sabato 28 novembre 2009

Opposti assolutismi

Qualche giorno fa ho avuto modo, grazie ad un post sulla bacheca di Facebook di una mia grande amica, di imbattermi in questo articolo, dal titolo Come sono nati i Testimoni di Geova (nel senso di come è nato il movimento, di com'è nata la religione: non nel senso di come nascano le singole persone che di esso fanno parte :-) ).

L'argomento - come nasce una religione, come si sviluppa... qual è la scintilla, per così dire - è interessante di per sé: interessante tanto come fenomeno sociologico e sociopolitico, quanto dal punto di vista della cosiddetta cultura generale. L'aspetto che maggiormente ha colpito la mia attenzione, tuttavia, consiste nel fatto che a raccontare l'origine di un movimento religioso sia, nel caso specifico dell'articolo linkato sopra, un articolo pubblicato in un contenitore (culturacattolica.it) i cui contenuti e la cui linea sono ispirati - dichiaratamente, sin dal nome - ad un altro movimento religioso.

Così mi sono immerso nella lettura, non lo nego, con la divertita sensazione di essere nelle stesse condizioni di una persona che, appassionata di ciclismo più che di calcio, si accinga a leggere un articolo scritto da uno juventino allo scopo di parlare delle recenti stagioni trionfali dell'Inter...

Non ho dovuto attendere molto per trovare traccia di ciò che, in qualche modo, costituiva l'oggetto della mia ricerca: una sorta di scontro tra opposti assolutismi, di crociata, di ottusa applicazione agli altri di pesi e misure che mai si applicherebbero a se stessi. Si procurò [il fondatore dei Testimoni di Geova, ndr] quindi una Bibbia e, senza la guida di alcuno, si mise a leggerla e ad interpretarla. [...] Il difetto principale di Russel fu di LEGGERE LA BIBBIA DA INESPERTO e di interpretare cervelloticamente testi che avrebbero richiesto ben altra preparazione scientifica per essere compresi. Sin qui, nulla di particolarmente sensazionale: in fondo, è dai tempi della Controriforma che la Chiesa Cattolica batte il chiodo della sua presunta esclusiva nell'interpretazione delle cosiddette Sacre Scritture. Ma ciò che segue sarebbe degno del Nobel del doppiopesismo, se esistesse qualcosa di simile: La mancanza del più elementare senso della misura lo portò inoltre a propagandare con sbalorditiva sicurezza le proprie fantasie bibliche come se fossero parola di Dio. Cioè in pratica: se qualcuno manca di senso della misura (o meglio: del più elementare senso della misura), rischia di arrivare al punto di propagandare come certezze le proprie fantasie, come fossero parola di Dio!!! La qual cosa è evidentemente considerata, dall'autore dell'articolo, una proterva assurdità, qualora non riguardi un uomo biancovestito (scarpe alla voce "Prada"), la cui pretesa infallibilità è com'è noto razionalmente provata, e non rischia pertanto di ricadere sotto la voce "Mancanza del più elementare senso della misura".

Ora. Non mi interessa in alcun modo discutere dell'infallibilità di Sua Santità (espressione spesso utilizzata come esempio di "Senso della misura") né delle convinzioni dei Testimoni di Geova: vivo beatamente la mia vita di ateo col rispetto di chi non pretende di imporre le proprie convinzioni agli altri e la serenità di chi può interessarsi a queste ultime senza essere emotivamente coinvolto. Trovo tuttavia estremamente significativo, nel contesto dell'epico ed eterno scontro di ogni giorno tra assolutismo e relativismo (scontro generalmente montato e temuto dai primi, e di scarsissimo interesse per i secondi, se non in un'ottica di pura difesa del proprio territorio), che uno scontro tra opposti assolutismi riveli con disarmante ingenuità come funziona un assolutismo: si parte dal presupposto di avere ragione e, forti di questo postulato, non si può che dedurne il torto degli altri; si criticano negli altri comportamenti e metodi assolutamente accettabili per quanto riguarda la propria parte (ancora una volta, in funzione del postulato secondo cui si ha ragione, dunque non si agisce per "mancanza del più elementare senso della misura" bensì in umile ossequio alla Verità).

E' il genere di cose per cui la mia vita di non credente prosegue un po' più felice di prima, con una piacevole e serena sensazione di libertà e di leggerezza. Si è soliti dire che cane non mangia cane, ma varrebbe forse la pena di precisare che la cosa vale solo tra cani della stessa razza. Poterlo fare con la noncuranza divertita del sentirmi - mai come in questo caso - il gatto della situazione è una di quelle cose per cui, citando Woody Allen, potrei scherzare sulla cosa dicendo che ringrazio dio ogni giorno di avermi fatto ateo...

PS: a chi, dalla lettura dell'articolo sopra indicato, venisse voglia di approfondire i meccanismi (politici e sociali) che stanno dietro alla nascita di una religione, consiglio la lettura del bel libro "Inchiesta sul cristianesimo - Come si costruisce una religione", di Corrado Augias e Remo Citati, che racconta, basandosi su precisi riscontri storici e letterari, di come si possa individuare nel cosiddetto San Paolo il vero fondatore del Cristianesimo, rendendo ancor più significativo il tono di superiore derisione con il quale l'articolo di Cultura Cattolica ricorda che i seguaci di Russel lo consideravano "il più grande uomo vissuto dopo San Paolo": quando si dice i corsi e ricorsi della Storia...

1 commento:

  1. approfitto del bell'articolo per uno spunto sull'infallibilità del papa. questa nozione fu forgiata alla fine del diciannovesimo secolo non per accrescere il suo potere, ma per limitarlo: un papa non può dichiarare nulle le decisioni dei suoi predecessori, dal momento che esse sono, per definizione, infallibili.

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