobe, del suo alleato. Ovviamente, se si pensa che il grande risultato della Lega Nord alle politiche di due giorni fa è in fondo l'unico motivo per cui l'alleanza guidata dall'Ometto Televisivo (se si tralasciano conflitto d'interessi, controllo quasi totale dell'informazione... bazzecole...) ha vinto le elezioni. Ovviamente, se si pensa che i voti dei senatori leghisti saranno indispensabili (a differenza di quanto accadeva due legislature fa) al governo per avere la maggioranza. Ovviamente, se si pensa che nella coalizione che ci sgovernerà nei prossimi anni non ci sarà nemmeno più Casini a fare da contrappeso (contraltare ?), in qualche modo, alle demenziali spinte secessioniste della Lega. Ovviamente, se si pensa che, nell'alleanza guidata dal Cavalierino, Gianfranco Fini conta ormai come il due di coppe con la briscola a bastoni: e come potrebbe essere diversamente, dopo essersi rimangiato in due settimane, per il solo desiderio di una poltrona (una qualunque !!!), gli insulti, i proclami e le promesse degli ultimi sei mesi ? "Mai più con Berlusconi", "Non avrà più il mio voto", "Siamo stufi di votare secondo logiche di coalizione e non secondo coscienza !" (leggi: di far passare leggi ignobili che favoriscono migliaia di delinquenti per salvarne uno, quello famoso), "Non chineremo più la testa !": sì certo, come no. Certe cose (poche) in politica si pagano, ed agli occhi degli elettori di Fini non dev'essere stato troppo piacevole assistere alla rapidissima calata di brache realizzata dal loro (si fa per dire) leader. Così come agli occhi degli alleati sarà sempre più difficile dare peso alle prese di posizioni di Fini, se mai ce ne saranno (e ne dubito).
Siamo nella mani di Bossi, nel bene e nel male. Ci sono sensazioni meno sgradevoli.
Siamo (intendo: noi persone che viviamo, lavoriamo, costruiamo il nostro futuro in Italia) nelle mani di Bossi. Non è una sensazione particolarmente rassicurante.
Siamo nelle mani di Bossi in due sensi diversi: nel bene e (soprattutto) nel male.
Nel bene, perché la dipendenza da Bossi costituisce forse l'unica possibilità (oltre alla signora con la falce, naturalmente) che il quarto governo Berlusconi non duri cinque anni, che per cinque anni non possa fare definitivamente, del nostro Paese, tutto ciò che gli pare, come fosse (ma forse in parte è) Sua proprietà.
Nel male, perché la condotta del futuro governo Berlusconi sarà schiacciata sulle posizioni, spesso razziste e xenofobe, del suo alleato. Ovviamente, se si pensa che il grande risultato della Lega Nord alle politiche di due giorni fa è in fondo l'unico motivo per cui l'alleanza guidata dall'Ometto Televisivo (se si tralasciano conflitto d'interessi, controllo quasi totale dell'informazione... bazzecole...) ha vinto le elezioni. Ovviamente, se si pensa che i voti dei senatori leghisti saranno indispensabili (a differenza di quanto accadeva due legislature fa) al governo per avere la maggioranza. Ovviamente, se si pensa che nella coalizione che ci sgovernerà nei prossimi anni non ci sarà nemmeno più Casini a fare da contrappeso (contraltare ?), in qualche modo, alle demenziali spinte secessioniste della Lega. Ovviamente, se si pensa che, nell'alleanza guidata dal Cavalierino, Gianfranco Fini conta ormai come il due di coppe con la briscola a bastoni: e come potrebbe essere diversamente, dopo essersi rimangiato in due settimane, per il solo desiderio di una poltrona (una qualunque !!!), gli insulti, i proclami e le promesse degli ultimi sei mesi ? "Mai più con Berlusconi", "Non avrà più il mio voto", "Siamo stufi di votare secondo logiche di coalizione e non secondo coscienza !" (leggi: di far passare leggi ignobili che favoriscono migliaia di delinquenti per salvarne uno, quello famoso), "Non chineremo più la testa !": sì certo, come no. Certe cose (poche) in politica si pagano, ed agli occhi degli elettori di Fini non dev'essere stato troppo piacevole assistere alla rapidissima calata di brache realizzata dal loro (si fa per dire) leader. Così come agli occhi degli alleati sarà sempre più difficile dare peso alle prese di posizioni di Fini, se mai ce ne saranno (e ne dubito).
