Con buona pace di Francesco Gabbani - e della sua per altro orecchiabilissima canzone - l'evoluzione (l'Evoluzione Naturale darwiniana ortodossamente intesa) non inciampa: essa non è, infatti, un'entità dotata di coscienza od intelligenza, né dunque - tanto meno - di volontà o scopo.
Essa è un (buon) modello, nel senso scientifico del termine: una chiave interpretativa della realtà che ben si sposa con le evidenze sperimentali note al momento della sua formulazione, ha permesso di fare previsioni che si sono rivelate corrette e non è stata in seguito smentita da fatti nuovi.
Ed un modello non inciampa: esso è corretto fino a prova contraria; ed in caso di prova contraria, va migliorato o abbandonato.
Poi - certo: Salvini l'abbiamo sentito tutti almeno una volta - tutti dunque siamo coscienti di come, a volte, l'evoluzione sembri funzionare male (pur non mancando, questo va detto, di fantasia). E tuttavia quello che Darwin definì il più grande spettacolo della terra non deve mostrare intelligenza o aderenza ad uno scopo; questi sarebbero invece i vincoli di un disegno intelligente, se solo ce ne fosse uno: esso sì potrebbe inciampare, ma dal punto di vista logico è vero il contrario: il fatto stesso che qualcosa , nell'universo, paia inciampare dovrebbe suggerire che le parole "disegno" ed "intelligente" andrebbero usate con più cautela e comunque non come spiegazione ultima.
Tutto ciò che pare suggerire l'idea di un inciampo, in ultima analisi, è più facile da spiegare nel contesto dell'evoluzione, forte della statistica, di tempi lunghissimi e di numeri enormi, in cui il singolo Salvini di turno conta, fortunatamente, zero, che non in quello di un disegno che possa dirsi intelligente - ma, mi rendo conto, il disegno intelligente inciampa, metricamente, sarebbe stato molto più problematico.
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