Ho letto un po' di commenti sulla vicenda di Eluana Englaro ieri, e del tentativo del governo di forzare la Costituzione, tentativo fortunatamente sventato, per ora, da Giorgio Napolitano.
La Repubblica affidava i commenti istituzionali sulla situazione a due personaggi che non hanno certo bisogno di grandi presentazioni: Stefano Rodotà, ex Presidente dell'Autorità di Garanzia sulla Privacy, e Gustavo Zagrebelsky, ex Presidente della Corte Costituzionale. I loro articoli, molto interessanti, sono qui: Lo tsunami costituzionale (Rodotà), Il veleno nichilista che anima il regime (Zagrebelsky).
Scrive Rodotà, a proposito del braccio di ferro (in)costituzionale che il capo del "governo" vorrebbe mettere in atto col Presidente Napolitano:
L'obiettivo è chiaro. Rompendo con la Costituzione, Berlusconi infrange il patto civile tra i cittadini e non ci porta verso una Terza o una Quarta Repubblica, ma verso un cambiamento di regime, ad una sovversione, ad una radicale sostituzione del governo della legge con quello degli uomini (Platone, non Stalin).
Ha colto nel segno Ezio Mauro quando ha parlato di una palese deriva bonapartista. Stiamo vivendo una vicenda che sta a metà tra "Napoleone il piccolo" (Victor Hugo) e "La resistibile ascesa di Arturo Ui" (Bertolt Brecht). Resistibile, Ma bisogna resistere davvero e subito o non vi sarà tempo per ripensamenti e pentimenti.
L'articolo di Zagrebelsky, invece, è molto interessante per quanto riguarda il tentativo di dare una definizione al regime politico attualmente in vigore in Italia (intendendo per "regime", in senso neutro, "modo di reggimento politico"). Dopo un'acuta ed approfondita analisi, il giurista conclude così:
Abbiamo iniziato queste considerazioni col proposito di cercare una definizione che, in una parola, condensi tutto questo. L'abbiamo trovata? Forse sì. Non ci voleva tanto: nichilismo, inteso come trasformazione dei fatti e delle idee in nulla, scetticismo circa tutto ciò che supera l'ambito (sia esso pure un ambito smisurato) del proprio interesse. Chi conosce la storia di questo concetto sa di quale veleno, potenzialmente totalitario, esso abbia mostrato d'essere intriso. Ciò che, invece, si fa fatica a comprendere è come chi tuona tutti i giorni contro il famigerato "relativismo" non abbia nessun ritegno, addirittura, a tendergli la mano.
Mancanza vaticana di ritegno, aggiungo io, che è motivo di imbarazzo per la quasi totalità dei cattolici che conosco, oltre ad essere palesemente in conflitto con qualunque idea di Stato laico e con i particolari accordi ("Concordato") tra Chiesa Cattolica e Stato italiano (scrive Rodotà che esiste un principio che impone al Governo di "coprire" il Presidente della Repubblica, sì che ci si doveva attendere una protesta ufficiale per la dichiarazione ufficiale vaticana di "delusione" per il comportamento di Giorgio Napolitano).
Il Corriere della Sera, dal canto suo, racconta la conclusione della vicenda di Eluana Englaro raccontando il rapporto tra un padre, distrutto dal dolore, ed una figlia, finalmente liberata da una non vita, in ossequio ad una promessa - c'è chi mantiene le promesse fatte, la parola data, anche se ai nostri politici può sembrare strano - e non certo, come i soliti interessati hanno tentato di sostenere, per propria comodità. L'inviato del Corriere conclude infatti così: Sono in tanti quelli che pensano che in fondo non voleva che sua figlia se ne andasse. «Certo che soffrirò, ma cosa c'entra?». Era tutto per lei, non per me, ripete, e la voce si fa tenue. «Ho sopportato molto, in questi anni». Ma doveva andare avanti, dice, dovevo mantenere la promessa. E infine liberarla, la sua bambina.
In un'altra occasione, mi sarei fermato qui: le due testate sopra ricordate rappresentano tra l'altro abbondantemente la maggioranza dei quotidiani venduti in Italia, ed in questo caso anche il punto di vista della grande maggioranza dei cittadini italiani. Dalla parte di Eluana Englaro e di suo padre Beppino per quanto riguarda la libertà di autodeterminazione, dalla parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per quanto riguarda il tentativo di colpo di mano (colpo di nano colpo di villano ?) del "governo".
Non sarei andato a cercare altri commenti, avendo forse troppo rispetto del mio cervello, o per lo meno del mio fegato, per dedicare tempo e fatica alla lettura di commenti meno aperti e progressisti.
In questo caso invece l'ho fatto, forse per completezza, probabilmente perché ero curioso di vedere sino a che punto si possono spingere il servilismo umano, e l'umano amore per il potere. Così ho sfogliato i siti web di quotidiani "di nicchia", dove la nicchia è da intendersi dal punto di vista delle copie vendute, fortunatamente assai meno di quelle dei quotidiani "veri", ma non dal punto di vista del potere: quello, anzi, sta proprio da quelle parti.
L'Avvenire, a dirla tutta, è stato un po' una delusione: un racconto sommario della storia di Eluana Englaro, condito da considerazioni pseudo-scientifiche assolutamente infondate, come l'alta probabilità di risvegli in situazioni analoghe trattate in opportuni (quanto fantomatici) centri europei, pressochè inesistenti nel nostro (nostro ? Città del Vaticano ???) Paese, e dalla nemmeno tanto sottile insinuazione che le sentenze favorevoli alla libertà di scelta di Eluana Englaro siano frutto di improvvisi "cambi di idea" della Corte d'Appello di Milano, e che la volontà della ragazza non fosse assolutamente certa (come se i tribunali fossero occupati da persone prive di buon senso e senza alcun desiderio di stabilire la verità). Un articolo dai toni tutto sommato soft, se si pensa alle (imperdibili) esternazioni cardinalizie degli ultimi giorni, nelle quali il termine "omicidio" ricorreva ogni due parole.
Decisamente più di soddisfazione "Il Giornale", per gli amici "La voce del padrone". Dando seguito ad una luminosa tradizione di obiettività ed indipendenza dal proprio editore (ricordiamo che il "quotidiano" in questione è di proprietà della famiglia Berlusconi...), nonché di serenità di giudizio ed equilibrio di toni esemplari, l'editoriale titola "Complimenti Napolitano", perfettamente allineato con l'intento berlusconiano (La voce del padrone, appunto) di sfruttare la tragedia di una ragazza, e della sua famiglia, come un grimaldello per far saltare ogni controllo costituzionale sull'operato del "governo", riversando sul Capo dello Stato l'accusa di omicidio.
A questo punto, in un attacco di autolesionismo, ho pensato - diomiperdoni, se un dio esiste - di leggere gli editoriali di "Libero" (più che un quotidiano, un ossimoro) e de "Il foglio" (il cui titolo rappresenta la massima quantità di amenità sopportabile da mente umana). Purtroppo - o per fortuna - il contenuto di queste perle di "giornalismo" è tanto prezioso da essere accessibile completamente solo dagli abbonati. La mezza delusione per l'incompletezza della mia "rassegna stampa", dunque, è stata accompagnata dalla considerazione che solo gli abbonati avranno la fortuna di leggere certi commenti, e che si troveranno entrambi (entrambi gli abbonati) d'accordo con essi... Ed i non abbonati si arrangino...
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