Siamo nella mani di Bossi, nel bene e nel male. Ci sono sensazioni meno sgradevoli.
Quelli che votano a destra
Pensavo - e dicevo, cosa che in genere non mi rendeva molto popolare presso gli elettori di destra - anni fa che non fosse possibile che persone intelligenti votassero a destra. Ovviamente la cosa è molto meno semplicistica e ben più articolata, ed in questi giorni di bilanci sono tornato a rifletterci un po'.
Prima di tutto, il mio discorso è relativo a chi vota la destra italiana, e qualunque destra le assomigli: una destra personalistica e populista, una destra almeno parzialmente razzista e xenofoba (nel senso letterale: che ha paura, un terrore folle delle diversità), una destra costruita da un ometto (sia in senso fisico sia -soprattutto - in senso morale) che tratta gli alleati come servi e persegue esclusivamente il proprio interesse personale (sia esso economico, giudiziario, industriale, sportivo, ...), sempre a metà tra uomo politico (non certo statista) e ricco imprenditore. Non ci sono molte destre del genere, in Europa e nel mondo. Agli elettori di questo tipo di destra si riferisce il mio discorso. In secondo luogo, il mio discorso è ovviamente un discorso medio, al quale esistono (per quanto rare, nella mia esperienza) eccezioni. Dunque non vogliatemene se vi sembrerà offensivo: probabilmente, l'eccezione siete voi.
Non può essere, semplicemente, una questione di intelligenza. Principalmente perché intelligenze ne esistono tante, ed allora forse sarebbe più opportuno parlare di intelligenza logica: trarre conclusioni logiche da premesse note. Ma non è nemmeno solo questo, perché per trarre conclusioni è necessario conoscere le premesse, disporre di informazioni: è dunque anche questione di informazione o, piuttosto, di ignoranza. Mediamente l'elettore di destra s'informa di meno, è ignorante sia nel senso che gli mancano le informazioni sia nel senso che non ha voglia di cercarsele. La tipica risposta quando si consiglia all'elettore di destra di leggere qualche cosa consiste nel dire "ma quel giornalista è di sinistra", senza aver mai letto nulla dell'autore cui ci si riferisce. Classico esempio: Marco Travaglio, giornalista senza dubbio non "di sinistra" ma persona onesta, che scrive riferendosi a sentenze, citazioni, leggi. Ma giornalista scomodo, dunque è di sinistra e basta, e leggerlo una perdita di tempo. Anche qui, non credo siamo alla fine del discorso. Intelligenza logica e (volontà di) informazione non bastano, serve l'onestà intellettuale di mettere insieme le cose e trarne le dovute conseguenze. Posso sapere che un candidato per il quale vorrei votare ha corrotto (più o meno direttamente) la guardia di finanza, o che la sua sbandierata abilità imprenditoriale è in realtà frutto di reati (magari non suoi) e rapporti poco chiari con la malavita organizzata, posso sapere che prima di entrare in politica era indebitato fino al collo e stava per dichiarare bancarotta, posso avere l'intelligenza logica di concludere che evidentemente non è bravo come dice di essere, ma posso non avere l'onestà intellettuale di comportarmi di conseguenza quando vado a votare.
Intelligenza logica, informazione, onestà intellettuale: basta che manchi una delle tre cose, ed ecco l'elettore medio di destra, in Italia. Non particolarmente intelligente, oppure non particolarmente informato, oppure non particolarmente incline a mettere le proprie conclusioni razionali davanti a ciò che dice il cuore (o, più spesso, il portafoglio: "Meno tasse per tutti !"). Esiste poi una minoranza (spero) di elettori di destra dotata di tutte e tre le caratteristiche sopra riportate, ma per i quali semplicemente il sistema di valori rispetto al quale regolare le proprie scelte è diverso da quello che formalmente tutti noi riconosciamo: onestà, rispetto per le leggi, rispetto per la società nella quale viviamo e dalle cui leggi la nostra quotidianità è regolata. In questo caso, capacità razionale, informazione ed onestà intellettuale non bastano, perché se non considero un problema che qualcuno approfitti di una posizione di potere per il proprio interesse personale, economico ma non solo economico, posso benissimo decidere di votarlo senza la sensazione che ci sia in questa scelta qualche cosa che non va: non mancano le premesse, né il ragionamento, né l'onestà di attuare le conclusioni... è la scala di riferimento ad essere diversa da quella media.
