Ho concluso la lettura della serie di brevi saggi di Piergiorgio Odifreddi intitolata "Il matematico impenitente". Impenitente perché, come dichiara l'autore all'inizio del testo, il mondo è diviso in due, da un lato i penitenti a testa bassa, come Galileo Galilei o René Descartes, dall'altro chi non abiura le proprie convinzioni, al costo della vita, come Giordano Bruno, o dell'isolamento dalla propria comunità di origine, come Baruch Spinoza.
Il testo si legge piacevolmente e, come al solito, Odifreddi spazia dalla storia della scienza alle superstizioni religiose, dalla musica alla letteratura alla politica...
Mi ha colpito molto, in uno degli ultimi mini-saggi, il passo in cui Odifreddi cita e commenta il Dalai Lama:
"Ci sono molte aree del pensiero buddhista tradizionale in cui le spiegazioni e le teorie sono rudimentali, se paragonate a quelle della scienza moderna". Ragion per cui, "se l'analisi scientifica dimostrasse conclusivamente che certe credenze del Buddhismo sono false, bisognerebbe accettare le scoperte della scienza e abbandonare quelle credenze". Una bella lezione di umiltà per tutti i leader religiosi, primi fra tutti quelli che invece proclamano come dogma la propria infallibilità.
Una bella lezione, in effetti, quella del leader di questa religione senza dio...
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