venerdì 11 gennaio 2019

Vent'anni dopo

Quale musica ascoltare, oggi, lo decide il calendario.

Le canzoni di Fabrizio De André, ne ho scritto mille volte, hanno accompagnato la mia infanzia (le cantava mia mamma quand'ero piccolo: imprinting musicale assicurato) e la mia crescita e fanno parte, in qualche modo, della persona che, a quarant'anni, sono diventato - del mio modo di vedere il mondo, di pensare gli altri, di immaginare il futuro.
Così... è strano, ed un po' triste, pensare che uno dei miei cantanti preferiti - il mio preferito, probabilmente; e comunque quello che mi ha accompagnato quando sono stato felice o triste o arrabbiato o speranzoso o ribelle o (semplicemente) me stesso - è morto da vent'anni: quasi metà della mia vita, vissuta senza di lui.
Al di là di vuote domande come chissà che altro avrebbe scritto, in questi vent'anni, ho un solo vero rimpianto: non averlo mai ascoltato dal vivo. Per il resto, vale - ancora una volta - il verso di una sua canzone: è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati.

Ciao Fabrizio.

1 commento:

  1. L'ho pensato anch'io ieri... che peccato non averlo mai ascoltato dal vivo. Anagraficamente avremmo potuto farcela.

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