sabato 22 maggio 2010

Al cittadino non far sapere

Alla nostra classe politica (si fa per dire), ed in particolare alla maggioranza che ci sgoverna, e che negli ultimi quindici anni ha fatto tutto il possibile per spingere il Paese ben lontano dalla democrazia, non piace l'idea che i cittadini siano informati.

Non piace l'idea che si possano combattere i reati "da colletti bianchi". Non piace l'idea che qualcuno, quando va a votare, tenga conto del fatto che Fassino esulti per l'ipotetica acquisizione, da parte di un faccendiere amico, di una banca, che un ricco costruttore ammanicato col governo esulti per le morti e le distruzioni provocate da un terremoto, che un presidente del consiglio consigli questa attricetta o quella valletta al dirigente RAI di riferimento, o riceva telefonate dal fedele direttore del telegiornale (si fa per dire) un tempo più prestigioso.

In barba alle legislazioni di tutti i Paesi "normali", in barba alle posizioni degli "alleati" ed alle sentenze degli organismi europei.

Ancora una volta, l'interesse personale prima di quello della gente - prima della democrazia, prima della sicurezza, prima della legalità.

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