lunedì 12 gennaio 2009

Fabrizio De Andrè, eversivo

Curioso: uno legge la cronaca di fatti di più di trent'anni fa, e finisce per chiedersi che cosa sia cambiato, da allora.

Più che su De André, questi rapporti segnaletici ci informano sulla mentalità dei loro estensori: inadeguati sul piano professionale, disponibili a dare ombra a fantasmi, secondo i desideri dei loro superiori, in un pauroso deficit di cultura democratica.

Appunto: che cosa è cambiato ?

Oggi, un giudice come me,
lo chiede al potere se può giudicare.
Tu sei il potere.
Vuoi essere giudicato ?
Vuoi essere assolto o condannato ?


[Fabrizio De Andrè, da "Sogno numero due", in "Storia di un impiegato" (1973)]


D'accordo, ora la chiamano riforma della giustizia. Ma il succo è sempre quello...

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