La notizia è di ieri: scontri ad un autogrill tra tifosi laziali e juventini, interviene una pattuglia della polizia stradale, parte un colpo di pistola ed un ventottenne tifoso muore. Due partite rinviate, una sospesa (limitandosi alla serie A), manifestazioni di ultras contro le forze dell'ordine, altri scontri a Roma in serata.
Questo è il "nostro" calcio, questo è il calcio di chi si vanta di essere Campione del Mondo. Lo sport più bello del mondo, il campionato più bello del mondo. Se questo è il migliore, chissà gli altri.
Per me rimane incomprensibile come si possa fare a botte per una partita di calcio, come si possano spaccare negozi e circondare sedi di istituzioni sportive come rappresaglia per quello che è stato un incidente... non credo che questo sia sport, né passione per lo sport. A volte mi viene da pensare che si tratti, più che altro, di passione per una sorta di "zona franca" che per molti tifosi è rappresentata dagli stadi e dagli eventi calcistici, "zona franca" nella quale ci si crede al di sopra della legge, vivendo come branco più che come individui...
Ciò non toglie che sia grave che le forze dell'ordine provochino - per errore, a quanto pare - la morte di un ragazzo, grave che un professionista corra con la pistola in mano e gli sfugga un colpo (colpo che, da un lato all'altro dell'autostrada, avrebbe potuto fare una strage, se avesse colpito, che so, l'autista di un pullman in transito).
La cosa che sempre mi (dis)turba è in ogni caso il fatto che attorno ad uno sport si possa innescare un meccanismo di violenza come quello che s'è manifestato ieri per le strade di molte città d'Italia... così come non capisco perché non si possa fermare una giornata di un campionato di calcio dopo che qualcuno è morto...
Nessun commento:
Posta un commento