Ecco qua, le mie riflessioni di questi amari giorni... ripeto: senza offesa per nessuno, e come discorso medio.
Prima di tutto, il mio discorso è relativo a chi vota la destra italiana, e qualunque destra le assomigli: una destra personalistica e populista, una destra almeno parzialmente razzista e xenofoba (nel senso letterale: che ha paura, un terrore folle delle diversità), una destra costruita da un ometto (sia in senso fisico sia -soprattutto - in senso morale) che tratta gli alleati come servi e persegue esclusivamente il proprio interesse personale (sia esso economico, giudiziario, industriale, sportivo, ...), sempre a metà tra uomo politico (non certo statista) e ricco imprenditore. Non ci sono molte destre del genere, in Europa e nel mondo. Agli elettori di questo tipo di destra si riferisce il mio discorso. In secondo luogo, il mio discorso è ovviamente un discorso medio, al quale esistono (per quanto rare, nella mia esperienza) eccezioni. Dunque non vogliatemene se vi sembrerà offensivo: probabilmente, l'eccezione siete voi.
Non può essere, semplicemente, una questione di intelligenza. Principalmente perché intelligenze ne esistono tante, ed allora forse sarebbe più opportuno parlare di intelligenza logica: trarre conclusioni logiche da premesse note. Ma non è nemmeno solo questo, perché per trarre conclusioni è necessario conoscere le premesse, disporre di informazioni: è dunque anche questione di informazione o, piuttosto, di ignoranza. Mediamente l'elettore di destra s'informa di meno, è ignorante sia nel senso che gli mancano le informazioni sia nel senso che non ha voglia di cercarsele. La tipica risposta quando si consiglia all'elettore di destra di leggere qualche cosa consiste nel dire "ma quel giornalista è di sinistra", senza aver mai letto nulla dell'autore cui ci si riferisce. Classico esempio: Marco Travaglio, giornalista senza dubbio non "di sinistra" ma persona onesta, che scrive riferendosi a sentenze, citazioni, leggi. Ma giornalista scomodo, dunque è di sinistra e basta, e leggerlo una perdita di tempo. Anche qui, non credo siamo alla fine del discorso. Intelligenza logica e (volontà di) informazione non bastano, serve l'onestà intellettuale di mettere insieme le cose e trarne le dovute conseguenze. Posso sapere che un candidato per il quale vorrei votare ha corrotto (più o meno direttamente) la guardia di finanza, o che la sua sbandierata abilità imprenditoriale è in realtà frutto di reati (magari non suoi) e rapporti poco chiari con la malavita organizzata, posso sapere che prima di entrare in politica era indebitato fino al collo e stava per dichiarare bancarotta, posso avere l'intelligenza logica di concludere che evidentemente non è bravo come dice di essere, ma posso non avere l'onestà intellettuale di comportarmi di conseguenza quando vado a votare.
Intelligenza logica, informazione, onestà intellettuale: basta che manchi una delle tre cose, ed ecco l'elettore medio di destra, in Italia. Non particolarmente intelligente, oppure non particolarmente informato, oppure non particolarmente incline a mettere le proprie conclusioni razionali davanti a ciò che dice il cuore (o, più spesso, il portafoglio: "Meno tasse per tutti !"). Esiste poi una minoranza (spero) di elettori di destra dotata di tutte e tre le caratteristiche sopra riportate, ma per i quali semplicemente il sistema di valori rispetto al quale regolare le proprie scelte è diverso da quello che formalmente tutti noi riconosciamo: onestà, rispetto per le leggi, rispetto per la società nella quale viviamo e dalle cui leggi la nostra quotidianità è regolata. In questo caso, capacità razionale, informazione ed onestà intellettuale non bastano, perché se non considero un problema che qualcuno approfitti di una posizione di potere per il proprio interesse personale, economico ma non solo economico, posso benissimo decidere di votarlo senza la sensazione che ci sia in questa scelta qualche cosa che non va: non mancano le premesse, né il ragionamento, né l'onestà di attuare le conclusioni... è la scala di riferimento ad essere diversa da quella media.
