Quello sulle mitiche "radici cristiane dell'Europa" è uno dei ritornelli più frequenti dell'attualità politico-confessionale, soprattutto da quando il progetto di Costituzione Europea s'è orientato verso l'esclusione di riferimenti a tale mitologia.
Se ne parla tuttavia parecchio, generalmente dall'alto di scientificissime posizioni di fede, spesso più con l'intento di presentarsi come difensori della Fede (l'unica con la maiuscola :-)) mendicando l'appoggio politico delle gerarchie vaticane (piuttosto di bocca buona, tra l'altro, quando si tratta di concederlo).
C'è chi obietta che l'Europa moderna, quella che con un termine piuttosto sgradevole viene correntemente definita occidentale, affonda le radici di tale modernità nella Rivoluzione Francese, c'è chi ribatte che il substrato cristiano (o giudaico-cristiano, per chi con sprezzo del pericolo azzarda un'estensione del concetto al popolo deicida) è ad essa temporalmente precedente, non facendo altro che sottolineare la debolezza di qualunque discorso che basi la legittimazione di una presunta "origine" su basi meramente temporali. E' la solita questione: c'è chi sostiene che noi Lombardi avremmo origine celtiche, fissando per comodità e proprio tornaconto l'inizio della nostra storia in un preciso periodo storico, come se non bastasse fermarsi a tempi più recenti, od andare parecchio più indietro, per affermare (dio non voglia!) che le nostre origini sono romane, o che siamo tutti Africani.
Esemplare, in questo senso, è l'origine della festività che i cristiani festeggiano domani. Dopo lungo e faticoso peregrinare tra marzo, aprile e maggio, la nascita di Gesù (detto il Cristo) venne fissata, nel quarto secolo e.v., al 25 dicembre, andando così a sovrapporsi alla tradizionale festa pagana del "Sol Invictus": la festa cioè del sole che, tre giorni dopo il solstizio, riprende a salire nel cielo, a simboleggiare la rinascita della natura. Anche in questo caso, facendo un ulteriore passo indietro nel tempo, ci si imbatte però in un'origine ancora diversa della stessa ricorrenza: il mito della resurrezione (nulla di nuovo, no?) del dio egizio Osiride, cronologicamente collocata in corrispondenza dello stesso riferimento astronomico di cui sopra.
Ohibò: che la nostra cara, vecchia Europa, le cui radici giudaico-cristiane sono sotto gli occhi di tutti, si appresti a festeggiare una ricorrenza nientepopodimenoche egizia? O pagana?
Personalmente, da uomo di ragione e non di fede, preferisco rallegrarmi delle giornate che - per motivi astronomicamente noti e razionalmente spiegati - ricominciano ad allungarsi, limitandomi ad augurare a tutti i Cristiani un sereno Natale, ai Pagani una lieta festa del sol invictus, a chi segue la religione dell'Antico Egitto una buona resurrezione di Osiride, ed a tutti i miei liberi simili un ottimo 25 dicembre.
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