sabato 9 gennaio 2010

Bibliotecando

Ci pensavo da tempo: redigere un elenco di tutte le "cose" che ho letto.

Che se poi ci si pensa, e si ha anche solo vagamente presente il disordine - preferisco: l'entropia - che accompagna il mio fisico muovermi per il mondo, suona perlomeno inaspettata questa pulsione verso un qualche sistema di catalogazione.

E tuttavia forse una spiegazione c'è: per via del solito, ben noto amore per l'astrazione (dire "tempio" e non "chiesa", dire "animale" e non "cane", in tutti i contesti in cui ciò che conta è l'essere tempio, od animale, e non l'essere chiesa, o cane; ma come la mettiamo con i cani in chiesa?), figlio forse un po' anche del mestiere che faccio, un ordine teorico, per regole, od un ordine relativo, per classificazione, mi attraggono ed appagano molto più di qualunque ordine "vero" (se un libro "al suo posto" può mai essere, in qualche modo, più vicino ad una qualche ombra di Verità (ma per piacere!) di un fumetto abbandonato di sghimbescio sul comodino), pratico.

Oppure, semplicemente: è un modo per non dimenticare, col passare del tempo, il (lungo?) elenco di letture "a prestito" (amici, biblioteche) od "imposte" (scuola).

In ogni caso, il risultato è questo: per quel (poco) che conta.

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