Ecco qua, le mie riflessioni di questi amari giorni... ripeto: senza offesa per nessuno, e come discorso medio.
Brescia
Dopo quindici anni di resistenza, anche la mia città ha ceduto all'attacco della destra. Da oggi abbiamo un sindaco forzitaliota, occhi blu e faccione sorridente ed un po' stordito d'ordinanza. Ho attraversato il centro di Brescia, stamattina, e mi sono sentito un po' come devono essersi sentiti i miei concittadini il giorno dopo la riconquista austriaca, al termine delle famose Dieci Giornate di Brescia (1849). Pensavo che ci sarà da ridere, un sindaco tenuto per le palle dalla Lega Nord in una delle città italiane con la più alta concentrazione di immigrati (circa il 10% della popolazione): una città ricca ed industrialmente forte anche grazie al lavoro di quelle persone che chi ha vinto è abituato a demonizzare: ci sarà da ridere, per non piangere ovviamente...
martedì 15 aprile 2008
Disturbo ?
- Pronto ! Ciao Laura, ti disturbo ?
...
- Ah, va bene, ciao !
...
- Ah, va bene, ciao !
Il giorno dopo
Elezioni politiche, il giorno dopo.
Ricominciamo: a spiegarci, ad interrogarci, a ragionare. A deprimerci, all'alba di un nuovo quinquennio di regime. Non governo, non amministrazione: regime. Chi controlla l'informazione ora controlla anche il potere politico. Regime. Come quello di Stalin, come quelli di Hitler, Mussolini, Franco, Pinochet. Mancano le repressioni violente degli oppositori... ma nemmeno servono, forse. Regime. Ricominciamo a masticare amaro, per cinque anni. Il buffone è tornato, forte come non mai.
Ed il resto del mondo ricomincia a ridere.
Ricominciamo: a spiegarci, ad interrogarci, a ragionare. A deprimerci, all'alba di un nuovo quinquennio di regime. Non governo, non amministrazione: regime. Chi controlla l'informazione ora controlla anche il potere politico. Regime. Come quello di Stalin, come quelli di Hitler, Mussolini, Franco, Pinochet. Mancano le repressioni violente degli oppositori... ma nemmeno servono, forse. Regime. Ricominciamo a masticare amaro, per cinque anni. Il buffone è tornato, forte come non mai.
Ed il resto del mondo ricomincia a ridere.
Resistere, resistere, resistere...
- Una mattina mi son svegliato,
- o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
- Una mattina mi son svegliato,
- e ho trovato l'invasor.
- O partigiano, portami via,
- o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
- O partigiano, portami via,
- ché mi sento di morir.
- E se io muoio da partigiano,
- o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
- E se io muoio da partigiano,
- tu mi devi seppellir.
- E seppellire lassù in montagna,
- o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
- E seppellire lassù in montagna,
- sotto l'ombra di un bel fior.
- Tutte le genti che passeranno,
- o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
- Tutte le genti che passeranno,
- Mi diranno «Che bel fior!»
- «È questo il fiore del partigiano»,
- o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
- «È questo il fiore del partigiano,
- morto per la libertà!»
Ricordi ahimè attuali
Il mio più vecchio ricordo di una manifestazione è un ricordo di bambino: ero in centro, con i miei genitori, e per le vie della città abbiamo incrociato un gruppo di manifestanti che camminavano scandendo uno slogan: "Fuorilegge MSI".
Ricordo di essere stato un po' spaventato, di fronte a queste grida delle quali non capivo il significato.
Ora lo comprendo, e mi rattrista il fatto che, ancora una volta, gli eredi di quell'MSI erede del fascismo andranno al governo, con buona pace di tante persone morte, nella Resistenza, per liberare dalla dittatura il nostro Paese.
A volte ritornano. A volte è difficile non vergognarsi di essere Italiani.
Ricordo di essere stato un po' spaventato, di fronte a queste grida delle quali non capivo il significato.
