"La tua vita vale più di un SMS: non distrarti": questo uno dei messaggi della campagna per la sicurezza alla guida che, in bella mostra su tabelloni luminosi, ho avuto modo di apprezzare attraversando l'Italia da sud a nord un paio di notti fa.
Complici l'ora tarda, saranno state le due del mattino, ed un CD di Nek (cosa non si fa, per amore?) di sottofondo, che certo non invogliava a prestare attenzione alla musica (mentre i testi, più o meno, avrei potuto scriverli io effettuando un'opportuna permutazione delle solite trenta parole...), la frase in questione ha stimolato in me una qualche riflessione, culminata in una specie di illuminazione (si fa per dire): dato che è evidente che non pochi automobilisti guidano in modo molto distratto, tra telefonate, sigarette e messaggini (so di persone che chattano in rete mentre sono alla guida: ma qui si sconfina probabilmente nell'avere seri problemi dove ci si pettina - sempre che lo si faccia), la spiegazione dev'essere che, in effetti, non tutte le vite valgono più di un SMS. In effetti, a ben pensarci, ho ricevuto SMS più degni di valore della vita di certi automobilisti-tuttofare, ma questa è un'altra questione. Il punto essenziale è che, in tutta evidenza, distrarsi alla guida significa ratificare, in qualche modo, che il valore che si dà alla propria vita (ed a quella degli automobilisti che s'incontrano, il che sconfina immagino nel commettere un reato) è minore di quello che si dà ad un SMS o all'accendere una sigaretta - il che, in ultima analisi, è una cosa parecchio triste...
Quello che ho letto io recitava: "La loro vita vale più di un capriccio" e invitava a legare i bambini... all'andata non sai quanti ne ho visti in piedi nell'abitacolo... ancora più agghiacciante che rischiare la propria e altrui vita è mettere scientemente in pericolo quella dei figli.
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