L'altro ieri in Senato si votava su una mozione sulla riconferma della presenza militare italiana in Afghanistan. Tale mozione, presentata dal governo, non è passata per due voti, "a causa" dell'astensione di due senatori della sinistra radicale, contrari alla presenza delle nostre truppe su suolo straniero. Come conseguenza di tale voto, il presidente del Consiglio, Romano Prodi, si è dimesso.
Le riflessioni in proposito sarebbero tante, cercherò di sintetizzarle senza dilungarmi troppo...
Mi chiedo che senso abbia che un politico navigato come Massimo D'Alema dichiari di legare le sorti del governo ad un singolo provvedimento senza mettere su quest'ultimo la fiducia, costringendo in sostanza Prodi a dimettersi a seguito del risultato della votazione.
Mi chiedo che senso abbia che una delle opposizioni, la cosiddetta Case delle LIbertà, voti contro un provvedimento che, in sostanza, prevede il proseguimento della missione militare iniziata dai suoi governi nella passata legislatura.
Mi chiedo se non provino vergogna alcuni senatori della CdL che, al termine della votazione, esultano in aula come se fossero allo stadio: un settantenne che saltella e lancia oggetti per aria mi sembrerebbe imbarazzante allo stadio, figuriamoci in un aula parlamentare !
In realtà le mie perplessità sono più generali, e riguardano il tipo di prassi politica che è invalso in Italia. Sono sempre stato dell'idea che in un paese democratico le diverse componenti politiche dovrebbero votare i provvedimenti per il loro contenuto e non per il loro estensore: così non considero uno scandalo, ma una manifestazione di democrazia, il caso in cui un provvedimento venga approvato a larga maggioranza, con il contributo delle opposizioni e non necessariamente di tutta la maggioranza. Discorso diverso è quello dei voti di fiducia, che sono in sostanza un mezzo per imbrigliare la sovranità del parlamento e che andrebbero usati col contagocce (il governo attuale ed ancor più i due della passata legislatura non ci hanno abituati bene, in questo senso).
Resta, al solito, la consolazione di aver votato per componenti di una compagine di governo che non riesce a nascondere dietro al desiderio di mantenere le poltrone le proprie disomogeneità ideologiche: in questo senso un passo avanti rispetto alla maggioranza dei passati cinque anni, litigiosissima ma pronta a scattare sull'Attenti !, al richiamo del padrone...
Nessun commento:
Posta un commento