Ora lo comprendo, e mi rattrista il fatto che, ancora una volta, gli eredi di quell'MSI erede del fascismo andranno al governo, con buona pace di tante persone morte, nella Resistenza, per liberare dalla dittatura il nostro Paese.
A volte ritornano. A volte è difficile non vergognarsi di essere Italiani.
lunedì 14 aprile 2008
Voto
Ho votato, ieri: per la quinta volta ho votato per le elezioni politiche. La prima volta nell'Aprile 2006, il 21. Ricordo l'emozione, un po' l'ansia, la voglia di partecipare attivamente, per la prima volta, alla vita del mio Paese.
Non è cambiato molto, di questo: stessa emozione, quando mi infilo nel seggio con le schede in mano, stesso desiderio poi, pochi minuti dopo, che le elezioni si concludano e se ne conosca il risultato. E' cambiato tanto, invece, del mio modo di vedere la politica, è diverso il modo in cui decido quale voto esprimere. Ma lo racconterò nei prossimi giorni, ad urne chiuse. Sempre che rimanga l'entusiasmo di raccontare qualcosa... per ora, solo, la considerazione che ogni volta è un po' come fosse la prima. La voglia di leggere con calma i nomi dei candidati (alle comunali ancora si possono esprimere preferenze...), il piacere di incontrare qualche conoscente ai seggi, anche l'allegria di tornare nella scuola media che ho frequentato tanti anni fa...
Non è cambiato molto, di questo: stessa emozione, quando mi infilo nel seggio con le schede in mano, stesso desiderio poi, pochi minuti dopo, che le elezioni si concludano e se ne conosca il risultato. E' cambiato tanto, invece, del mio modo di vedere la politica, è diverso il modo in cui decido quale voto esprimere. Ma lo racconterò nei prossimi giorni, ad urne chiuse. Sempre che rimanga l'entusiasmo di raccontare qualcosa... per ora, solo, la considerazione che ogni volta è un po' come fosse la prima. La voglia di leggere con calma i nomi dei candidati (alle comunali ancora si possono esprimere preferenze...), il piacere di incontrare qualche conoscente ai seggi, anche l'allegria di tornare nella scuola media che ho frequentato tanti anni fa...
venerdì 11 aprile 2008
Bugiardi
Per concludere la campagna elettorale in bellezza, non poteva mancare il bugiardo che da del bugiardo ad un altro: Veltroni è un bugiardo, tuona Berlusconi. Proprio lui, condannato in via definitiva - reato amnistiato, ma ciò non toglie che sia ufficiale, e stabilito per sempre, che egli abbia mentito sotto giuramento - per falsa testimonianza nel processo sulla P2. Tanti anni fa, ma a volte la memoria è un bene importante.
In ogni caso, nessun dubbio su chi votare, tra il giovane, il nuovo, che ha proposto qualcosa di (forse non molto, ma almeno un po' sì) diverso dal solito modo di fare politica, all'ultrasettantenne bugiardo (nel senso scritto prima) che da quindici anni ripete le stesse cose: le tasse, i comunisti, la bellezza dell'evasione fiscale. Lunedì sapremo se ci aspettano altri cinque anni di buio democratico, o se invece possiamo sperare in una seppur piccola rinascita per il nostro Paese.
In ogni caso, nessun dubbio su chi votare, tra il giovane, il nuovo, che ha proposto qualcosa di (forse non molto, ma almeno un po' sì) diverso dal solito modo di fare politica, all'ultrasettantenne bugiardo (nel senso scritto prima) che da quindici anni ripete le stesse cose: le tasse, i comunisti, la bellezza dell'evasione fiscale. Lunedì sapremo se ci aspettano altri cinque anni di buio democratico, o se invece possiamo sperare in una seppur piccola rinascita per il nostro Paese.
martedì 8 aprile 2008
Brogli (ancora !), fascisti, e le donne a fare la calza
Ricominciamo con la storia dei brogli: Il Nano delle Libertà teme brogli in vista delle prossime elezioni. Li temeva anche nel 2006, e molti elementi hanno poi indicato che, se qualche irregolarità c'era stata, era stata a suo favore. Del resto, il suo governo, fortunatamente uscente, controllava il corretto svolgimento delle consultazioni, con quel Ministro dell'Interno che, a metà dello spoglio, lasciò il Viminale per consultarsi col primo ministro bloccando, nel frattempo, l'afflusso di notizie sulle elezioni... cosa ovviamente senza alcun precedente in alcun paese democratico !
