La mia città è governata dalla Lega Nord. D'accordo, ufficialmente il sindaco è di Forza Italia. Ma si tratta di uno di quei politici troppo attratti dalla doppia poltrona per non candidarsi anche al Parlamento, o per scegliere uno solo dei due ruoli. Quindi nella pratica governa il vicesindaco, leghista.
E che l'impronta dell'amministrazione sia quella leghista è evidente da tante cose, prima tra tutte il famoso provvedimento "anti-mango" di quasi un anno fa (il divieto di mangiare nei parchi, che portò a multare tre persone, ree di mangiare mango (il frutto, non il cantante!) su una panchina... o, forse, di avere la pelle scura...).
Nelle ultime settimane, la giunta s'è distinta (si fa per dire) per una controversia attorno al cosiddetto "bonus bebè": lo stanziamento cioè di una cifra in denaro per sostenere le coppie italiane che avessero messo al mondo un figlio. Avete letto bene: italiane. Il giudice del lavoro di Brescia ha stabilito - a seguito dei ricorsi di alcune coppie straniere - che l'inserimento della nazionalità tra i requisiti per l'accesso al bonus è illegittimo. Con delibera successiva, l'illuminata giunta ha eliminato il contributo per tutti, poiché "l’estensione del beneficio a tutti gli stranieri in possesso dei requisiti risulterebbe in contrasto con la finalità prioritaria di sostegno alla natalità delle famiglie di cittadinanza italiana che si prefiggeva questa amministrazione con l’adozione dell’atto impugnato". Come dire: meglio non dare un soldo a nessuno, piuttosto che rischiare di darlo ad un extracomunitario...
Succedono anche queste cose, al tempo del regime...
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