domenica 25 settembre 2011

Colleghi e buoi (dei paesi tuoi)

F: Come mai abbiamo smesso di pranzare con il gruppo di X ed Y?

P: Perché eravamo tantissimi... e poi loro hanno iniziato ad andare con altri... ed in compagnia femminile, comprensibilmente più interessante della nostra...

F: Quindi... è un po' la storia del carro di buoi...

M: Esatto: noi siamo il carro di buoi!

Grazie a Francesco e Matteo per il favoloso siparietto...

venerdì 23 settembre 2011

Santo subito!

Niccolò Ghedini: "Lavitola minacciò di bastonarmi".
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/09/20/news/ricatto_al_premier_il_gip_a_roma_il_caso_tarantini-21950710

Escrementi del Consiglio

L'onorevole - chiedo scusa - Milanese non verrà dunque arrestato: ché la Camera dei Deputati ha respinto la richiesta di arresto, e se tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla legge, si sa che poi - come insegna Orwell - finisce sempre che alcuni sono più uguali degli altri - garantiti dall'immunità non solo per quanto riguarda eventuali reati commessi nel compimento delle proprie funzioni istituzionali, bensì anche a proposito di reati comuni.

Milanese non andrà in prigione e Berlusconi potrà continuare a governare con serenità, per il bene del Paese. A tempo perso, s'intende.

Del resto, si sa che il PdL è partito profondamente garantista - e l'immagine di Gasparri che agita un cappio in Parlamento è frutto della mia immaginazione: del resto, la coerenza e l'onestà intellettuale non sono da tutti... verrebbe da dire che di quelle di Gasparri giudicherà la Storia... ma sospetto che la Storia non si abbasserà a tanto.

E la Lega, poi: è noto come a Bossi non piaccia mandare la gente in prigione, sempre che non si tratti di delinquenti comuni, possibilmente d'incarnato non pallido.

Io sono convinto che gli Italiani siano, mediamente, migliori della classe che li sgoverna: ma confesso che, di tanto in tanto, mi chiedo se veramente non abbia ragione Lui, e se l'Italia non sia, davvero, un Paese di merda.

martedì 20 settembre 2011

Porta Pia

Centoquarantuno anni fa, con il famoso episodio della "breccia di Porta Pia", lo Stato Pontificio venne ridotto sostanzialmente a quello che è ora: una piccola enclave teocratica nel cuore di uno Stato laico. Che nella pratica il peso ed il ruolo politici di Santa Romana Chiesa siano, in Italia, ben più di quelli che le nostre leggi, il buon senso e lo stesso Concordato suggerirebbero, è purtroppo un dato di fatto: ma la riduzione del potere dei Papi da realtà politica statuale a semplice fenomeno culturale è una cosa che ho sempre considerato positiva e che oggi, in qualche modo, mi piace ricordare e festeggiare.

lunedì 19 settembre 2011

Paria dei cieli

Ho riletto, dopo tanti anni, "Paria dei cieli", primo romanzo di Isaac Asimov.

Non ricordavo quasi nulla della trama - e poi rileggere Asimov è sempre un po' come ritrovare un vecchio amico... per dirla con Baricco, "come un compagno di scuola delle elementari che non vedevi da anni e un giorno lo incontri per strada".

"Paria dei cieli" è un romanzo di fantascienza, d'accordo. Ma è anche un testo che parla di diversità, razzismo, di integrazione ed estremismo che vede il diverso solo come un qualcosa che va distrutto, umiliato, annientato. Non per niente, è un romanzo scritto da un ebreo quattro anni dopo la fine della seconda guerra mondiale: un inno alla tolleranza, alla fratellanza, all'idea che il razzismo e l'assolutismo che ad esso spesso è legato si combattono con l'integrazione, con la convinzione che siamo tutti simili e che la diversità è una ricchezza.

Così... è nato dentro di me un desiderio: vorrei che un libro del genere fosse letto dai Bossi e dai Calderoli che si riempiono la bocca di affermazioni che esaltano le differenze etniche e ne fanno spiegazione di tutti i mali del mondo. Dai Ratzinger e dai loro "Io sono la Verità e la Vita, chi vive in me non morirà, e 'fanculo a tutto il resto". Dagli ultras disposti ad ammazzarsi di botte per il colore della maglia di una squadra di calcio.

Ma non sto scoprendo nulla di nuovo: se il mondo fosse governato dalla fantasia e dall'apertura mentale di uno scrittore, più che dagli interessi dei politici o dal fanatismo dei capi religiosi, probabilmente sarebbe un posto migliore...

domenica 18 settembre 2011

Come i canguri

Prima passeggiata da marsupiali, questa mattina: sotto un secco cielo autunnale (ok, questa è di Guccini) che anticipa di qualche giorno l'entrata nella stagione delle castagne (ottime come integratori di potassio, tra l'altro :-)).

