Due parole - poiché l'argomento, mi pare, lo merita - sulla seconda vita del Presidente della Camera (seconda, o terza, o decima, dirà qualcuno: vedete un po' voi la numerazione che preferite).
Gianfranco non è più di destra, ha scritto "Il Giornale" del presidente del Consiglio, ennesimo episodio dell'attuale strategia di attacco contro tutto e contro tutti portata avanti dall'informazione (si fa per dire...) del regime.
Andrà a finire che dovremo votarlo, quando sarà diventato Segretario del PD, scherzavo qualche tempo fa con alcuni colleghi. Qualcuno potrebbe obiettare che non è obbligatorio, a sinistra, votare per il PD: perfettamente d'accordo, ma l'idea era divertente. Anche se è piuttosto imbarazzante trovarsi a fare considerazioni paragonabili a quelle de "Il Giornale" (non che spostarsi verso le posizioni del PD significhi necessariamente non essere più di destra, in realtà: anche se per il Nano il genericissimo concetto di comunista non ammette distinzioni), soprattutto in questo periodo.
Personalmente trovo curioso essermi scoperto a pensare a Gianfranco Fini come ad una sorta di possibile freno al potere ed alle recenti nervosissime follie del Nano: tuttavia è difficile non riconoscere come quella del Presidente della Camera sia stata l'unica voce che "da destra" (Feltri perdonerà) si sia fatta sentire, nell'ultimo anno, in difesa di concetti tanto astratti quanto poco di moda (da quella parte) come democrazia, ruolo del Parlamento, laicità dello Stato. Forse ha ragione chi sostiene che ricoprire una carica istituzionale faccia bene a "loro" (penso al Casini che si staccò dal Capo) e male a "noi" (penso al Bertinotti vagamente "berlusconiano" nel criticare la magistratura che indagava su membri della "casta"). Io non so bene che pensare: ho ben vivo il ricordo degli ultimi mesi del 2007, i "mai più con Berlusconi" ed i "ci si dovrà occupare di televisioni e conflitto d'interessi" da parte di Fini, poi finiti nell'umiliante calata di braghe che ha riportato l'allora leader di AN al servizio del Nano... perché questa volta dovrebbe essere diverso? Staremo a vedere, certo è che Fini non è un politico della cui parola e della cui sincerità sia tanto facile fidarsi...
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