Pubblico oggi un articolo scritto da un amico (Enrico), su un tema senza dubbio di grandissima attualità: la gestione politica delle risorse idriche. Buona lettura !
L'acqua sulla Terra è il 40 per cento in meno di trent'anni fa, e nel 2020 tre miliardi di persone resteranno senza.
E' quindi, per molti voraci predatori, una grandissima occasione di arricchimento.
In Italia, ma non solo, si sta assistendo negli ultimi anni ad una fortissima spinta perché sia privatizzata la gestione delle risorse idriche.
Sono state condotte, e si stanno conducendo, tante battaglie per impedire questo, si stanno portando avanti proposte di legge, manifestazioni, ma l'attuale governo, con la legge 133 del 6 Agosto 2008, ha definito tutti i servizi pubblici, compresa quindi l'acqua, di carattere economico, rendendo obbligatorio per comuni e province la privatizzazione entro il 2010 di tali servizi pubblici, anche quelli idrici.
E' un fatto di gravità enorme: acqua, aria, cibo non sono da abbandonare alla logica del profitto, non si può invocare una presunta efficienza economica nella gestione e possibilità di accesso a questi beni.
Ovunque la liberalizzazione dell'acqua sia stata introdotta, per i cittadini ha sempre significato un drammatico aumento dei prezzi e una decrescente qualità del servizio. E' questo che vogliamo?
Si scrive acqua, si legge vita e democrazia. Su questa cosa non possiamo fallire.
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