venerdì 15 febbraio 2013

Casini e la sensibilità del "ma anche"

La visione di questo breve ma istruttivo video, oltre a confermare una volta di più le mie per altro sofferte ma quasi definitive scelte elettorali, mi ha portato la buona notizia che Casini - e dunque, devo supporre, il suo partito - pare aver abbandonato, nel suo avversare il riconoscimento per le coppie omosessuali degli stessi diritti di cui godono quelle eterosessuali, l'utilizzo dello storico, ridicolo ritornello (per altro utilizzato anche in Vaticano) secondo cui il matrimonio per i gay costituirebbe una minaccia per la famiglia - come se due donne o due uomini che vivono insieme e crescono figli non costituissero una famiglia; o come se la possibilità per due omosessuali di sposarsi costringesse tutti a sposarsi con persone dello stesso sesso.
Ritornello i cui due storici specialisti, Carlo Giovanardi e Rocco Buttiglione, paiono tra l'altro esser passati, politicamente, a miglior vita: il primo appoltronato (salvo recenti nuove piroette) nel PDL, il secondo pressoché sparito dalla scena politica - a onor del vero, nella generale indifferenza.
La nuova frontiera delle posizioni clerical-omofobe di Casini e compagnia bella (si fa per dire) sembra essere ora l'idea che sia questione di civiltà, ci mancherebbe!, garantire una certa serie di diritti a qualunque coppia di persone voglia convivere, ma sia indispensabile anche rispettare la sensibilità di chi, insomma, due froci che crescono un figlio proprio non può pensare nemmeno di vederli (ok, la terminologia gasparriana è una mia licenza, ma il senso è lo stesso).
Della legittimità dell'utilizzo del termine sensibilità a proposito di posizioni di questo genere non voglio scrivere qui: rimando semplicemente alla splendida canzone degli Offlaga Disco PAX che, appunto, ha titolo Sensibile.
Noto invece che la novità dell'approccio rappresenta una svolta decisamente furba, nella sua apparente correttezza: affermare la civiltà di un riconoscimento per tutti di alcuni diritti, ribadendo però che per lo stesso motivo va garantito il diritto, per persone sensibili al modo di Casini, di non trovarsi di fronte l'indegno spettacolo di una coppia gay che possa dirsi sposata o, Dio non voglia!, possa crescere dei figli: come se l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla Legge, che dovrebbe valere per tutti, sempre, fosse da mettere sullo stesso piano, personalissimo, della sensibilità di un individuo di fronte alle scelte di un altro, che vale (per definizione di "personale"), per il solo individuo in questione.
Lo stesso approccio, che definirei "la sensibilità del ma anche", volendolo adottare anche su temi diversi da quello sul quale, nel video, luminosamente si esprime Casini, porterebbe a dire ad esempio che certo, è questione di civiltà riconoscere a chiunque il diritto di professare la propria religione; ma è indispensabile anche rispettare la sensibilità di chi, credendo nella razionalità e nella ragione, viene disturbato dall'idea dell'irrazionalità sulla quale si basano i culti religiosi: e dunque i culti religiosi vanno vietati.
Lo schema è lo stesso: riconoscere in linea di principio la civiltà di concedere pari diritti indipendentemente dalle proprie posizioni personali su un qualche argomento - aggiungendo però subito il ma anche secondo cui vi sono sensibilità personali le cui conseguenze rappresentano mancanze di rispetto nei confronti di altre sensibilità personali e non vanno pertanto considerate degne di pari diritti.
Tutte le sensibilità sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre - secondo il Casini-pensiero.
Ora: io sono ateo; e sono profondamente convinto che la razionalità e la ragione umana debbano essere la base di ogni mia scelta, di ogni mia convinzione personale e siano alla radice di ogni possibilità di convivenza civile e confronto tra posizioni diverse. Sono anche incline a trovare sgradevoli e talora insultanti, per la ragione e per il rispetto che nutro nei suoi confronti, le credenze ed i riti religiosi. E tuttavia mai concluderei che, di conseguenza, i riti religiosi andrebbero vietati: poiché il riconoscimento dell'altrui libertà viene prima del senso di fastidio che talune manifestazioni di tale libertà possono suscitare in me, e non sono da mettere sullo stesso piano.
Questa è la differenza di fondo tra me e Casini. O, come conclude Vendola nel video di cui sopra, questa è la differenza di fondo tra Casini e noi: che le nostre convinzioni non vogliono limitare la libertà di Casini, le convinzioni di Casini al contrario vogliono limitare la libertà altrui.

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