martedì 26 febbraio 2008

Abitudini che non cambiano

«Il reverendissimo monsignor Pallanteri pronotario apostolico di Roma, ordina et comanda che tutti li medici e barbieri che medicheranno delli feriti siano tenuti a denunziare li nomi et cognomi di essi feriti e non debbano curarli ne raccattarli ne medicarli se non volessero specificare li nomi loro sotto la pena di scudi venticinque d’oro et tratti di fune da darsi in pubblico». Bando Generale del governo di Roma 15 gennaio 1566
[Tratto dal libro «Editti e bandi romani del XVI secolo» a cura di Annamaria Corbo]

Non si può dire che sia molto cambiato il tentativo di dare ordini ai medici, indipendentemente dalla salute dei pazienti...

3 commenti:

  1. Piuttosto rifletterei su questo:
    http://www.medicinaepersona.org/websites/mep/staging/home.nsf/wAll/IDCW-7C6J6U

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  2. O magari anche su questo, la versione di chi ha partecipato alla redazione del documento "incriminato", membro di un comitato "ristretto" di cento presidenti di Ordine locali... non si tratta dunque solo della versione di una "ibera Associazione fra Operatori Sanitari", come nel caso precedente.
    Diciamo "l'altra campana"... anche se le campane in certi contesti sono tollerate solo quando sono le proprie...

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  3. Ciao Pie'!
    Ti scrivo qui di seguito il commento all'ultimo tuo post. Un abbraccio!

    Occhio alle date: l'articolo che riporti (del 24 febbraio) contiene informazioni che si sono poi rivelate errate; nessun documento è stato approvato dal Consiglio nazionale della Fnomceo, come è precisato dal comunicato stampa di cui ti ho inviato il link e che risale al giorno dopo (25 febbraio). Anche La Repubblica, anche se in modo blando, ha fatto marcia indietro (http://www.ecologiasociale.org/pg/dum_aborto_medici3.html).
    Qui di seguito alcuni link che aiutano, a mio avviso, a fare chiarezza:

    Link 1 Link 2 Link 3

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