La vita è fatta di priorità, recitava una pubblicità di qualche anno fa.
E dev'essere vero, se un alto prelato si premura di far sapere, in un'intervista, che è "più facile assolvere un pedofilo pentito che una donna che ha abortito".
In pratica: interrompere una gravidanza, nel periodo previsto dalla (ottima) legge in vigore nel nostro Paese (che ha portato - tra l'altro - ad una straordinaria diminuzione delle interruzioni di gravidanza e delle morti per aborto), nel quale parlare di vita - ed in particolare di vita umana - o meno è esclusivamente questione di convinzione personale, è considerato più grave che metterlo nel culo ad un bambino, magari sfruttando la supposta (ok, non è un gioco di parole, è venuta così!) autorità conferita da una tonaca o da un collarino.
Che dire: la vita è fatta di priorità, e sono orgoglioso, oltre che felice, che le mie siano diverse dalle loro.
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