martedì 17 luglio 2012

La scuola pubblica a Brescia, Padania

Non sono ancora entrato nella spirale dei problemi della scuola pubblica, è vero: ma ho una figlia piccina, che prossimamente farà il suo esordio all'asilo nido, per cui non sono completamente a digiuno delle questioni relative a finanziamenti che saltano e risorse che vengono tolte. Più in generale, ritengo che investire sull'istruzione, e sull'istruzione pubblica in particolare, sia l'unico modo per garantire il futuro non solo degli individui bensì anche, e forse soprattutto, della collettività: cominciando dalle scuole per l'infanzia...

Così, trovo sgradevole pensare che, come troppo spesso è accaduto nel nostro Paese da che ho memoria, i tagli degli investimenti pubblici, a qualunque livello, riguardino quasi sempre le attività connesse all'istruzione: ad esempio, la completa eliminazione delle convenzioni tra Comune ed asili nido privati per quanto riguarda la mia città.

E trovo folle che la stessa amministrazione cittadina di Brescia abbia deciso di non rinnovare il supporto economico alle iniziative di alfabetizzazione pre-scolari per bimbi figli di extracomunitari, con i seguenti effetti:
  • aumento del numero di bimbi che non parlano bene l'italiano che si iscrivono alle scuole elementari
  • necessità di alfabetizzare tali bimbi prima di procedere a qualunque tipo di attività didattica
  • abbassamento del livello complessivo dell'istruzione impartita a tutti gli alunni di classi ad alta percentuale di bimbi extracomunitari
  • tendenza dei genitori di bambini "italiani" ad iscrivere i figli a sezioni a basso tasso di bimbi extracomunitari (cosa formalmente non possibile ma, mi si dice, ottenibile piuttosto facilmente mediante richiesta di attività particolari, come attività musicali, artistiche e via dicendo)
Risultato finale: ghettizzazione dei bimbi extracomunitari in sezioni "ben delimitate", con riduzione al minimo del "rischio" di contaminarne la padanità a seguito di contatti con bimbi di altre "razze".

Ora: che si tratti di un risultato appetibile per una giunta che già s'è distinta per provvedimenti xenofobi (divieto di mangiare nei parchi pubblici: tra il nonno "italiano" che dà il gelato al bambino e l'extracomunitario col kebab, chi pensate sia perseguito? Eliminazione dei contributi comunali per i nuovi nati, dopo il rilievo di incostituzionalità per la norma che ne prevedeva la disponibilità alle sole coppie "bresciane"), non dubito. Io tuttavia lo considero scandaloso, vergognoso, pericoloso: perché l'integrazione non si costruisce isolando le diversità e guardandole con sospetto, bensì mescolando le esperienze di vita a partire da quelle dell'infanzia.

Segnalo, in tema di istruzione pubblica a Brescia, questo blog, curato da una persona che conosco: si occupa di dare risalto ad iniziative e manifestazioni volte ad inseguire la speranza di una scuola pubblica forte ed aperta, ben diversa da quella che il vicesindaco leghista (il sindaco è parlamentare e preferisce Roma ladrona alla noia dell'amministrazione cittadina) e la sua giunta vorrebbero (si fa per dire) costruire.

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