Di brogli se ne intende, dunque - se ne parla - un po' di preoccupazione dovremmo averla tutti.
Si intende ovviamente anche di donne, meglio se ex fidanzate, oppure a casa a fare la calza, o ad attendere il miliardario che le sposerà (disponibile pare anche il figlio dello stesso candidato PDL, ovviamente nemmeno consultato).
E si intende di camicie, il suddetto: nere e verdi preferibilmente. Con nuovo look, camicia nera (piace molto da quelle parti, così come la bassa statura ed il capello rado... purtroppo nel ventennio i trapianti non si facevano...) sbottonate, che fa più giovane: certo ringiovanire la propria immagine dev'essere un desiderio molto sentito, da un untrasettantenne che si candida per la quinta volta (e dopo due sconfitte) alla guida del governo italiano, come espressione di una coalizione (si fa per dire) che propone le stesse cose da quattordici anni, senza alcuna novità, senza alcuna variazione. E senza alcuna capacità di mantenere ciò che promette, come s'è visto quando, sventuratamente, in questi quattordici anni l'ometto di Arcore è stato al governo.
Perché ho la sensazione che non ci sia nulla di nuovo ? A completare la raccolta di uscite "standard", è arrivata tra ieri ed oggi quella sul fraintendimento: "Bossi è un uomo malato", "Non ho mai detto che sia malato". E' stato frainteso, poveraccio: lui, l'esperto di comunicazione, pubblicità, immagine... è stato frainteso. Succede sempre, succede di continuo. Da quattordici anni - in fondo, in questa tornata elettorale il "vecchio", il passato è lui - , quasi ogni volta che parla. E' successo anche in questa campagna elettorale: così, tanto per non farci mancare niente...
Di brogli se ne intende, dunque - se ne parla - un po' di preoccupazione dovremmo averla tutti.
Si intende ovviamente anche di donne, meglio se ex fidanzate, oppure a casa a fare la calza, o ad attendere il miliardario che le sposerà (disponibile pare anche il figlio dello stesso candidato PDL, ovviamente nemmeno consultato).
E si intende di camicie, il suddetto: nere e verdi preferibilmente. Con nuovo look, camicia nera (piace molto da quelle parti, così come la bassa statura ed il capello rado... purtroppo nel ventennio i trapianti non si facevano...) sbottonate, che fa più giovane: certo ringiovanire la propria immagine dev'essere un desiderio molto sentito, da un untrasettantenne che si candida per la quinta volta (e dopo due sconfitte) alla guida del governo italiano, come espressione di una coalizione (si fa per dire) che propone le stesse cose da quattordici anni, senza alcuna novità, senza alcuna variazione. E senza alcuna capacità di mantenere ciò che promette, come s'è visto quando, sventuratamente, in questi quattordici anni l'ometto di Arcore è stato al governo.
Perché ho la sensazione che non ci sia nulla di nuovo ? A completare la raccolta di uscite "standard", è arrivata tra ieri ed oggi quella sul fraintendimento: "Bossi è un uomo malato", "Non ho mai detto che sia malato". E' stato frainteso, poveraccio: lui, l'esperto di comunicazione, pubblicità, immagine... è stato frainteso. Succede sempre, succede di continuo. Da quattordici anni - in fondo, in questa tornata elettorale il "vecchio", il passato è lui - , quasi ogni volta che parla. E' successo anche in questa campagna elettorale: così, tanto per non farci mancare niente...
giovedì 3 aprile 2008
Tormenta di vento
La neve in bicicletta è qualcosa di quasi epico, è il Gavia al Giro nel 1988 o, per quanto mi riguarda, un pomeriggio di tanti anni fa di ritorno dall'Università. La pioggia è una presenza sorda e battente, che ti accompagna per ore, milioni di gocce grigie su e giù per montagne e colline, ed alla fine il sole che in poco tempo t'asciuga.
