lunedì 26 gennaio 2009

Chi l'ha detto ?

"L'essenziale è saper ascoltare tutte le istanze del Paese, senza rinchiudersi in visioni ideologiche con l'arroganza di chi, avendo il potere, pensa di poter decidere della vita e della morte."

Vediamo se qualcuno indovina...

8 commenti:

  1. Esattamente... per la precisione, Rino Fisichella.
    Da che pulpito...

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  2. "Giove ci impose due bisacce: ci mise dietro quella piena dei nostri difetti e davanti, sul petto, quella con i difetti degli altri. Perciò non possiamo scorgere i nostri difetti e, non appena gli altri sbagliano, siamo pronti a biasimarli." Fedro

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  3. Con la differenza che non tutti pretendiamo di dire agli altri come comportarsi, ma ci limitiamo a pretendere che gli altri non lo dicano a noi... ci teniamo dunque per noi la bisaccia dei difetti, che certa gente invece rovescia di continuo sugli altri...

    (Ma un cattolico può credere a Giove ?)

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  4. Viviamo in un mondo in cui tutti vogliono dirti come devi fare qualunque cosa: che carta igienica usare, che materasso comprare, che auto guidare, che vestiti mettere... e ti scandalizzi perche' qualcuno ti suggerisce di vivere la tua vita secondo un certo cammino spirituale?...
    Puoi non crederci, non condividerlo, non seguirlo, ma non puoi pretendere che chi invece ci crede viva in conseguenza del proprio credo, dicendo quello che pensa. Certo non deve importelo, ma non mi sembra, da quello che racconti, che la tua vita sia condizionata da quanto dice la Chiesa...dunque...

    Non ci conosciamo, ma da quello che posti, hai una visione veramente superficiale della religione ed in particolare del cristianesimo: parli sempre e solo dell'incoerenza (a volte evidente, ci mancherebbe) dei vescovi o del papa, ma ti fermi li'... Se per te la vita si limita ad avere tutti i teoremi al loro posto, buon per te; purtroppo non e' cosi' per tutti...Per qualcuno esiste anche lo spirito oltre la mente e, permettimi, deve essere libero di poter vivere questa dimensione, come tu vuoi vivere il tuo "arrogante" non voler ascoltare i consigli degli altri.
    Nel mondo, siamo qualche miliardo e altrettanti sono vissuti prima di noi, tutti hanno gia' detto tutto: inevitabilmente, quindi siamo "schierati" con il pensiero di qualcuno, anche se ci sentiamo i piu' alternativi di tutti. Il mio consiglio, se posso, e' di rassegnarti e di vivere la vita come senti, magari un po' piu' "per" ed un po' meno "contro" e stai tranquillo "Solo i fanatici e le mummie non ondeggiano mai", diceva Montanelli.

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  5. Mi accusi di avere una visione superficiale della religione, per quanto io in genere parli della Chiesa Cattolica, più che di religione. Tra l'altro, il Cristianesimo in generale è ben più della Chiesa Cattolica (a mio giudizio anche ben meglio, ma ovviamente si tratta di un'opinione).
    In fondo, se avessi una visione superficiale della religione in generale, parlerei anche di religioni che non conosco, come l'islamismo o l'ebraismo (solo per restare a quelle più simili al cristianesimo). Invece vivo in un Paese in cui il cattolicesimo è dappertutto, anche dove a mio avviso sarebbe meglio non ci fosse (è un'opinione, ovviamente), e del cattolicesimo dunque in particolare parlo.
    Infine, è chiaro che la vita non è solo coerenza logica. Per fortuna, aggiungo io. Non vedo però nulla di male nel sottolineare l'incoerenza logica dove c'è o dove mi sembra vi sia: questo è il mio modo di essere "per", più che "contro", perché dire qualcosa e comportarsi di conseguenza rimane, penso, la miglior garanzia di una società serena e basata sulla fiducia più che sulla paura dell'Altro. In questo senso - sarai d'accordo con me - la coerenza logica è tanto più importante, e la sua assenza tanto più pericolosa ed "antisociale" quanto più si riferisce a soggetti (singole persone od organizzazioni) il cui potere, nella società, è grande. "Denunciare" l'incoerenza di certe posizioni, nel mio piccolo, è dunque - nelle mie intenzioni - un modo (forse il più semplice, d'accordo, e non certo l'unico possibile) di spingere "per" una società migliore, dal punto di vista della pacifica convivenza tra punti di vista diversi.

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  6. Anzitutto chiarisco che le mie sono ovviamente "accuse" dialettiche, non personali...
    Concordo su quanto dici sulla coerenza di chi e' al potere (quanta ne servirebbe a chi c'e' adesso al governo... :-) ) quello che sto cercando di dire e' che trovo "superficiale" e' il "postulato" di partenza del tuo ragionamento: il cattolicesimo e' essenzialmente potere e quindi sono naturali le tue lotte sulla coerenza ed il mondo migliore. Io non penso affatto che il cattolicesimo in quanto religione sia il potere e che quindi debba essere sottoposto alla lente della "coerenza come strumento per una societa' migliore" (una religione poi, in quanto tale non puo' essere approcciata troppo con la razionalita'). Non prendermi per ingenuo, lo so che la nostra societa' e' quella che risente forse di piu', anche in certe vecchie e nuove leggi, dell'influsso del cattolicesimo. Ma proviamo a chiederci se e' la Chiesa cattolica che comanda o e' chi comanda che ama cavalcare l'onda del cattolicesimo di facciata, riempiendoci di leggi allineate alla CEI o quant'altro? Pendiamocela quindi con i politici, con la loro di incoerenza: quella si'che condiziona la vita di ciascuno di noi, non il papa, che, puo' dire tutto quello che vuole, ma se non vuoi dargli retta puoi farlo...

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  7. Suppongo sia una medaglia a due facce, il potere politico che cerca (io penso strumentalmente) l'appoggio della Chiesa, e viceversa la Chiesa che cerca quello del potere politico (c'è chi dice lo faccia poiché sempre meno sa far presa sulle coscienze dei singoli).
    In Italia tra l'altro il rapporto tra religione e politica è "sregolato" dal Concordato, che da un lato garantisce certi privilegi alla Chiesa, dall'altro (formalmente) dovrebbe garantirne l'esclusione dalle logiche politiche. Senza dubbio è una questione di indipendenza che andrebbe posta ai politici, tuttavia visto il profondo legame che politica e Chiesa hanno purtroppo da noi penso sia legittimo considerare anche quello della Chiesa una forma di potere, come tale da sottoporre ad un certo tipo di attenzioni.
    Sono convinto in ogni caso che il tempo pian piano risolverà questo problema, e non escludo che un certo agitarsi scomposto delle gerarchie ecclesiastiche sia indizio che lo sanno benissimo anche loro... ;-)
    Sul fatto che il Papa possa dire tutto ciò che vuole io sono d'accordo (il Concordato come detto porrebbe dei limiti, ma va be'..): sono d'accordo finché si rivolge ai singoli, alla coscienza delle persone. Quando - sistematicamente, attraverso i suoi sodali - invoca legislazioni in linea con le convinzioni religiose delle quali è teoricamente rappresentante, be', penso ricada in qualcosa che il Concordato prevede e formalmente vieta.
    In ogni caso, nessun dubbio sul fatto che la chiesa in senso letterale, quella delle persone normali, quella dei religiosi che lavorano al servizio degli ultimi e della comunità, sia qualcosa di molto lontano dal potere. Mi verrebbe quasi da aggiungere "purtroppo"...

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