giovedì 12 luglio 2007

Ciclismo

Che cosa mi manca per essere un "ciclista vero", mi chiedo a volte. Be', prima di tutto (e forse essenzialmente) l'amore per la competizione, e per la competitività. Ovvero: quando pedalo con qualcuno è naturale sentirmi in competizione. Ma non mi piace, per nulla. Nel senso: non mi diverto quanto mi diverto quando pedalo in solitudine, perché penso più alla competizione che al paesaggio, alla strada che scorre sotto le ruote, a starmene solo coi miei pensieri. Ed alla fin fine non me ne torno a casa particolarmente soddisfatto.

Poi - ma credo sia una conseguenza del primo punto - di certo mi manca la disposizione mentale ad allenarmi con costanza anche quando non ho voglia, ho sonno, freddo (non è che ci siano sempre trenta gradi, nella mia cara città !), anche quando ho di meglio da fare: in fondo, per me pedalare resta una passione, e sono ragionevolmente felice che non sia mai diventata un'attività da svolgere a tutti i costi. Rimane il mio passatempo preferito... ma è un modo per passare il tempo, non qualcosa che richieda tempo a tutti i costi...

Diciamo che non ho la mentalità da sportivo agonista, ciclismo o non ciclismo...

1 commento:

  1. L'importante è che tu abbia trovato la tua dimensione di ciclista...quel che cerchi dalla bici l'hai trovato, sei pienamente soddisfatto quando pedali ma puoi esserlo anche a piedi!
    Quindi non mi porrei alcun dubbio a riguardo...piuttosto, le schiappe come me, cosa possono fare per non scendere dalla bici durante un'ardua salita?
    altro che competizione...qui ne va della dignità di trentenne in salute!
    che vergogna...:(

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