giovedì 30 marzo 2017

C'era una volta il PD

È successo che qualche mese fa si è svolto un referendum costituzionale, su temi strettamente tecnici e ben poco politici come il bilanciamento dei poteri, l'assetto istituzionale, i ruoli delle Camere e la rappresentanza degli enti locali in Parlamento.
È successo che, poco cautamente, il Presidente del Consiglio in carica, in quota PD, ha trasformato il referendum in questione in una sorta di ordalia sulla sua persona - se vince il "No" me ne vado - e che questo ha catalizzato attorno al "No" le posizioni di chi, pur non avendone una tecnica, altro non desiderava che dargli un calcio nel sedere.
È successo che chi, come me, intendeva votare "No" nel merito è stato accostato per settimane, dal coro ufficial-piddino , alle schiere grilline, salviniane e meloniane, al grido (ispirato più che illuminato) di se vince il "No" ci troviamo Grillo o Salvini al Governo (e perché non entrambi, aggiungo io?).
È successo che, alla fine, ha vinto il "No", il Presidente del Consiglio s'è dimesso (cosa sulla quale non avrei messo la mano sul fuoco: era pur sempre lo stesso che mai sarebbe andato a Palazzo Chigi se non attraverso elezioni) sostituito al Governo da un compagno di partito già suo ministro, la fronda interna del PD (compresi due ex segretari, il che qualcosa vorrà dire, nel bene o nel male, circa il cambio di linea del partito negli ultimi anni) ha optato per la scissione ed insomma, ora il partito di maggioranza relativa s'è spaccato in due, e chissà, davvero forse la profezia auto-avverante di Grillo o Salvini al Governo si realizzerà.
In tutto questo, la colpa ovviamente è sempre di quelli come me, che hanno votato "No" da sinistra ed avrebbero dovuto votare "Sì" pur di non votare con Salvini (il che implica che il piddino  ispirato più che illuminato, se Salvini consigliasse di non buttarsi da un ponte, non esiterebbe a saltare), che non hanno più rappresentanza politica da un pezzo perché qualcuno ha deciso che la sinistra può vincere solo se gioca a fare la destra - e poi sai che c'è, un po' in fondo si diverte anche; quelli come me che hanno criticato il voler dare ad una questione tecnica e di merito un significato politico e di fiducia, col rischio evidente di, perdonate la metafora, prenderlo nel culo; quelli come me deplorabili poiché votano sempre contro, ma poi la scissione della gioiosa macchina da guerra piddina non l'abbiamo certo fatta noi.
Davvero, non potete pensarlo sul serio...    

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