Ho letto il bel libro "La solitudine dei numeri primi", dell'esordiente Paolo Giordano. Mi è stato regalato per via del titolo, anche se poi non è che in realtà parli di matematica... se non per il fatto che la matematica, e la fisica, fanno parte della nostra vita molto più di quanto uno non immagini. Così a me sembra assolutamente ragionevole utilizzare la definizione di "numeri primi gemelli" come metafora per descrivere il rapporto tra due persone, ed allo stesso modo non trovo nulla di strano nel guardare la pioggia che batte sul parabrezza di un'auto riflettendo sul fatto che dall'angolo di incidenza tra pioggia e vetro sarebbe possibile calcolare la velocità della macchina...
A parte piccole invasioni della fisica (l'autore è pur sempre un fisico teorico), comunque, il libro in questione è un romanzo, che narra la storia (forse sarebbe meglio dire le storie, ma mi piace pensare che la differenza non sia sostanziale, e che nel momento in cui due storie si toccano, anche solo per un istante, diventino poi in qualche modo una sola) di due ragazzi, accomunati dal fatto di portarsi dietro, e dentro, dall'infanzia un tragico segreto, che ne segna il rapporto con le altre persone...
Ho trovato questo romanzo appassionante, intenso, nonché estremamente piacevole da leggere. Ogni tanto ripenso alla conclusione, e... be', non lo so... è la conclusione giusta, in fondo. Ma quale sia... lascio che lo scopriate da soli !
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