Ero in piazza, questa mattina, con tantissima gente: migliaia di persone, nella mia città, tutte insieme a manifestare contro la politica economica - per così dire, ché il parlare di politica economica di fronte a tanta mancanza di idee e di coerenza suona esagerato - del governo, contro una finanziaria - la terza in pochi mesi, la seconda in poche settimane: giusto per dire quanto bene lavorano - che colpisce le fasce che hanno meno per salvaguardare privilegi e ricchezza di altri.
Ho ripensato alla prima volta in cui ho manifestato contro una finanziaria del governo Berlusconi: era il 1994, avevo sedici anni e frequentavo il terzo anno di liceo. Ora ho più del doppio degli anni, e pare che le cose siano solo peggiorate. La speranza è che mia figlia - che oggi compie un mese - possa, quando sarà il momento, manifestare per cose diverse: contro persone diverse, se non altro. Voglio essere ottimista, tutta quella gente insieme, in piazza, ad applaudire e fischiare mossa dalle stesse idee, è un fiore di speranza: per il nostro futuro, e per quello di tanti bambini come Irene. Il mio essere in piazza, oggi, anziché a lavorare, il mio volerci essere proprio oggi, un mese dopo esser diventato padre, a dire che un certo modo di fare le cose non mi va, era anche per lei.
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