"Un Robin Hood alla rovescia", è stato definito il governo Monti dal responsabile economia del PD a proposito dei nuovi provvedimenti economici attualmente in fase di studio (i motivi di tale giudizio qui).
Ora: un repentino attacco di velopietosismo mi spinge ad evitare di accanirmi sulla straordinaria prontezza di riflessi con cui il partito di Bersani si accorge, dopo soli undici mesi di governo, che l'azione dell'esecutivo Monti non è esattamente improntata all'equità - il che non è in assoluto un male: è una scelta, con la quale io personalmente non sono d'accordo, ma è una scelta; d'altra parte, lo scopo dichiarato dell'attuale Governo è sempre stato individuato nella salvezza del sistema economico attuale, che di equo ha ben poco.
Vorrei però riflettere sulla metafora utilizzata da Fassina: un Robin Hood alla rovescia. La ragione sociale di Robin Hood, come tutti sanno, consisteva nel rubare ai ricchi per restituire ai poveri. Se la metafora fosse valida, dunque, la ragione sociale del nostro attuale governo consisterebbe nel togliere ai poveri per dare ai ricchi. Ora: a me non sembra che sia così. O meglio: a me non sembra che le cose stiano esattamente così. Che l'esecutivo Monti abbia fino ad ora dato l'idea di essere più morbido con i redditi alti, con le rendite finanziarie e con le posizioni di privilegio (riusciranno a definire i criteri di pagamento dell'IMU in tempo perché anche Santa Romana Chiesa paghi la nuova imposta? Dubitarne è lecito, visto l'andazzo) che non con i normali, piccoli contribuenti, è abbastanza evidente - e l'osservazione di Fassina certo va intesa in questo senso.
Ma non penso che lo scopo sia dare ai ricchi: quello eventualmente è un effetto dello scopo che, come dicevo prima, può essere individuato - mi pare - nel mantenimento e nel salvataggio di un sistema economico, lo stesso sistema economico che ha prodotto la crisi dalla quale ora dev'essere salvato. Dare ai ricchi - rendendoli più ricchi, rendendo i poveri più poveri - è la modalità normale di funzionamento di quel sistema economico, non lo scopo istituzionale di un governo di salvataggio.
Che un sistema economico debba essere salvato, inalterato, da una crisi da esso stesso provocata, be', è una cosa che a me pare piuttosto insensata - tanto più che, suppongo inevitabilmente, i costi di tale salvataggio finiscono sempre per ricadere sulle spalle di chi dal sistema in oggetto ha tratto meno vantaggi.
Sarà per questo che, ogni volta che sento parlare Monti od uno dei suoi ministri, mi tornano in mente i versi di De Andrè: Il ministro dei temporali in un tripudio di tromboni auspicava Democrazia con la tovaglia sulle mani... e le mani sui coglioni...
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