Con una Irene inizialmente un po' perplessa e poi tranquillamente addormentata al collo di papà - in una pallida imitazione del pancione col quale mamma l'ha portata in giro per nove mesi.

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Sotto tutela

E' facile pernsar male di una persona che, convocata da un magistrato come testimone, faccia di tutto per essere considerata, più che testimone, potenziale indagata: come minimo vien da ridere, a maggior ragione se a coprirsi di ridicolo è persona ricca e potente.

E chissà come ridono del nostro Paese gli abitanti del resto del mondo, considerando che la persona in questione riveste, ahimé in modo piuttosto - incostituzionalmente - indegno, la carica di Presidente del Consiglio. Certo un primo ministro che faccia di tutto per non rispondere alle domande di un magistrato in assenza dei suoi legali - giacché questo prevede la nostra procedura penale: che un indagato sia accompagnato da un avvocato, ma non un testimone; e che un testimone non possa rifiutarsi di rispondere - dà l'idea di una persona sotto tutela. E piuttosto lungo è l'elenco delle tutele, stando alla cronaca politica e giudiziaria degli ultimi anni: sotto tutela della Lega, che potrebbe in qualunque momento far cadere il governo ed in cambio dell'accanimento terapeutico di cui lo fa oggetto prova ad ottenere le peggio cose in termini di provvedimenti favorevoli ad una sola parte del Paese. Sotto tutela dell'Europa, senza la quale non sarebbe stato in grado di prendere gli urgenti provvedimenti che la situazione economica richiede. Sotto tutela dei procacciatori di "ragazze di vita", cui spetta il gravoso compito di compiacere l'intemperanza sessuale dell'arzillo vecchietto. Sotto tutela del suo andrologo, forse, fedelmente alla previsione dell'odiata Guzzanti, secondo cui "è il viagra che farà l'opposizione".

Sotto tutela dei suoi legali, infine, senza il quale non è il caso che si faccia vedere in giro, per carità!, men che meno se si tratta di rispondere alle domande di un magistrato: come se si trattasse di un ragazzino scioccherello il quale, lasciato senza tutori, rischi di mettersi nei pasticci con il semplice parlare a ruota libera delle proprie attività.

Mi chiedo quanto a lungo questa serie di tutele durerà, convinto che ogni minuto in più sia, per il mio Paese, un minuto perduto.

giovedì 15 settembre 2011

First time - Irene e la svolta celerina

In termini di probabilità, era solo questione di tempo. Ed il momento è arrivato: primo studente rimandato a casa senza nemmeno un diciotto...

Mi dicono che la paternità dovrebbe farmi diventare più buono, e non più cattivo - sempre che di cattiveria si tratti, se si boccia qualcuno che lo merita. E se invece il senso di responsabilità nei confronti di mia figlia mi spingesse, più o meno consciamente, a voler fare - nel mio piccolo - del mondo un posto un po' migliore, abbassando il livello massimo di impreparazione tollerato?

In ogni caso, il mio metro di giudizio ha avuto, in qualche modo, una svolta celerina...

martedì 6 settembre 2011

La rivoluzione è un fiore che non muore

Ero in piazza, questa mattina, con tantissima gente: migliaia di persone, nella mia città, tutte insieme a manifestare contro la politica economica - per così dire, ché il parlare di politica economica di fronte a tanta mancanza di idee e di coerenza suona esagerato - del governo, contro una finanziaria - la terza in pochi mesi, la seconda in poche settimane: giusto per dire quanto bene lavorano - che colpisce le fasce che hanno meno per salvaguardare privilegi e ricchezza di altri.

Ho ripensato alla prima volta in cui ho manifestato contro una finanziaria del governo Berlusconi: era il 1994, avevo sedici anni e frequentavo il terzo anno di liceo. Ora ho più del doppio degli anni, e pare che le cose siano solo peggiorate. La speranza è che mia figlia - che oggi compie un mese - possa, quando sarà il momento, manifestare per cose diverse: contro persone diverse, se non altro. Voglio essere ottimista, tutta quella gente insieme, in piazza, ad applaudire e fischiare mossa dalle stesse idee, è un fiore di speranza: per il nostro futuro, e per quello di tanti bambini come Irene. Il mio essere in piazza, oggi, anziché a lavorare, il mio volerci essere proprio oggi, un mese dopo esser diventato padre, a dire che un certo modo di fare le cose non mi va, era anche per lei.

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