Come chiosa finale del bel libro "Dio è un matematico", Mario Livio cita i "Problemi della filosofia" di Bertrand Russell, suggerendo che si possa applicare alla matematica, ed al problema della sua caratteristica di "irragionevole efficacia" nello spiegare l'Universo, ciò che Russell scriveva a proposito della filosofia.
Desidero riportare tale citazione poiché, al di là del grande amore che, da sempre, ho per la matematica, sento le parole e le posizioni di Russell molto vicine al mio modo di vedere la vita, al mio ragionare, e forse vivere, più in termini di domande che non di risposte, più in termini di libertà di pensiero che non di ciò che Russell definisce "la sicurezza dogmatica che chiude la mente alla speculazione". Molto vicine a ciò che, in una sola parola, potrei definire il mio relativismo.
"Quindi, per riepilogare la nostra discussione sul valore della filosofia; la filosofia va studiata, non per amore delle risposte precise alle domande che pone, poiché nessuna risposta precisa, di norma, può esser data con certezza per vera, ma piuttosto per amore delle domande stesse, perché tali domande ampliano la nostra concezione di ciò che è possibile, arricchiscono la nostra immaginazione intellettiva e diminuiscono la sicurezza dogmatica che chiude la mente alla speculazione; ma soprattutto perché, attraverso la grandezza dell'universo che la filosofia contempla, anche la mente è resa grande, capace di quell'unione con l'universo che costituisce il suo bene supremo."
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