E' facile pernsar male di una persona che, convocata da un magistrato come testimone, faccia di tutto per essere considerata, più che testimone, potenziale indagata: come minimo vien da ridere, a maggior ragione se a coprirsi di ridicolo è persona ricca e potente.
E chissà come ridono del nostro Paese gli abitanti del resto del mondo, considerando che la persona in questione riveste, ahimé in modo piuttosto - incostituzionalmente - indegno, la carica di Presidente del Consiglio. Certo un primo ministro che faccia di tutto per non rispondere alle domande di un magistrato in assenza dei suoi legali - giacché questo prevede la nostra procedura penale: che un indagato sia accompagnato da un avvocato, ma non un testimone; e che un testimone non possa rifiutarsi di rispondere - dà l'idea di una persona sotto tutela. E piuttosto lungo è l'elenco delle tutele, stando alla cronaca politica e giudiziaria degli ultimi anni: sotto tutela della Lega, che potrebbe in qualunque momento far cadere il governo ed in cambio dell'accanimento terapeutico di cui lo fa oggetto prova ad ottenere le peggio cose in termini di provvedimenti favorevoli ad una sola parte del Paese. Sotto tutela dell'Europa, senza la quale non sarebbe stato in grado di prendere gli urgenti provvedimenti che la situazione economica richiede. Sotto tutela dei procacciatori di "ragazze di vita", cui spetta il gravoso compito di compiacere l'intemperanza sessuale dell'arzillo vecchietto. Sotto tutela del suo andrologo, forse, fedelmente alla previsione dell'odiata Guzzanti, secondo cui "è il viagra che farà l'opposizione".
Sotto tutela dei suoi legali, infine, senza il quale non è il caso che si faccia vedere in giro, per carità!, men che meno se si tratta di rispondere alle domande di un magistrato: come se si trattasse di un ragazzino scioccherello il quale, lasciato senza tutori, rischi di mettersi nei pasticci con il semplice parlare a ruota libera delle proprie attività.
Mi chiedo quanto a lungo questa serie di tutele durerà, convinto che ogni minuto in più sia, per il mio Paese, un minuto perduto.
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