giovedì 3 dicembre 2009

Compagno Manganello

Non so se faccia più ridere un primo ministro tanto certo di essere innocente da essere disposto a sterminare migliaia di processi pur di bloccare i propri, un presidente della Camera che si fa "beccare" fuori-onda a sostenere cose su cui ogni persona di buon senso non può che concordare (vincere le elezioni significa avere il diritto (aggiungo: ed il dovere) di governare, non godere di una qualche immunità totale) od un ministro (Scajola: lo stesso Scajola che, anni fa, da Ministro degli Interni, definì "un rompicoglioni" una persona che si lamentava per essere stata privata della scorta. La persona in questione fu poi uccisa in un attentato) che commenta che "il Presidente della Camera è fuori dalla linea del partito".

Certo, mettere il buon senso ed un normale principio democratico fuori dalla linea del partito è un'uscita niente male, ma la mia preferenza personale va alle parole di Gianfranco Fini (lo stesso Fini del "mai più con Berlusconi", salvo poi tornare all'ovile in cambio d'una poltrona pochi mesi dopo), sempre più in versione poliziotto buono. Compagno Manganello, lo chiamano in molti: ed è più o meno il senso di quello che intendo quando dico che prima o poi ce lo troveremo come segretario o quantomeno come alleato del PD, e finirà che lo voteremo.

Davvero, non so cosa faccia più ridere, di tutte queste cose.

A volte davvero si ride per non piangere.

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