venerdì 21 dicembre 2007

Intercettazioni

E' tornato d'attualità nelle ultime settimane il tema delle intercettazioni telefoniche: d'attualità perché a cadere nella rete è stato questa volta un pesce grosso, forse il più grosso possibile... e tornato perché, periodicamente, i nostri politici si lagnano - in genere con coro quasi unanime, da destra a sinistra - delle violazioni della privacy costituite dalla pubblicazione indebita di intercettazioni (principalmente quando gli intercettati sono, a volte solo per caso, proprio loro).

Ora, a parte il fatto che pubblicare atti processuali noti alle parti non è reato (non esistendo più in Italia da decenni il segreto processuale ma solo quello istruttorio), e che pertanto si tratta di stabilire se vi sia stata fuga di notizie antecedente alla conclusione dell'istruttoria, e non se sia legittimo o no pubblicare atto conoscibili alle difese.

A parte questo. Il punto centrale credo sia un altro: nessuno dei nostri politici, il pesce grosso di cui sopra in testa, entra mai nel merito del contenuto delle telefonate intercettate. Perché ? Perché, illegali o meno, ci sono cose che, fatte da un politico, sono assolutamente inopportune. Ed io credo si abbia, come cittadini, il diritto di saperle. Anzi, ritengo che chi decide di darsi alla vita politica debba rinunciare in larga misura alla propria privacy, per una questione di trasparenza e di garanzia nei confronti degli elettori. Tanto più che mi può dare fastidio se qualcuno ascolta e pubblica una mia conversazione privata, ma nessuno ci troverebbe nulla di neanche lontanamente rilevante dal punto di vista penale ed etico.

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