martedì 19 agosto 2008

Catechismo di ateologia

Ho concluso da poco la lettura di un bel libro di Paul Desalmand, intitolato "Catechismo di ateologia - In cosa crede chi non crede". Avevo idea di scrivere due parole in proposito, ma in rete ho trovato una ricca e dettagliata recensione di quali sono gli argomenti principali del libro: storia del pensiero ateo, punti di vista del pensiero ateo su politica, religione ed etica, vessazioni dei pensatori atei ad opera delle istituzioni religiose nel corso dei secoli.

Interessante soprattutto la contrapposizione tra principio di autorità e principio di libertà, leitmotiv che accompagna un po' l'intera lettura... sino alla singolare, ma logicamente ineccepibile, considerazione che solo l'ateo può essere considerato veramente virtuoso, dal momento che, se si comporta virtuosamente, lo fa per scelta (principio di libertà, appunto) e non per seguire le indicazioni di una qualche presunta realtà superiore - sia essa una qualche divinità o le istituzioni religiose che pretendono di mediare rispetto ad essa - (principio di autorità) né per la speranza di una ricompensa dopo la morte (principio di utilità).

4 commenti:

  1. Be' be' be'...non ho letto il libro, quindi mi riservo, ma pare che l'autore non abbia letto bene ad esempio il Vangelo.
    Anche l'adesione alla religione cristiana, diversamente da altre, si fonda sulla libertà di scelta, fondamentale il fatto che il messaggio cristiano arrivi come una proposta, si può o meno aderire. Ma quando si aderisce è richiesta la completa adesione, questo sì.
    In ogni caso nell'adesione al cristianesimo non c'è la voglia di essere virtuosi così solo per essere tali, ma perché quella adesione, quella scelta porta alla realizzazione del regno che è ritenuta, da chi vi aderisce, la migliore strada per portare l'essere umano alla propria pienezza e autenticità. Grazie per lo spunto

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  2. Sì certo, è chiaro che inizialmente c'è una scelta, ma la differenza sta proprio in quel che dici tu, nel fatto che una scelta "di fede" porta - dovrebbe portare: poi spesso nella pratica non è così, per fortuna dico io, purtroppo dal punto di vista di altri... - ad una adesione completa: la scelta iniziale in sostanza elimina - o limita fortemente - la possibilità di scelte successive, per il semplice fatto che certe risposte non sono considerate come frutto di scelta personale ma sono invece preconfezionate secondo un principio di autorità.
    In questo senso si ha la differenza tra libertà (nelle singole scelte, tutte personali, anche e soprattutto in tema di morale) ed accettazione di un'autorità (autorevole, appunto, nell'indirizzare molte scelte particolari, soprattutto in tema di morale).
    In quanto alla virtuosità, la differenza di cui parla il libro che ho letto è proprio questa: l'ateo virtuoso cerca di esserlo al solo fine di esserlo, perché è quello che vuole essere: non per un qualche fine, più o meno divino, né per ordine (passami il termine) di qualcun altro...

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  3. Sarà un non senso, forse, ma quel che io ho compreso è che l'adesione completa è cmq "scelta" nel momento in cui per l'appunto ti guida la fede: aderisco ai singoli comportamenti nel momento in cui li riconosco come parte del disegno divino. Ah preciso...non è che l'adesione è alla morale degli uomini che si fanno portatori della verità...in poche parole, io critico ogni singolo dettato della Chiesa, l'adesione è a ben altro. Le mie scelte sono orientate alla fede, ma questa non piove dall'alto, si costruisce. Ma quanto siamo filosofici oggi?sarà che è una noia qui...:-)

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  4. Conosco qualcuno che definisce "non veri cristiani" quelli che la pensano come te... o come mia moglie, o come i miei genitori... quelli che pensano che credere non significhi accettare in tutto e per tutto, come oro colato, tutto ciò che esce dalla bocca dei soliti quattro o cinque alti prelati... in effetti non siete veri cristiani dal punto di vista della Chiesa... ma probabilmente lo siete più di molti altri - non so, più di un papa che proibisce la marcia nuziale in chiesa - dal punto di vista dell'insegnamento di Cristo... e che poi sia stato insegnamento divino o meno, a questo punto penso conti davvero poco...

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