Leggo con piacere che il Santo Padre - noto solo oggi che l'appellativo "padre" è forse poco adatto per una persona che (contronatura direbbero "loro") ha scelto di far voto di celibato e di perseguire la castità - ha preso nettamente posizione a favore della sicurezza sul lavoro, perché si verifichino il meno possibile quelle morti bianche che come una piaga da sempre affliggono il nostro Paese. In questi giorni se ne parla dopo l'incidente alla stazione di Viareggio, ed il tema sembra di colpo stare a cuore a tutti: al di là di questo, è importante, ed in qualche modo bello, che per una volta parli di principi anche chi è solito occuparsi di singoli provvedimenti di governo, benché il suo ruolo sia quello di esprimersi, appunto, per principi.
Poi uno di riflette un po', e ricorda che le attività commerciali (ad esempio quelle turistiche) di proprietà della Chiesa Cattolica in territorio italiano godono (si fa per dire) di minori vincoli rispetto ad analoghe attività di proprietà laica (il che spiega ad esempio la possibilità di praticare, quasi sempre, prezzi ben più bassi). Tra tali minori vincoli, è utile ricordare, sono inclusi quelli legati alla sicurezza dei dipendenti sul luogo di lavoro (in buona compagnia con una serie di altri doveri nei confronti dei lavoratori, ad esempio norme anti-precariato...). Come dire: chi consiglia (giustamente) di combattere le morti bianche è a capo di un'organizzazione che anche sulle scarse garanzie di sicurezza ai propri dipendenti costruisce la propria forza commerciale ed economica... da che pulpito viene la predica...
Nessun commento:
Posta un commento