lunedì 3 dicembre 2012

Se un mattino d'inverno un ciclista...

D'accordo, astronomicamente, anche considerando la precessione degli equinozi, non si può ancora parlare di inverno: ma in termini di sensazioni, se all'aperto la temperatura supera di poco i 273 K, a me non viene certo da parlare d'autunno.
Quanto al titolo di questo post: i fan di Calvino perdoneranno.

Quella per la bicicletta è una passione strana. Può capitare di non aver voglia di pedalare in un tiepido pomeriggio estivo. E può succedere - in genere dopo settimane di astinenza da maltempo - di averne quasi bisogno in una gelida domenica di quasi-inverno.
Ma il ciclista, come ogni essere umano, può essere freddoloso: e ci sono esseri umani (eccomi!) più freddolosi di altri.
Così, in un mattino d'autunno, che definiremo d'inverno senza porci grossi problemi legati al periodo di rivoluzione del nostro pianeta, può capitare di riesumare dalla cantina la propria vecchia bicicletta, allo scopo di allestire una sorta di evoluta cyclette nel salotto di casa.

Passo numero uno: biciclette. La vecchia (bianca) e la nuova (rossa).


Passo numero due: individuare lo spazio adatto.


Passo numero tre: tappeto impermeabile di plastica, ché il ciclista invernale, pedalando in casa a temperature primaverili senza il conforto del vento in faccia, suda come una fontana - in realtà non è che una fontana propriamente sudi: mi si perdonerà l'imprecisione lessicale, in favore dell'immagine, che rende bene l'idea.


Passo numero quattro: rulli. Ovvero un supporto che sostenga la bicicletta (consentendo di pedalare senza muoversi per il salotto, il che sarebbe invero piuttosto problematico) ed opponga una resistenza (modulabile) alla rotazione della ruota posteriore. Permettendo, in parole povere, di regolare la durezza dello sforzo.



Passo numero cinque: installazione della bicicletta (vecchia) sui rulli.


Passo numero sei: le nuvole si aprono, il sole fa capolino per dieci minuti, il ciclista invernale freddoloso prende coraggio, indossa il completino invernale, inforca la bicicletta (nuova) ed esce, per una pedalata all'aperto. I rulli e la bicicletta vecchia rimangono abbandonati tra i divani. Poco dopo il sole scompare, la temperatura scende ulteriormente, ed il ciclista freddoloso vola felice tra i vigneti ghiacciati della Franciacorta, rimpiangendo, o forse no, il tempore del salotto, il lago di sudore ai piedi dei rulli, lo sguardo perplesso di moglie e figlia...

1 commento:

  1. Stima e solidarietà, Pietro! Tantissime volte sono stato tentato di mettermi sui rulli ed altrettante ho abbandonato l'idea, preferendo i geloni. Forse fa parte di quel genuino masochismo che ti fa sentire più vicino alle imprese dei Giri d'altri tempi, nei tapponi dolomitici in braghe corte in mezzo alla neve, ammantando la Bicicletta di una dignità sconosciuta ad altri sport. Ad ogni modo, ringrazio la Gore per aver inventato il Windstopper. :-)

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