Non ho rubato perché non ne ho alcun bisogno, avrebbe detto Giulio Tremonti a proposito delle recenti e note vicende relative ad affitti poco chiari e poco chiari scambi di favori...
Personalmente trovo un po' ingenua l'idea che rubi solo chi ha bisogno di farlo: a meno che il ministro non sia dell'idea che i furti ad opera dei cosiddetti colletti bianchi siano meno gravi - meno furti, per così dire - e dunque meno rilevanti di quelli ad opera di chi muore di fame. Tanto più che sono questi ultimi, in genere, le persone che con più difficoltà riescono a sottrarsi alla giustizia, una volta che i furti in questione sono stati scoperti. Mi son tornati in mente alcuni versi di De Andrè, e l'accanimento della parte politica di cui Tremonti è espressione nei confronti della gente che ruba il pane...
Che poi, a ben vedere: posto che la ricchezza non è - statisticamente: basti dare un'occhiata al nostro Parlamento... - un gran deterrente nei confronti del furto (ripeto: sempre che rubare miliardi conti come rubare un pezzo di pane, od una mela - e non sia, invece, altro), non ci vuole poi molto a porsi la domanda (ed anche in questo caso la risposta, o quantomeno un'ipotesi di risposta, potrebbe essere cercata nelle aule parlamentari...): la ricchezza in questione, quella per via della quale non avrebbe senso rubare, è sempre stata ottenuta in modo completamente onesto? Mi verrebbe da pensare alla lunga storia del Lodo Mondadori, ma provo a non farlo e mi fermo a De Gregori: tu da che parte stai? Stai dalla parte di chi ruba nei supermercati? O di chi li ha costruiti... rubando?
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