venerdì 31 agosto 2012

Accanimento terapeutico

Il Cardinale Carlo Maria Martini ha rifiutato "il tubicino per l'alimentazione artificiale" e "tutto ciò che ritiene accanimento terapeutico.
Dunque andrà all'Inferno, insieme ad Eluana Englaro.

mercoledì 29 agosto 2012

Risveglio



E' venuta a mancare


Come ha giustamente notato un'amica, è venuta a mancare anche la sintassi.

E poiché non vogliamo farci mancare niente, anche l'ortografia: ché la maiuscola non sostituisce, mi pare, l'accento.

lunedì 27 agosto 2012

Acqua o sabbia?



La vita in un SMS

"La tua vita vale più di un SMS: non distrarti": questo uno dei messaggi della campagna per la sicurezza alla guida che, in bella mostra su tabelloni luminosi, ho avuto modo di apprezzare attraversando l'Italia da sud a nord un paio di notti fa.
Complici l'ora tarda, saranno state le due del mattino, ed un CD di Nek (cosa non si fa, per amore?) di sottofondo, che certo non invogliava a prestare attenzione alla musica (mentre i testi, più o meno, avrei potuto scriverli io effettuando un'opportuna permutazione delle solite trenta parole...), la frase in questione ha stimolato in me una qualche riflessione, culminata in una specie di illuminazione (si fa per dire): dato che è evidente che non pochi automobilisti guidano in modo molto distratto, tra telefonate, sigarette e messaggini (so di persone che chattano in rete mentre sono alla guida: ma qui si sconfina probabilmente nell'avere seri problemi dove ci si pettina - sempre che lo si faccia), la spiegazione dev'essere che, in effetti, non tutte le vite valgono più di un SMS. In effetti, a ben pensarci, ho ricevuto SMS più degni di valore della vita di certi automobilisti-tuttofare, ma questa è un'altra questione. Il punto essenziale è che, in tutta evidenza, distrarsi alla guida significa ratificare, in qualche modo, che il valore che si dà alla propria vita (ed a quella degli automobilisti che s'incontrano, il che sconfina immagino nel commettere un reato) è minore di quello che si dà ad un SMS o all'accendere una sigaretta - il che, in ultima analisi, è una cosa parecchio triste...

venerdì 10 agosto 2012

In valigia

  • "97 Things Every Programmer Should Know - Collective Wisdom from the Experts", Kevlin Henney
  • "Non è un paese per vecchi", Cormac McCarthy
  • "Tre volte all'alba", Alessandro Baricco

mercoledì 25 luglio 2012

Dolcissimi possessivi

Nonno (rivolto al nipotino di quattro anni): Tesoro, di' alla nonna di venire a misurarsi la glicemia.
Nipotino (serio): la glicetua?
Nonno (ridendo): be', più che altro... la glicesua!
...
Nipotino (ridendo, rivolto alla nonna): nonna, ha detto il nonno di andare a misurare la glicetua!

lunedì 23 luglio 2012

Papi

Preciso subito che non mi sono completamente bevuto il cervello e non ho pertanto intenzione di scrivere un post su Enrico Papi (il fatto che esista una pagina di Wikipedia a lui dedicata, ecco: è una di quelle cose che dovrebbero far dubitare i sostenitori dell'esistenza di un disegno intelligente).

Ed avverto subito i fan di Ruby (la minorenne, non il linguaggio di programmazione: uff, che fatica essere precisi!) e Papi ed Olgettine varie: il titolo di questo post non è da intendersi come il soprannome attribuito in situazioni intime da un gruppo di in certi casi troppo giovani ragazze ad un vecchio miliardario.

Più semplicemente: papi, sostantivo maschile plurale. Il plurale di Papa. Come Pio XII, quello che durante la Seconda Guerra Mondiale non s'è accorto di nulla e comunque gli Ebrei hanno ucciso il Figlio di Dio, per dire.

E, al di là delle derive polemiche alle quali mi lascio andare ogni qual volta vi sia la possibilità anche solo di nominarne uno (ché ad esempio Pio Decimosecondo non c'entrava proprio nulla, nel capoverso precedente: ammettiamolo!), vorrei dire in proposito una cosa semplice semplice, della quale nessuno probabilmente mi ha mai sospettato. E cercherò, facendo violenza a quasi ogni fibra del mio essere, di farlo in breve (musica di guerre stellari).

In una frase: dei due soli papi che ho avuto modo di conoscere (non di persona: dai, che avete capito), Karol Wojtyla ed Joseph Ratzinger, preferisco senza ombra di dubbio il secondo. Ratzinger.

Davvero.

Non sto scherzando.

Preferisco Ratzinger, il caro vecchio Ratzy. B16.

Sul serio.

Davvero volete sapere il motivo? D'accordo.

E' un vecchio reazionario che non fa nulla per nasconderlo, e questo mi piace (che non faccia nulla per nasconderlo, intendo). Lo rende anche facile oggetto di battute... è divertente, in fondo. Quell'altro era tale e quale, "uno dei peggiori uomini di destra del secolo", per dirla con un amico, ma passa per quello moderno ed innovatore... ma NON E' VERO!
Voglio dire: non è che perché sciava (sciava vestito di bianco: che incubo per le guardie del corpo!) o viaggiava molto era moderno.
Era un vecchio reazionario con la passione per i viaggi e per lo sci :D.
Amico di Pinochet, e tutti ad osannarlo, santo subito e via dicendo.
Ma per favor: Ratzy tutta la vita (la sua: che - statisticamente - dovrebbe volgere al termine).
E poi, scusate: uno che parla che sembra Hitler. Che va a Ratisbona e scatena in un batter d'occhio una specie di flame con i musulmani (mai stato tanto uniti in oltre mille anni di storia). Davvero: è impagabile! Lo adoro: anche se il termine adorare, in questo contesto, richiederebbe invero maggior cautela.

Quindi, riassumendo: la mia personalissima classifica dei papi, a questo punto, è: Josef, Enrico, Silvio ex aequo con Karol.
Amen.