sabato 30 luglio 2011

Chi ruba nei supermercati

Non ho rubato perché non ne ho alcun bisogno, avrebbe detto Giulio Tremonti a proposito delle recenti e note vicende relative ad affitti poco chiari e poco chiari scambi di favori...

Personalmente trovo un po' ingenua l'idea che rubi solo chi ha bisogno di farlo: a meno che il ministro non sia dell'idea che i furti ad opera dei cosiddetti colletti bianchi siano meno gravi - meno furti, per così dire - e dunque meno rilevanti di quelli ad opera di chi muore di fame. Tanto più che sono questi ultimi, in genere, le persone che con più difficoltà riescono a sottrarsi alla giustizia, una volta che i furti in questione sono stati scoperti. Mi son tornati in mente alcuni versi di De Andrè, e l'accanimento della parte politica di cui Tremonti è espressione nei confronti della gente che ruba il pane...

Che poi, a ben vedere: posto che la ricchezza non è - statisticamente: basti dare un'occhiata al nostro Parlamento... - un gran deterrente nei confronti del furto (ripeto: sempre che rubare miliardi conti come rubare un pezzo di pane, od una mela - e non sia, invece, altro), non ci vuole poi molto a porsi la domanda (ed anche in questo caso la risposta, o quantomeno un'ipotesi di risposta, potrebbe essere cercata nelle aule parlamentari...): la ricchezza in questione, quella per via della quale non avrebbe senso rubare, è sempre stata ottenuta in modo completamente onesto? Mi verrebbe da pensare alla lunga storia del Lodo Mondadori, ma provo a non farlo e mi fermo a De Gregori: tu da che parte stai? Stai dalla parte di chi ruba nei supermercati? O di chi li ha costruiti... rubando?

Gli eroi son tutti giovani e belli

Il primo ricordo che ho di Cadel Evans risale al Giro del 2002: giovane, con i suoi venticinque anni di ex biker appena passato alla strada, e bello, in quella maglia rosa appena persa da Hamilton, di cui nessuna maglia da ciclista è più bella. Un eroe, in qualche modo, con quella cotta tremenda (crisi di fame, si dirà poi) che lo colse lungo l'ultima salita del Giro: da Rovereto a Folgaria ed a Passo Coe, salita che divenne per l'Australiano interminabile calvario. Il Giro poi fu vinto da Savoldelli, ma per me rimane il Giro di Evans, per uno di quei misteri del ciclismo per cui quello vinto da Tonkov è per molti il Giro di Olano.

Da allora, Evans ha sfiorato mille volte la  vittoria, arrivando secondo, in grandi corse a tappe : due volte al Tour, una alla Vuelta (fermato da un cambio gomme ritardato, quel tanto che bastò a far vincere uno Spagnolo, come spagnola era l'organizzazione del supporto tecnico). Nel solo 2010 lo ricordo al Giro, a battagliare con i primi senza alcun gregario a portargli da bere, mentre i vari Basso e Scarponi se ne stavano comodamente nel gruppo ad attendere le borracce portate dai compagni; e poi al Tour, maglia gialla con caduta e rottura del gomito: concluse comunque il giro di Francia, abbandonando ovviamente ogni velleità di classifica.

Un paio d'anni fa la vittoria più importante: al mondiale di Varese, sorridente in maglia arcobaleno - su strada, dopo quelle vinte su sterrato nella sua vita precedente.

E poi, domenica scorsa: in giallo a Parigi, finalmente, dopo un Tour da protagonista, a lottare da solo sulle montagne, per poi superare gli ultimi rivali con una crono favolosa. Era dai tempi di Indurain che non mi sentivo tanto euforico per una vittoria d'un ciclista. Non più tanto giovane, e forse nemmeno particolarmente bello: dunque forse non eroe, ma certo un grande ed emozionante vincitore, per il Tour più bello da molti anni a questa parte.

mercoledì 20 luglio 2011

Due piedi in due scarpe

X (infierendo su uno zerbino): Stavo cercando di asciugarmi i piedi...

Y: I piedi... o le scarpe?

X: Be', anche i piedi avrebbero bisogno di essere asciugati...

Y: Sì, ma per quel che ho potuto vedere io, mi pareva che stessi cercando di asciugare le scarpe, non i piedi!

X: ...

Y: Lo so, non si può discutere con me...

X: Più che altro... è sconvolgente rendermi conto che sto discutendo di una cosa del genere da un minuto!

X, Y non casuali, nell'anniversario della nascita di Gregor Mendel...

[Grazie a Beatrice per il simpatico siparietto]

Chiacchierando con un dentista

...

Io: Quindi lei è di quelle parti?

Lui: Sì, sono camuno di estrazione

Io: Di estrazione... mi pare un'espressione piuttosto azzeccata...

Lui: Sì sì, un modo di dire molto... incisivo...

Ovvero: non serve essere ingegneri per fare battute da ingegneri...

giovedì 14 luglio 2011

Fine pena: mai

Perché i principi vengono prima delle appartenenze a questo od a quel partito: Giancarlo Galan, PdL, parla di fine vita ed eutanasia, dopo l'approvazione, alla Camera, di una legge contraria alle posizioni del 70% degli Italiani.