mercoledì 24 settembre 2008

TIM

Ultimamente, le compagnie telefoniche italiane si sono scatenate nell'aumentare unilateralmente le tariffe dei loro clienti: ha iniziato Wind, di recente l'hanno seguita TIM e Vodafone, a distanza talmente breve da suscitare l'interesse dell'Autorità per la Concorrenza (Antitrust).

Il meccanismo è noto: il cliente riceve un SMS che lo avvisa che, da una certa data in poi, le sue tariffe subiranno una determinata variazione. In generale, questo è previsto dal contratto, ed al cliente resta l'unica possibile contromossa di recedere senza penale dal contratto stesso: in poche parole, posso rescindere il contratto senza penali ed ottenendo l'eventuale credito disponibile sulla mia SIM.

Una strada possibile rimane in ogni caso quella del cambio di operatore: è ciò che ha deciso di fare mia moglie, passando da TIM a PosteMobile, nuovo operatore virtuale legato alle Poste Italiane ed al Banco Posta. Le tariffe proposte sono interessanti, soprattutto per chi usufruisca di un qualche prodotto Banco Posta (conto corrente o PostePay). Dopo aver richiesto a TIM la portabilità del numero (per mantenere cioè il suo vecchio numero di telefono con il nuovo operatore), ha ricevuto una telefonata dal contact center di TIM, nella quale un'operatrice le ha fatto una sorta di controproposta: una tariffa in apparenza più conveniente, e la possibilità di provarla per qualche giorno, mantenendo poi la possibilità, eventualmente, di richiamare dicendo "no grazie, ho deciso di passare comunque a Poste".

Mia moglie ha accettato, per scoprire qualche ora dopo due simpatici dettagli: l'operatrice aveva omesso un paio di particolari relativi alla tariffa proposta (scatto alla risposta e tariffazione anticipata per minuti), ed aveva mentito circa la possibilità di richiamare semplicemente il contact center TIM per dare seguito alla richiesta di portabilità. Viva la correttezza con i clienti !

A questo punto, è stato necessario ripassare alle Poste per confermare la richiesta di portabilità e subire (a questo punto è il caso di dirlo) una nuova telefonata di TIM con un ulteriore, ridicolo tentativo di controproposta, ma alla fine il tutto s'è concluso con l'abbandono definitivo del principale gestore di telefonia nazionale. Che non ha fatto certo una bella figura, ma probabilmente non era nemmeno particolarmente interessato a farla...

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