venerdì 21 aprile 2006

Ed alla fine...

Ed alla fine, eccoci qui: a rallegrarci dell'esito delle elezioni politiche, forse le più lunghe della storia dell'Italia repubblicana, quelle iniziate con gli insulti ai "coglioni" della parte avversa da parte del primo ministro uscente, proseguite con una straordinaria affluenza in due giorni di pioggia, ed ancora con accuse di brogli da parte di chi non si rassegna a lasciare il potere.
Li ho visti, quella mattina di domenica, tutti queli "coglioni" che andavano a votare, con la faccia sorridente e nel cuore la speranza di cambiare, con un voto, le cose: di cambiarle rispetto agli ultimi cinque anni di dittatura. Giravo in bicicletta, e vedevo gruppi di persone allegre, sotto un cielo grigio, andare verso le scuole adibite a seggi. Ed ho creduto, forse per la prima volta completamente, che ci saremmo liberati di Lui.
Poi gli exit poll, che davano una vittoria schiacciante del'Unione. Poi i dati veri, che gelavano un po' le aspettative (quasi come se chi vota a destra si vergognasse a "confessarlo" in un'intervista: non tutti, certo, ma parecchi sì). E poi le ultime due settimane di accuse: "brogli, errori, dimenticanze", gridavano sguaiatamente gli sconfitti. Grandi insistenze degli sconfitti sulla necessità di ricontare, al di fuori di qualunque legge, tutte le schede. Le verifiche, abituali e per nulla eccezionali, delle corti d'appello. Ed infine, dopo due settimane di clima da tentato golpe - il "caimano" sconfitto che al potere non vuole rinunciare - la pubblicazione dei risultati ufficiali da parte della Corte di Cassazione: l'Unione ha vinto, Romano Prodi sarà il prossimo presidente del consiglio.
Ce l'abbiamo fatta: governare sarà difficile, le cose da fare sono tante, i danni cui porre rimedio incalcolabili, la maggioranza al Senato risicata. Ma siamo maggioranza nel paese, ed abbiamo votato un governo di persone oneste, guidato da una persona onesta (finalmente: dopo cinque anni di berlusconismo, quasi non ci ricordavamo più cosa voglia dire essere governati con onestà !): sarà difficile, ma ce la faremo.

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