giovedì 15 luglio 2010

Settimo: non rubare

Ho avuto un'interessante conversazione, l'altra sera, con i miei suoceri. Interessante per l'argomento: l'interventismo di "Santa" Romana Chiesa nella vita politica italiana, ed i vantaggi che ne ottiene. Ed interessante perché i miei interlocutori non sono certo sospettabili, a differenza del sottoscritto, di essere orgogliosamente atei, materialisti e mangiapreti, eppure nel corso della conversazione io non ho fatto altro che annuire. Tutta farina del loro sacco, dunque.

In breve: indignazione per il fatto che i tagli alla scuola siano sostanzialmente tagli alla scuola pubblica, mentre - per contro - crescono i fondi destinati alle scuole private. Fastidio, considerando che - da sempre, in Italia - la scuola privata (di qualunque stampo essa sia) è considerata sostanzialmente la scuola degli asini: per chi non ce la fa nella scuola pubblica - in pratica, un diplomificio. Ed una considerazione: non ci si può poi stupire che un importante cardinale vada a cena con Casini, Berlusconi, Draghi. In fondo, grande sarebbe il potenziale danno economico per la Chiesa, se l'attuale morente governo cadesse (non che mi aspetti granché di meglio da possibili governi diversi, basta leggere "La Questua" per essere piuttosto rassegnati al sistema di potere economico che costituisce la principale attività di "Santa" Madre Chiesa).

Discorsi che sento fare anche da mia moglie e dai miei genitori, anch'essi credenti, anch'essi - forse proprio perché credenti - profondamente infastiditi da una Chiesa sempre meno "comunità di credenti" e sempre più lobby politico-economica.

Personalmente, mi limito a citare, come tante altre volte, un verso di De Andrè: e al loro dio goloso non credere mai... e più goloso della Chiesa Cattolica è veramente difficile...

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