La grandine è assai meno gradevole e più problematica, ti colpisce, ti costringe a cercare riparo, ma ha il suo strano fascino, così come i tuoni ed i lampi, tanto vicini che ti pare quasi di toccarli, su una strada persa tra le valli bresciane.
Ma il vento: il vento è qualcosa di assolutamente unico, e spaventoso. Il vento ti frena, ti rallenta, il vento ti sposta, il vento quasi ti solleva. Il vento soffia tra le querce sulla cima di un colle, è la voce di una stradina tortuosa tra le piante. Il vento è il canto di Francesca e Paolo, mentre pedali su una rampa o cerchi di mantenere l'equilibrio su una curva, è una forza che ti schiaccia e ti ferma, per poi dissolversi di colpo, al riparo di una casa. E' la sensazione di essere soli e sperduti, e leggeri, e fragili, e forti. In una sera qualunque, in primavera...
La grandine è assai meno gradevole e più problematica, ti colpisce, ti costringe a cercare riparo, ma ha il suo strano fascino, così come i tuoni ed i lampi, tanto vicini che ti pare quasi di toccarli, su una strada persa tra le valli bresciane.
Ma il vento: il vento è qualcosa di assolutamente unico, e spaventoso. Il vento ti frena, ti rallenta, il vento ti sposta, il vento quasi ti solleva. Il vento soffia tra le querce sulla cima di un colle, è la voce di una stradina tortuosa tra le piante. Il vento è il canto di Francesca e Paolo, mentre pedali su una rampa o cerchi di mantenere l'equilibrio su una curva, è una forza che ti schiaccia e ti ferma, per poi dissolversi di colpo, al riparo di una casa. E' la sensazione di essere soli e sperduti, e leggeri, e fragili, e forti. In una sera qualunque, in primavera...
Boicottaggio (nel mio piccolo)
Si parla, nelle ultime settimane, di boicottaggio nei confronti delle Olimpiadi estive di Pechino, in risposta ai recenti fatti avvenuti in Tibet così come alle violazioni dei diritti umani che avvengono in Cina. Non so se si tratti del modo giusto di affrontare la questione, è comodo boicottare una manifestazione sportiva - per la quale atleti di tutto il mondo si preparano da anni - e non prendere nemmeno in considerazione un boicottaggio commerciale (perché non conviene a nessuno, in primis a "noi").
Nel mio piccolo, da qualche tempo in qua, ho deciso però di portare avanti una mia personalissima forma di boicottaggio: non acquisterò nulla (si tratti di un francobollo o di un vestito da sposo, poco cambia) in negozi che espongano e/o distribuiscano volantini elettorali del PDL o di partiti vicini. Non è questione di stare da una parte o dall'altra: l'edicolante da cui sempre compero il giornale è notoriamente leghista, mia mamma lo tormenta ogni giorno parlandogli male di Bossi e Berluschino, e amici come prima. Si tratta invece del fatto di sostenere in modo attivo una parte piuttosto che l'altra, diffondendone i volantini: liberi di farlo, ma io sono libero di trarne le conseguenze che preferisco.
Invito tutti a fare lo stesso...
Nel mio piccolo, da qualche tempo in qua, ho deciso però di portare avanti una mia personalissima forma di boicottaggio: non acquisterò nulla (si tratti di un francobollo o di un vestito da sposo, poco cambia) in negozi che espongano e/o distribuiscano volantini elettorali del PDL o di partiti vicini. Non è questione di stare da una parte o dall'altra: l'edicolante da cui sempre compero il giornale è notoriamente leghista, mia mamma lo tormenta ogni giorno parlandogli male di Bossi e Berluschino, e amici come prima. Si tratta invece del fatto di sostenere in modo attivo una parte piuttosto che l'altra, diffondendone i volantini: liberi di farlo, ma io sono libero di trarne le conseguenze che preferisco.
Invito tutti a fare lo stesso...
mercoledì 2 aprile 2008
Viva la sincerità...
L’amico padano. «Berlusconi è contrario ad affrontare il confronto tv con Walter Veltroni perché un po’ di stupidaggini le ha dette e in televisione verrebbero moltiplicate. Queste sono cose che fanno perdere voti...»
[Umberto Bossi Rai News 24, 31 marzo]
[Umberto Bossi Rai News 24, 31 marzo]
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